Piano nazionale vaccini, è polemica

Piano nazionale vaccini, è polemica

Posizioni favorevoli e contrarie ai vaccini: si apre un dialogo a più voci. Il medico è direttamente responsabile del fatto che i suoi assistiti si vaccinino o meno? Ha il dovere di indurre alla vaccinazione? In merito alla bozza del Piano nazionale vaccini, attualmente all’esame della Conferenza delle regioni, si era parlato da parte di diversi organi di stampa di sanzioni come la radiazione, per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie. Compare a chiare lettere la risposta, in una nota del Ministero della Salute: “Si precisa che la notizia è priva di ogni fondamento. La bozza di Piano nazionale vaccini prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l’obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali”.

Piano nazionale vaccini, c’è chi sanzionerebbe i medici

C’è chi, però, concorda con l’ipotesi di sanzionare i medici che sconsigliano i vaccini. Queste le parole di Giorgio Conforti, referente Rete vaccini della Federazione italiana medici pediatri: “Vaccinare deve essere un obbligo dell’operatore sanitario che, lavorando per il Sistema sanitario nazionale, deve seguire le raccomandazioni internazionali sulle vaccinazioni. Sono d’accordo che il vaccino non sia obbligatorio per i genitori ma che lo sia per gli operatori sanitari. Un operatore sanitario non può essere contrario alle linee d’azione stabilite da chi lo paga, cioè dal Sistema sanitario nazionale. Ha quindi il dovere e la responsabilità di convincere le famiglie a vaccinare i propri figli”. Dopo che il Ministero aveva escluso la radiazione dall’albo, Conforti parlava di sanzioni “Dalle multe al trasferimento, dell’operatore sanitario che sconsiglia i vaccini, in altri settori”.

Quanto al coinvolgimento degli ordini professionali, queste erano le sue parole:

“In Italia gli ordini sono molto più prudenti (rispetto all’estero, ndr), in senso negativo, e tendono quindi a non intervenire attivamente contro gli operatori sanitari che sbagliano”.

Piano nazionale vaccini, i dieci punti

I dieci punti per il futuro delle vaccinazioni in Italia, definiti nell’ambito del Piano nazionale per la prevenzione, sono i seguenti:

  1. Sicurezza. I vaccini sono una delle tecnologie biomediche più sicure, perché vengono sperimentati e testati prima, durante e dopo la loro introduzione nella pratica clinica. La loro scoperta e il loro impiego hanno contribuito a proteggere milioni di persone in tutto il mondo.
  2. Efficacia. I vaccini consentono di preservare la salute delle persone, stimolando un’efficace protezione contro numerose malattie, evitando sintomi ed effetti dannosi, alcuni potenzialmente mortali.
  3. Efficienza. I vaccini sono tra le tecnologie più efficienti per il rapporto favorevole tra il loro costo e quelli degli effetti sia diretti che indiretti delle malattie evitate.
  4. Organizzazione. I programmi di vaccinazione devono essere oggetto di attenta programmazione, organizzazione e gestione da parte delle strutture sanitarie. Devono essere altresì monitorati attraverso l’istituzione di un’anagrafe vaccinale, che alimenti il relativo sistema informativo e di sorveglianza. Ogni individuo è tenuto a vaccinarsi in accordo alle strategie condivise a livello nazionale, al fine di contribuire al mantenimento della propria salute ed alla riduzione della circolazione delle malattie infettive e del carico di malattia a queste associato. La vaccinazione è particolarmente raccomandata per il personale sanitario e tutti coloro che abbiano una funzione di pubblica utilità o svolgano attività a contatto con altri individui, al fine di assicurare la massima protezione nei confronti delle fasce di popolazione piu fragili (pazienti, bambini, anziani).
  5. Etica. Ogni operatore sanitario, e a maggior ragione chi svolge a qualsiasi titolo incarichi per conto del Servizio sanitario nazionale, è eticamente obbligato ad informare, consigliare e promuovere le vaccinazioni in accordo alle più aggiornate evidenze scientifiche e alle strategie condivise a livello nazionale. La diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltreché essere contrattualmente e legalmente perseguibile.
  6. Formazione. Il personale sanitario e gli studenti in medicina e delle professioni sanitarie devono essere formati e aggiornati relativamente alla vaccinologia e alle strategie vaccinali in essere sulla base delle migliori evidenze condivise dalla comunità scientifica, pertanto appositi corsi destinati alla vaccinologia devono essere all’interno dei corsi universitari e la vaccinologia va inserita fra gli obiettivi formativi della formazione continua, per tutta l’area sanitaria.
  7. Informazione. I Servizi sanitari sono ovunque chiamati a informare i cittadini e a proporre attivamente strategie vaccinali che, tenendo in considerazione l’epidemiologia, la storia naturale delle malattie e i fattori di rischio della popolazione, impattino significativamente su patologie gravose per la salute e la sicurezza dei singoli cittadini e della popolazione in considerazione della loro gravità, onerosità e contagiosità.
  8. Investimento. In considerazione del loro valore, alle vaccinazioni sono dedicate risorse economiche e organizzative stabili, programmate attraverso un’attenta e periodica pianificazione nazionale, che identifichi le vaccinazioni prioritarie, da inserire nel Piano nazionale prevenzione vaccinale che è un Livello essenziale di assistenza. Le decisioni sulle priorità vaccinali devono nascere da valutazioni di Health tecnology assessment, condotte a livello nazionale, in grado di offrire dimostrazione epidemiologica di efficacia, utilità e sicurezza, nonché possibilità di ottenere i risultati previsti
  9. Valutazione. L’impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione deve essere periodicamente valutato, anche da studi indipendenti, con la collaborazione dell’Istituto superiore di sanità e delle Società scientifiche.
  10. Futuro. Al fine di incrementare continuamente le conoscenze sulla sicurezza, efficacia, utilità ed equità di accesso in merito alle vaccinazioni ed orientare conseguentemente le strategie vaccinali, deve essere favorita, con la collaborazione delle massime Istituzioni nazionali e delle Società scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.

 

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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