Fertilità, dal Piano nazionale al Manifesto
A sostegno del Piano nazionale per la fertilità lanciato dal Ministero della Salute, Merck presenta il Manifesto per la fertilità. Si tratta di un documento programmatico a favore della popolazione, della classe medica e della comunità scientifica. Il fine è diffondere una nuova e più consapevole cultura della fertilità nel nostro Paese. Il presidente e amministratore delegato Antonio Messina si è espresso in questo modo: “Il desiderio di genitorialità rappresenta l’aspetto fondamentale nella vita di molte persone e la tutela della fertilità caratterizza da sempre la nostra mission aziendale”.
Manifesto per la fertilità: i temi descritti
Ecco i temi descritti nel Manifesto per la fertilità:
- Aumentare la conoscenza
- Migliorare la consapevolezza e favorire la prevenzione
- Sostenere la formazione professionale
- Stimolare il progresso scientifico
- Raggiungere nuovi traguardi
A lezione di italiano da Luca Serianni e Lucilla Pizzoli
Luca Serianni e Lucilla Pizzoli sono i nomi di due autori sconosciuti ai più, ma certamente…Manifesto per la fertilità: preservare i pazienti oncologici
A lezione di italiano da Luca Serianni e Lucilla Pizzoli
L’azienda scientifica dichiara la propria disponibilità nel supportare le strutture pubbliche per preservare la fertilità nei pazienti oncologici, la genitorialità dei quali potrebbe essere compromessa per sempre.
Fertilità, finanziamento di progetti
Saranno finanziati progetti di ricerca traslazionale sulla fertilità (Grant for fertility innovation). In particolare, fino a oggi in Italia sono stati assegnati premi per un totale di 3 milioni di euro, al fine di supportare la ricerca nell’ambito di questo progetto.
Il Fertility 2.0 Award, poi, è un premio digitale rivolto ai giornalisti e agli utenti del web.
Fertilità: possibilità per le coppie infertili
Eleonora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e di Pma dell’Università di Bologna Policlinico Sant’Orsola Malpighi, vice presidente del Consiglio superiore di sanità, ha dichiarato: “Oggi per le coppie infertili la possibilità di avere un figlio è molto più alta rispetto al passato, grazie alla evoluzione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita e all’impegno di tutti gli attori della medicina della riproduzione. Uno dei maggiori successi degli ultimi anni è rappresentato dalla concreta opportunità per le pazienti oncologiche di preservare la propria fertilità e non rinunciare al desiderio di genitorialità una volta guarite dalla malattia”.
Fertilità: fattore tempo
Secondo Andrea Lenzi, direttore del dipartimento di Fisiopatologia medica ed endocrinologia de La Sapienza Università di Roma, presidente della Società italiana di endocrinologia e presidente del Consiglio universitario nazionale, “La lotta all’infertilità deve partire da una corretta informazione ai cittadini su come prendersi cura della propria fertilità e su quanto il potenziale riproduttivo di ciascuno sia limitato nel tempo: nella donna tocca livelli massimi tra i 20 e i 30 anni per poi iniziare un lento declino che assume valori importanti una volta raggiunti i 35 anni di età. E’ importante sottolineare che il fattore tempo vale anche per le tecniche di fecondazione assistita, la cui efficacia diminuisce con l’aumentare dell’età”.