Trapianto, un fegato per due
Attualità

Trapianto, un fegato per due

29/08/2015
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Una bambina di un anno e un ragazzo di sedici anni erano in attesa per ottenere un trapianto di fegato e le loro condizioni erano difficili. Questo mese, erano stati ricoverati all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Considerate la gioia, quando si è reso disponibile un donatore: è stato deciso di utilizzare un fegato per due. I due, un giovane e una bambina in tenerissima età, sono stati operati insieme. I due soggetti erano in competizione per lo stesso trapianto: è stata attuata, allora, questa scelta non priva di rischi, che si è resa necessaria date le condizioni proibitive della salute dei due pazienti. L’operazione è riuscita in entrambi i casi: nei prossimi giorni, la bambina e il ragazzo lasceranno l’ospedale.

Jean De Ville, direttore del dipartimento chirurgico del Bambino Gesù, parla di una situazione difficile, “ma anche un’opportunità che capita raramente”. A entrambi i soggetti, è stata offerta una “prospettiva di vita e di guarigione”.

Trapianto, la condizione pregressa dei due pazienti

Il primo in lista d’attesa era il ragazzo, che si trovava in progressivo deterioramento nutrizionale e soffriva di uno scompenso della funzionalità epatica. Ricoverato spesso negli ultimi mesi, aveva ormai necessità di assistenza ospedaliera continua. Per la bambina appena nata si era configurata la possibilità di un trapianto da donatore vivente, posto che il padre si era offerto senza condizioni: si era verificato, tuttavia, un problema di compatibilità. Dato che il tempo stringeva e le condizioni della bambina peggioravano, si era deciso di tentare il trapianto nonostante il diverso gruppo sanguigno, attuando una preparazione immunitaria specifica. L’esistenza del donatore è stata resa nota alla famiglia proprio quando la preparazione stava per cominciare.

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Trapianto, come si sceglie il soggetto che lo riceve

Per dare una destinazione all’organo da trapiantare, “la priorità va sempre al paziente più ammalato”, come afferma De Ville. Non si poteva applicare questa regola, in ispecie, a questi casi, posto che entrambi i pazienti erano in situazioni gravi: quindi i medici si sono trovati di fronte a una decisione difficile. Poi hanno pensato alla differenza di peso ed età dei due soggetti: il fegato disponibile bastava a entrambi. Per questa ragione, si è optato per il trapianto simultaneo.

Trapianto e divisione del fegato: Italia all’avanguardia

L’Italia è uno dei Paesi con maggior numero di casi di divisione di un fegato per trapiantare due pazienti: la tecnica è nel nostro patrimonio. In molti casi, si sceglie di destinare la sezione destra del fegato al paziente adulto. La parte più piccola, di dimensioni più ridotte, è per il bambino. Tre équipe vengono utilizzate, solitamente, per l’intervento: una attua il prelievo e le altre due si occupano dei due trapianti. Si tratta di interventi quasi contemporanei. In questo caso, tuttavia, i tre interventi sono stati posti in essere dalla stessa équipe e i due trapianti sono avvenuti nello stesso ospedale: un rischio calcolato. Tutto è finito bene. Al Bambino Gesù, dall’inizio del 2015, sono stati portati a termine diciassette trapianti di fegato, dieci dei quali da donatore vivente: in Italia, è il numero più alto.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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