La partita con il tumore non è mai chiusa una volta per tutte: il male, inopinatamente, può tornare. Che cosa avviene alle cellule tumorali? Per proteggersi dalla chemioterapia esse possono addormentarsi, per poi tornare in attività, anche dopo lustri di quiete. A muoversi in questo campo sono stati i ricercatori del The Institute of Cancer Research di Londra. Pubblica lo studio la rivista Leukemia. La ricerca si è svolta mediante analisi di campioni di sangue e midollo osseo appartenenti a un individuo con una grave forma di leucemia. Si trattava di campioni ottenuti in un lasso di tempo pari a 20 anni: al momento della diagnosi, attuata al quarto anno di età, dopo la ricaduta a 25 anni e dopo 22 anni di remissione. La scoperta eccezionale è stata che, geneticamente, la leucemia originale e quella recidivante sopravvenuta dopo decenni avevano una radice comune e l’una discendeva dall’altra. Quindi le cellule si rendono inattive per evitare il trattamento e generano mutazioni: preparano, in sintesi, un nuovo attacco.
In effetti, quando parliamo di remissione completa del tumore, ci riferiamo al fatto che, con i mezzi diagnostici a disposizione, dagli esami del sangue alle indagini per immagini, non rileviamo tracce di tumore o leucemia. Ma non basta, perché la malattia può riproporsi: non parliamo di guarigione completa. Sapendo che un tumore discende dall’altro, tuttavia, e mettendo a punto farmaci come chiavi che aprono la porta genetica del cancro, creando armi mirate contro un tumore, potremo riproporre le stesse armi, o armi simili, contro il tumore che si ripresenta, con mutazioni, dopo un certo numero di anni.