La triste vicenda di dj Fabo, di cui giornali e tv hanno molto parlato nelle scorse settimane, ha riportato in primo piano la complessa e annosa questione del testamento biologico. Fabiano Antoniani ha trovato volontariamente la morte a 39 anni in Svizzera, dove ha potuto avviare il percorso del suicidio assistito. Una decisione sofferta ma convinta, la sua, dopo che la sua vita era cambiata all’improvviso il 13 giugno del 2014 in seguito a un incidente stradale, a causa del quale era diventato cieco e tetraplegico. Dj Fabo ha scelto di porre fine alla sua vita all’estero, non potendo farlo in Italia proprio per la mancanza di una legge che disciplini in maniera completa e organica il cosiddetto “fine vita”.
Testamento biologico: cos’è?
Il testamento biologico si basa su un dato di base: la salute è un diritto fondamentale e, in mancanza di un consenso dell’interessato, qualsiasi cura o terapia deve ritenersi priva di legittimità. In altre parole, ognuno di noi è libero di accettare o rifiutare il programma terapeutico che un medico ci offre per tutelare la nostra salute. È il cosiddetto principio di autodeterminazione, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, cardine del concetto del “consenso informato”, ossia il diritto del paziente di scegliere, accettare o anche rifiutare le cure ed i trattamenti che gli vengono proposti: ognuno ha il diritto di esprimere il proprio consenso (o dissenso) ad un trattamento in tutta libertà, naturalmente dopo essere stato compiutamente informato e reso consapevole dei benefici che potrà ottenere e dei rischi che corre.
Testamento biologico solo per chi è in grado di intendere e volere
Naturalmente, la possibilità di esprimere tale consenso presuppone la “capacità” di poter prendere quella decisione; rimangono, quindi, esclusi da questo diritto tutti coloro che, a vario titolo, non sono in grado di intendere e volere. Pensiamo a chi è in coma o in uno stato vegetativo permanente (cosa vi dice questo nome: Eluana Englaro?) o, più semplicemente, a chi è affetto da gravi malattie che menomano la capacità di esprimere la propria volontà: tutti soggetti che non possono certamente comprendere le informazioni che gli vengono fornite e, meno che mai, esprimere un consenso o un dissenso. Il venir meno della integrità intellettiva rende, quindi, inefficace il principio di autodeterminazione, o almeno rende impossibile rispettare il diritto che ne deriva. Il testamento biologico, allora, altro non è che un documento con il quale ognuno può indicare, in un momento in cui è in grado di prendere una decisione consapevole, quali terapie intende o non intende accettare qualora in futuro sia in una condizione di incapacità ed impossibilità ad esprimere la propria volontà. Il medico nel momento di effettuare delle scelte terapeutiche su una persona che abbia perso la capacità di decidere, avrà a disposizione delle indicazioni anticipate che possano costituire una guida, mantenendo così la possibilità di ottemperare alla volontà del paziente anche quando questi non sia più in grado di comunicarla. In particolare e nel dettaglio, nel testamento biologico si chiede che determinate misure urgenti a sostegno vitale non siano messi in atto qualora, due medici, di cui uno specialista, siano del parere che servano soltanto:
- a prolungare lo stato di agonia del paziente;
- a mantenere il paziente vivo ma in stato di incoscienza permanente;
- a mantenere il paziente in uno stato di demenza;
- a mantenere in vita il paziente ma totalmente paralizzato e incapace di comunicare.
Le misure urgenti in questione sono:
- la rianimazione cardiopolmonare;
- la ventilazione assistita;
- la chirurgia d’urgenza;
- le trasfusioni di sangue,
- l’alimentazione artificiale;
- terapie antibiotiche.
Nel testamento biologico è possibile inserire altri dati: ad esempio, si può dare il proprio assenso per un eventuale espianto di organi oppure circa l’impiego della salma per delle finalità scientifiche, si può esprimere il desiderio di avere assistenza religiosa, se si vuole essere cremati.
Testamento biologico: come redigerlo perché sia valido
Il soggetto che decide di redigere il testamento biologico (chiamato testatore) deve esprimere le sue volontà in condizione di salute mentale perfetta e lucida, indicando le terapie che vuole o non vuole accettare nel caso in cui, un giorno, dovesse verificarsi una situazione in cui non possa decidere in maniera autonoma.
In particolare, riportando per iscritto che si troverà impossibilitato a prestare il proprio consenso non essendo capace di intendere e di volere, il testatore si riserva già prima di questa eventualità (e, quindi, in un momento in cui è pienamente lucido e in grado di esprimere le sue volontà) di decidere se accettare o meno le cure che vengono suggerite per curare patologie o lesioni di origine traumatica cerebrale, difficilmente reversibili o invalidanti. Allo stesso modo, egli può dichiarare se accettare o meno terapie per debellare patologie che lo porteranno a subire delle cure permanenti con macchinari o strumenti artificiali che vadano a limitare o a impedire del tutto una vita normale.
Testamento biologico: non ci sono regole
Fino a quando non entrerà in vigore una legge che dia valore legale al testamento biologico, la sua redazione non deve soddisfare delle particolari norme. Ciò significa che ciascuno di noi può prendere carta e penna e scrivere come comportarsi nell’ipotesi in cui egli si trovi nelle situazioni di cui si è detto, magari conservando il foglio nella scrivania. Spesso viene richiesto a due testimoni di apporre la propria firma sul documento privato; molti decidono di utilizzare uno dei tanti moduli messi a disposizione da parte di apposite associazioni presenti online.
È importante inserire le proprie generalità in modo corretto: nome e cognome, luogo e data di nascita, domicilio e data in cui è stato sottoscritto. Ma ciò che più conta è la nomina di un fiduciario che fungerà da rappresentante nel far rispettare la volontà del sottoscrittore.
Una volta compilato lo si può inviare anche al sindaco o all’ufficio del Comune della città in cui si ha la residenza. Diversi Comuni italiani, infatti, hanno degli appositi registri dedicati proprio all’inserimento dei vari testamenti biologici. L’iscrizione a tali liste, ovviamente, è riservata esclusivamente ai maggiorenni presso il Comune in cui si ha la residenza.
Altra possibilità è quella di depositare il documento in posta, alla presenza di almeno due testimoni.
In un mondo che ruota intorno a internet, non manca chi affida le proprie volontà a Facebook o Twitter, magari attraverso un filmato postato poi sui social network.
Testamento biologico: ha valore legale?
Proprio in quanto in Italia non c’è una legge che lo disciplini, il testamento biologico non ha – attualmente – valore legale. Tuttavia, non sono mancati giudici che hanno di fatto confermato le volontà di chi redige il testamento biologico.