Sonno, come dormivano i nostri progenitori?

Sonno, come dormivano i nostri progenitori?

Che fare per capire come dormivano i nostri progenitori? Per avere un’idea è possibile osservare popolazioni rimaste isolate, che vivono ancora in epoca preindustriale. E’ il caso di popoli che vivono in località remote dell’America meridionale e dell’Africa. Un team di scienziati statunitensi li hanno osservati, al fine di entrare nelle abitudini legate al sonno dei nostri antenati.

Sonno dei progenitori, come si è svolta la ricerca

Parliamo, in particolare, di 94 persone delle tribù Hadza (Tanzania), Tsimane (Bolivia) e San (Namibia), che quando dormono hanno costumi simili, anche se si differenziano a livello culturale e per luogo geografico abitato. In questi gruppi si dorme poco più di 6 ore per notte, andando a dormire 3 ore e 20 minuti dopo il tramonto e alzandosi prima dell’alba. Durante il giorno, costoro non dormono mai e l’insonnia è un fenomeno sconosciuto: nella loro lingua, non saprebbero come indicarla. Ha pubblicato lo studio così condotto la rivista Current biology.

Sonno: si dorme meglio in una capanna?

Pur dormendo all’aria aperta oppure con il modesto riparo di capanne, la salute in queste tribù è ottima. Questi popoli non soffrono di ipertensione e il loro fisico non ha problemi diffusi tra coloro che si ritengono “civilizzati”. Posto che il consumo di energia in questi primitivi dei giorni nostri non si discosta da quello dell’americano medio, non è il movimento a preservarli.

Il sonno dell’americano medio

Ma che cosa avviene, appunto, all’americano medio? Tra gli statunitensi, il 48% della popolazione dichiara di soffrire occasionalmente di insonnia; coloro che hanno problemi a dormire ogni notte sono il 22%, sulla base di dati resi noti dalla Cnn on line. Con l’insonnia in queste contrade si fanno strada obesità, diabete, depressione e malattie cardiovascolari.

E’ stato chiaro in merito Jerome Siegel, uno degli autori della ricerca: nei Paesi occidentali siamo tutti intenti, nella tèma di non raggiungere il sonno necessario ogni notte, che consideriamo pari a 7, 8 ore. Ora, tuttavia, è chiaro: sei ore per notte erano sufficienti ai nostri progenitori. Queste le parole di Siegel: “Molte persone sono stanche e questo è un problema reale. Tuttavia credo che alcuni di quelli che chiedono aiuto non lo fanno perché non sono riposati, ma perché temono di non dormire abbastanza e pensano di riposare meno a lungo dei nostri antenati. Questi comportamenti, però, sono pericolosi”.

Lo studioso è stato presidente della Sleep research society e per 40 anni ha coordinato un laboratorio di ricerca sul sonno a Los Angeles. Secondo lui, un comportamento è diffuso ed è da evitare: la prescrizione, da parte dei medici, di pillole per riposare delle quali le persone non hanno bisogno. Questi farmaci aiutano le persone ad addormentarsi prima, ma non allungano il numero delle ore per notte.

Non è la luce a regolare il ritmo del sonno

E’ la variazione di temperatura giornaliera, e non la luce a regolare il ritmo del sonno. Continua Siegel: “Spegnere le luci è importante per dormire bene, ma serve anche regolare la temperatura della camera da letto. In condizioni naturali, la temperatura non è solo leggermente inferiore durante la notte, ma è in ‘caduta libera’ durante l’intero periodo”.

Sonno dei progenitori, a che punto è la ricerca

In sintesi, dormiamo troppo? Altri studi saranno necessari al fine di confermare i risultati di queste analisi. Ma Siegel non ha dubbi, poiché secondo lui “Queste persone sono sane, quindi possono certamente insegnarci qualcosa”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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