Domani, da Milano, parte iRUN2, una vera e propria performance live. Si tratta di una campagna nazionale che sensibilizza alla salute, alla prevenzione e allo screening del tumore colon retto. La promuove l’associazione no profit Podisti da Marte, con l’Osservatorio nazionale screening (Ons) e il Gruppo italiano screening colo-rettale (Gisco). Sostiene l’iniziativa la Gazzetta dello Sport. Siamo alla tappa lombarda dell’iniziativa: si gode del patrocinio di Regione Lombardia e del sostegno della Rete oncologica lombarda (Rol). Bisogna invitare i giovani a riflettere e ad agire per sensibilizzare i meno giovani. Tutti, infatti, possono sostenere la campagna #iRUN2. E’ possibile scattare un selfie e postarlo sulla pagina Facebook dedicata all’iniziativa o sul proprio profilo (se pubblico) con l’hashtag #iRUN2, taggando almeno due amici. Sulla pagina Facebook di iRUN2 saranno pubblicate informazioni sulla malattia, su come prevenirla e sulle attività correlate alla campagna.
Che fare contro l’insorgenza del tumore del colon retto
Tutto quel che si può fare contro il tumore del colon retto è promuovere il giusto stile di vita. Si consiglia, inoltre, regolare attività fisica. Ma abbiamo un’arma in più: il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente uno screening, che permette di scoprire precocemente il tumore. Prevenzione, diagnosi, raccolta di informazioni sono gli strumenti a nostra disposizione: su ciò si basa #iRUN2.
Tra qualche settimana la campagna raggiungerà la Campania e altre regioni saranno toccate. Si agirà sul coinvolgimento dei cittadini, ma non soltanto: parteciperanno personaggi dello sport, dello spettacolo, della politica e del giornalismo.
Fabrizio Cosi, fondatore e presidente dell’associazione Podisti da Marte, sottolinea i progetti sociali promossi dall’associazione, che generano attivismo civico e solidale, con il motto “no profit, no stop”. Si gioca, da domani, sulla metafora della corsa.
Come si svolge lo screening per il cancro colo-rettale
Si tratta di un programma di sanità pubblica, offerto gratuitamente ai cittadini nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 69 anni. Le Asl sono attive in questo senso: spediscono regolarmente gli inviti al domicilio. Coloro che aderiscono al programma ritirano il kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci nei punti convenzionati con i servizi di prevenzione. Questo test dovrebbe essere attuato ogni due anni.
E’ così che si capta precocemente la malattia, quando è ancora curabile. E’ anche possibile individuare i polipi, precursori del cancro. Rimuovendoli in endoscopia il tumore colo-rettale viene sventato. In questo modo diminuisce la frequenza del carcinoma intestinale. La popolazione invecchia e con l’invecchiamento si manifesta questa tipologia di cancro, con rischio che diventa significativo a partire dai 50 anni. “A partire dal mezzo secolo di vita”, come afferma Emanuela Anghinoni, presidente Giscor.
Che cosa succede dopo lo screening
Roberto Labianca, coordinatore della Rete oncologica lombarda (Rol) – il network creato da Regione Lombardia per favorire la condivisione delle informazioni cliniche e la comunicazione tra i medici e le strutture sanitarie che attuano la prevenzione oncologica, assistono e curano le persone colpite da tumore – ha affermato che “nello stadio iniziale l’intervento chirurgico, eventualmente associato a chemioterapia, è in genere risolutivo; in caso di metastasi, si rende necessario un trattamento farmacologico che consiste nella tradizionale chemioterapia in combinazione con i farmaci biologici, terapie mirate in grado di interagire con processi vitali delle cellule tumorali come l’angiogenesi. L’avvento di questi farmaci ha contribuito a modificare la storia naturale del tumore al colon retto, riuscendo, in molti casi, nell’obiettivo di controllare la malattia, cronicizzandola”.