E’ un percorso a ostacoli quello compiuto dagli uomini con disfunzione erettile grave, che sono circa trecentomila. Due ore possono bastare per permettere di riconquistare una normale vita sessuale. Parliamo di impianti che nonostante ciò sono stati realizzati mediante intervento soltanto in duecento casi, da gennaio a oggi, sulla nostra Penisola. Lo si legge nei dati raccolti nel primo Registro nazionale dell’implantologia realizzato in Europa.
A chi sorride, si può rispondere che il diritto alla salute sessuale è sancito dall’Organizzazione mondiale della sanità. Le protesi sono costituite da due cilindri, che vengono inseriti dentro le due camere per l’erezione : i “corpi cavernosi”. Sulla base della consistenza dai cilindri, possiamo distinguere protesi semirigide o non idrauliche e protesi idrauliche. In queste ultime, la consistenza dei cilindri varia tra lo stato di flaccidità e quello di erezione.
Gli specialisti della Società italiana di andrologia (Sia) hanno analizzato i primi dati emersi al livello del registro. L’obiettivo del loro progetto è migliorare il percorso di diagnosi e trattamento, costruendo per la popolazione un canale attendibile di informazione. Il sistema deve essere reso più efficiente e i dati utili devono essere posti a disposizione delle autorità sanitarie. Queste le parole di Fulvio Colombo, membro del board scientifico Sia del Progetto protesica: “Un intervento dura circa 2 ore e prevede il ricovero del paziente per una notte. La chirurgia protesica prevede una risoluzione del deficit erettile nel 100% dei casi: l’attività sessuale riprende regolarmente dopo circa un mese e mezzo e non c’è alcun rischio rispetto a perdita di sensibilità, fertilità o eiaculazione. La protesi dura circa 10 anni, ma studi recenti estendono a 15 anni la durata di circa il 75% delle protesi; se la protesi sviluppa dei problemi di funzionamento, si può comunque procedere con la sua sostituzione.”
Implantologia, le due anime del registro italiano
Il Registro Italiano di implantologia peniena non fornisce soltanto i dati relativi alla nostra Penisola: ha un’altra anima, a carattere divulgativo. Attraverso il sito www.androprotesi.it si rivolge al pubblico e diffonde informazioni corrette. E’ presente in internet anche una lista delle strutture e dei chirurghi implantologi cui è possibile rivolgersi per un consulto specialistico.
Giorgio Franco, presidente della Sia, si è espresso in questo modo: “E’ ormai condiviso e riconosciuto dalla scienza e dalla società civile il ruolo della sessualità nel raggiungimento e mantenimento di una buona qualità di vita. Si tratta di un diritto da rispettare a partire dal rendere facilmente reperibili informazioni corrette sulla patologia, per finire con l’offrire risposte adeguate al problema. La chirurgia protesica offre una soluzione sicura ed efficace agli uomini che non trovano risposte nelle terapie farmacologiche. Il Registro punta a darle il giusto spazio all’interno del panorama dei trattamenti, nella piena consapevolezza che per molti la chirurgia protesica rappresenta l’unica soluzione percorribile per ritrovare la serenità di coppia”.
Chi deve ricorrere alla protesi
Devono ricorrere all’implantologia i pazienti con disfunzione erettile grave, che come detto non rispondono alle terapie farmacologiche. Le cause che portano al deficit erettile grave sono diverse: vanno dalle malattie vascolari e dismetaboliche (come il diabete), alla chirurgia per il tumore alla prostata, ai traumi subiti nell’area genitale. Fino a oggi, a questo riguardo non esisteva alcuna fonte ufficiale di informazione sulle modalità di intervento, le tipologie di protesi, le strutture e gli specialisti dedicati a questo genere di chirurgia presenti sul territorio nazionale.
Protesi, parla il coordinatore del Registro
Edoardo Pescatori, ideatore e coordinatore del Registro, ha dichiarato: “Si tratta di procedure che in mani qualificate sono sicure, con poche controindicazioni, ad esempio un grave diabete scompensato. Parliamo di una vasta fetta della popolazione maschile che ha perso la possibilità di avere o mantenere l’erezione per seri problemi fisici. Una condizione che diventa ancora più drammatica quando colpisce i giovani che, in assenza di soluzioni, vedrebbero svanire anche la possibilità di diventare genitori per via naturale. Un diritto negato anche a causa delle lunghe liste d’attesa di oltre 2 anni nelle strutture pubbliche, come rilevato dal Registro: ciò configura un bisogno di salute fisica che attualmente non è purtroppo soddisfatto.”