Settembre è il mese dell’ortopedia e della traumatologia pediatrica.
Che cosa bisogna fare se i bambini fanno sport e subiscono traumi, cadono a scuola, oppure incorrono in patologie ossee? Risponde il professor Antonio Memeo, direttore della struttura complessa di ortopedia e traumatologia pediatrica dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini, dando un’idea di come si possono affrontare diagnosi e cura. Il professore è impegnato, per tutto il mese di settembre, con le domande dei genitori, all’indirizzo di posta elettronica ortopediainfantile@gpini.it. L’obiettivo è tranquillizzare padri e madri, alle prese con piccoli e grandi traumi del bambino, ma anche con patologie ortopediche, che possono evidenziarsi persino prima della nascita. Compreso a quale rischio i fanciulli si espongono, bisogna essere ben consigliati e soprattutto rivolgersi a strutture adatte.
Il decalogo del dottor Memeo per il il mese dell’ortopedia e della traumatologia pediatrica.
Ecco il decalogo del dottor Memeo, con i consigli utili:
1) Non allarmarsi nel caso di diagnosi prenatale: grazie a nuove metodiche di ecografia dinamica, è possibile effettuare una diagnosi precoce di alcune patologie – ad esempio il piede torto congenito o la displasia congenita dell’anca – e individuare la terapia o il metodo di intervento migliore;
2) Non sempre è necessario il gesso: negli ultimi anni si è evoluto il trattamento delle fratture nei bambini. Si cerca sempre meno di ricorrere alle immobilizzazioni con il gesso e si utilizzano tecniche chirurgiche poco invasive che consentono ai piccoli pazienti di riprendere in breve tempo le attività scolastiche e ludiche;
3) Anche sui bambini oggi vengono utilizzate nuove tecniche di intervento con l’utilizzo di materiali innovativi: al posto dei cosiddetti “chiodi”oggi si ricorre sempre più a materiali biodegradabili, che danno garanzie di tenuta pari alle sintesi metalliche e non devono essere rimosse con una seconda operazione;
4) È possibile prevenire e trattare sofferenze tendinee e muscolari degli adolescenti in tempi brevi. Nella traumatologia dello sport, che spesso interessa i ragazzi in età adolescenziale, si possono trattare queste forme dolorose che rischiano di ripercuotersi anche sull’accrescimento dell’osso: sono lontani i tempi in cui si consideravano curabili solo con il riposo; oggi vengono trattate direttamente e addirittura le si può prevenire;
5) Esistono nuove tecniche di ricostruzione dei legamenti: la chirurgia mini-invasiva permette di non intaccare le cartilagini di accrescimento e riportare in breve tempo la stabilità dell’articolazione (per esempio del ginocchio). Anche le tecniche artroscopiche permettono di risolvere patologie che in passato era più difficile trattare nei bambini e nei ragazzi e che prevedevano decorsi molto più lunghi;
6) Sono sempre più diffuse le tecniche di fissazione esterna, sia per allungare gli arti, sia per correggere le deformità assiali e rotatorie congenite o post-traumatiche e le rigidità del piede torto congenita;
7) È possibile rivolgersi a centri specializzati per l’allungamento degli arti in caso di acondroplasia (nanismo): sebbene il periodo di degenza sia lungo, le nuove metodiche garantiscono una vita attiva e di relazione migliore e permettono di vivere i gesti della quotidianità in modo naturale;
8) Nel caso di tumori infantili è importante la diagnosi precoce: grazie alle nuove terapie mediche e chirurgiche si arriva alla guarigione senza dover ricorrere all’amputazione degli arti, anche attraverso l’utilizzo di nuovi farmaci antitumorali;
9) Nelle degenze medio-lunghe è possibile non perdere giorni di scuola: all’Istituto Pini i bimbi possono usufruire del servizio “Scuola Amica” con insegnanti qualificati che li seguono in compiti e lezioni;
10) La mamma può stare accanto al piccolo ricoverato: presso alcuni istituti uno dei due genitori può dormire nella stanza con proprio figlio durante la permanenza in ospedale, per rendere la fase di degenza più accogliente e vicina all’esperienza quotidiana.