Giocare d’azzardo, sia attraverso la rete tradizionale, che tramite portali online, è un fenomeno che non può essere trascurato. Né dalla politica e le autorità locali, tanto meno da chi opera nel campo della salute.
Lo sottolineano anche gli ultimi dati resi noti dall’ADM, acronimo che sta per Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: nel corso dei dodici mesi del 2017, in Italia, il settore ha raccolto puntate per un ammontare superiore ai 100 miliardi di euro.
Mantenendo fra l’altro quel segno più messo in mostra negli ultimi tempi.
Forse per questo l’Istituto Superiore di Sanità, in accordo con ADM, e in collaborazione con Explora ha portato avanti una ricerca che aveva come obiettivi l’acquisizione di quante più informazioni possibili sulla reale dimensione del gioco d’azzardo e il calcolo dell’impatto di questo fenomeno sulla salute pubblica.
Per realizzare “Il gioco d’azzardo in Italia: ricerca, formazione e informazione” sono stati così coinvolti 218 comuni e poco più di 12.000 individui per quanto riguarda gli adulti, 200 scuole superiori di secondo grado sparse in cento differenti comuni e 15.000 studenti circa fra i 14 e i 17 anni per quanto riguarda i minori.
Rivolgendo la nostra attenzione sulla sezione dedicata agli adulti, scopriamo che il 36,4% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno precedente all’intervista. Una percentuale che ‘tradotta’ in termini assoluti vuol dire poco meno di 18 milioni e mezzo di individui.
Il fenomeno sembra interessare un uomo su due (il 43,7%, oltre 10 milioni e mezzo) e una donna su tre (il 29,8%, all’incirca 8 milioni). Soprattutto, mostra un certo appeal verso quella popolazione con età compresa fra i 40 e i 64 anni.
Ma dove giocano gli utenti italiani?
La quasi totalità di loro, il 94,5%, dichiara di farlo attraverso il cosiddetto circuito tradizionale, quello offline, fatto di sale bingo e agenzie per scommesse distribuite su tutto il territorio. Una modesta quantità, l’1,7%, predilige le poker room e le sale da gioco online. Mentre il restante 3,8% dei giocatori non sembra avere un ambiente prediletto e punta indistintamente sia nel mondo reale che in quello fatto di pixel.
Giocatori d’azzardo: il nord europa vince il gaming online
Insomma, numeri ben distanti da quelli che si registrano in alcuni Paese dell’Europa settentrionale, dove il gaming online ha ormai preso il sopravvento.
Concludiamo ricordando i quattro profili del giocatore tipo: sociale o ricreativo; a basso rischio; a rischio moderato; problematico.
Dei 18 milioni e mezzo di giocatori italiani il 26,5% rientra nella prima categoria.
Il 4,1% nella seconda, quella a basso rischio.
Il 2,8% nella terza, quella a rischio moderato.
Mentre i cosiddetti giocatori problematici rappresentano il 3% della popolazione dei player. In altre parole, 1 milione e mezzo di individui in età adulta sembra avere problemi col gioco d’azzardo.
Adesso sarà interessante scoprire come le novità normative introdotte sul finire della scorsa estate, 2018, impatteranno sulle percentuali riportate nelle righe precedenti e conseguenza di interviste realizzate fra i mesi di luglio 2017 e gennaio 2018.