La liquirizia contro la carie
La liquirizia, come sappiamo, contiene un principio attivo che, se il suo consumo supera i 100 milligrammi al giorno, per due settimane, può aumentare la pressione del sangue. Contiene una sostanza, la glicirrizina, che dolcifica 50 volte di più rispetto allo zucchero comune. Ma c’è di più. Sulla base di nuovi studi, si è scoperto che la radice contiene una sostanza chimica che agisce sui batteri della bocca, eliminandoli, e non permette alla placca di formarsi. Agisce contro un enzima chiave, che permette il moltiplicarsi dei batteri nel cavo orale, con una sostanza chiamata trans-chalcone. Lo si legge sul Telegraph, sulla base di una ricerca comparsa su “Chemical Communications” ed è stata finanziata da un produttore di gomme da masticare, Wm. Wrigley Jr. E’ la prima volta che uno studio di questo genere viene posto in essere. Secondo Dominic Campopiano, dell’università di Edimburgo, il prossimo passo è inserire la liquirizia in dentifrici e collutori. Ma come agiscono i batteri? Si nutrono, metabolizzandoli, degli zuccheri presenti nel cibo e nei liquidi che ingeriamo: in questo modo si creano placca e acidi, il cui risultato finale è la carie. Grazie alla liquirizia non si forma il biofilm batterico, primo passo per placca e carie.
La liquirizia rossa
Queste proprietà, che miglioreranno le condizioni della nostra bocca, non riguardano, tuttavia, la cosiddetta liquirizia rossa: questo dolciume, diffuso in Australia, Canada, Germania, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Europa centrale e Stati Uniti d’America viene prodotto in forme simili a quelle della liquirizia, nella quale sono state riscontrate le proprietà descritte, ma contiene estratto di fragola, ciliegia o lampone.