Che cosa è avvenuto nel 2013 alla nostra spesa sanitaria? Questa si è contratta, fermandosi a 144 miliardi di euro, circa 30 dei quali vengono spesi direttamente dalle famiglie. Con la spesa privata sanitaria più alta troviamo la Lombardia (608 euro), l’Emilia Romagna (581) e il Friuli Venezia Giulia (551), che vantano anche strutture sanitarie pubbliche con standard qualitativi più elevati delle altre regioni. Calabria (274 euro), Campania (263) e Sicilia (245) sono al limite opposto. La situazione è invariata da 10 anni. Le Regioni più ricche e con il sistema sanitario più efficiente, in sintesi, vantano anche una spesa procapite in sanità privata più alta rispetto alle altre, mentre le regioni più povere registrano un fenomeno di “rinuncia alla cura”.
Fondo Est, che si occupa di assistenza sanitaria integrativa, in occasione del suo decennale, ha presentato le statistiche riportate durante il convegno dal titolo “Il Futuro dell’assistenza sanitaria integrativa: modello italiano e modelli europei a confronto”.
Si contrae la spesa sanitaria: sgravare le famiglie dagli oneri economici
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Fondo Est, si è espresso in questo modo: “Occorre sgravare le famiglie da oneri economici sempre più difficilmente sostenibili, per contrastare il fenomeno della ‘rinuncia alle cure’ e favorire un più equo accesso alla tutela della propria salute”.
Si contrae la spesa sanitaria, le statistiche
La spesa sanitaria privata è pari al 22% circa della spesa sanitaria totale, che nel 2013 ammontava nel suo complesso a 144miliardi di euro.
Simile è la situazione in altri grandi Paesi europei.
L’anomalia, però, riguarda un dato: tale spesa non è intermediata da fondi o assicurazioni, ma deriva direttamente dalle tasche degli italiani.
Soltanto 1,4 miliardi siano intermediati, circa il 4,7% del totale della spesa privata. Che fare? Si potrebbe agire, secondo la fonte, rafforzando la sanità collettiva integrativo-sostitutiva, basata sulla mutualità, della quale sono espressione i Fondi sanitari, le casse e le società di mutuo soccorso.
Ecco quanto si legge in un periodo nel quale il Welfare state non è più al primo posto: si afferma la sanità privata in alternativa a quella pubblica e si apre il mercato per i fondi integrativi, dove il settore pubblico è carente. Più che potenziare i fondi, forse si dovrebbe rendere più efficiente la sanità pubblica. Giudicate voi.