Tumore 3D, come un sinistro fuoco d’artificio

Tumore 3D, come un sinistro fuoco d’artificio

Le cellule dei tumori si muovono, variano la propria collocazione, attuando un continuo ricambio. La loro aggressività è quel che le rende così difficili da sconfiggere. Ora i medici hanno un’arma in più contro il cancro: possono vedere come agisce e ciò può costituire la chiave per neutralizzarlo. Lo si può osservare in maniera lampante da un modello a tre dimensioni di questa malattia, come si legge sulla rivista Nature. Il tumore si riproduce come un sinistro fuoco d’artificio. Questo sistema, che ci permette di studiare il tumore 3D, come se si sviluppasse sotto i nostri occhi, è stato realizzato al livello dell’Università di Edimburgo, dall’équipe guidata da Bartek Waclaw.

Modello del tumore 3D: ecco come hanno lavorato i ricercatori

Simulazioni a tre dimensioni dello sviluppo dei tumori nel tempo sono state realizzate grazie ad algoritmi specifici. Si è visto che queste malattie hanno origine da una cella canaglia: questa ultima si moltiplica, creando una massa maligna formata da miliardi di cellule. Anche dopo molti mesi, una delle nuove cellule create può sostituire una massa che si è riusciti ad eliminare, aggiungendo nuove cellule dove quelle presenti erano state debellate. Poniamo che con la terapia si sia riusciti a distruggere quasi tutte le cellule: avviene che quelle rimaste si replicano rapidamente e il paziente deve avere a che fare con una recidiva. Le cellule, inoltre, possono mutare per diventare resistenti ai farmaci.

Modello del tumore 3D: a che cosa serve

Secondo Martin Nowak dell’università di Harvard, uno degli autori dello studio, con il nuovo modello si osserva la migrazione delle cellule a livello locale: queste ultime si spostano nel tessuto aggredito e in esso si dividono e si moltiplicano, occupando sempre più spazio. E’ proprio la migrazione a livello locale che causa la capacità di formare metastasi, che di fatto uccide il paziente. La maggior parte delle mutazioni sono passeggere e hanno effetti ridotti sulle cellule. Nelle cellule malate, tuttavia, il 5% delle mutazioni, le cosiddette mutazioni chiave, permettono alle cellule di dividersi più velocemente e protrarre la loro esistenza, o di diventare resistenti a determinate sostanze. Se questo approccio non fornisce alcuna cura miracolosa per il cancro, come ha affermato Waclaw, si può partire da questa rappresentazione per suggerire possibili modi per migliorare le terapie. Bisogna focalizzare la migrazione locale, e non soltanto la crescita, “come fanno le terapie standard”.

 

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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