Tumori, in Italia si guarisce
Attualità

Tumori, in Italia si guarisce

23/10/2015
29 Visite

Come è noto in diciassette anni, dal 1990 al 2007, i pazienti che hanno sconfitto il cancro nella nostra Penisola sono aumentati: parliamo del 18% in più tra gli uomini e del 10% in più tra le donne. Sulla base di queste percentuali, l’Italia si colloca al vertice in Europa per numero di guarigioni, soprattutto nei tumori più frequenti come quelli del colon (il 60,8% contro il 57%), del seno (l’85,5% contro l’81,8%) e della prostata (l’88,6% contro l’83,4%). Nuove armi si stanno affermando oggi, come l’immuno-oncologia, che ha già dimostrato di migliorare in maniera significativa la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma e sta evidenziando risultati importanti anche in un big killer come il tumore del polmone e nel rene. Gli italiani, tuttavia, non sono al corrente di questi importanti risultati: per il 41% non esistono terapie efficaci, la maggioranza (54%) ritiene che si debba ancora parlare di male incurabile e il 72% non ha mai letto nulla sull’immuno-oncologia. Un sondaggio su quasi 3.000 cittadini, condotto lo scorso settembre dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), presentato al XVII Congresso nazionale della società scientifica che si apre oggi a Roma, evidenzia lo scarso livello di conoscenza degli italiani.

Tumori, l’Aiom sbarca sui social network

Secondo Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom, “Per questo l’Aiom sbarca sui social network, con una pagina Facebook e un profilo Twitter (@AIOMtweet)”

Sono il 41,7% gli italiani (4 su 10) che ricorrono alla rete per leggere notizie sulla salute. Il 50,3% dell’intera popolazione è iscritto a Facebook (il 77,4% degli under 30) e il 10,1% usa Twitter, secondo i dati del Censis. Fra i pazienti oncologici e i loro familiari, poi, queste percentuali aumentano in maniera esponenziale, poiché più dell’80% si informa sul web anche sulle terapie innovative o per condividere la propria esperienza. Aggiunge Carmine Pinto: “È forte la sete di conoscenza. Come emerge dalla nostra indagine, il 74% dei cittadini vorrebbe ricevere più informazioni su come prevenire la malattia e sulle nuove terapie. L’uso dei social network ci permetterà anche di contrastare i falsi miti che circolano online sui tumori. Questo è possibile solo andando nei ‘luoghi’ dove nascono e crescono queste informazioni sbagliate”.

Immagine di copertina
Salute
Ulcere diabetiche: la nuova tecnologia laser è italiana
Ulcere diabetiche: sono un disagio che si protrae a lungo e compromette il senso di sicurezza…
Italia: cure ad alto livello, scarso livello di conoscenza

Nel 2015 sono previste nel nostro Paese 363mila nuove diagnosi. Ancora le parole di Pinto: “Il 60% dei pazienti guarisce. Un risultato raggiunto anche grazie a terapie sempre più efficaci. E l’immuno-oncologia, che stimola il sistema immunitario contro le cellule malate, ha aperto una nuova era nel trattamento. È importante migliorare il livello di consapevolezza sulle nuove frontiere della lotta al cancro, anche al di fuori dei mezzi di comunicazione tradizionali”.

Livello dell’oncologia italiana: positivo il giudizio dei cittadini

Il 56% dei cittadini interpellati ritengono il livello dell’oncologia italiana superiore a quello degli altri Paesi europei. Il professor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli e coordinatore delle Linee guida Aiom sul melanoma, si è espresso in questo modo: “L’Italia ha guidato le sperimentazioni in questo campo, che hanno portato all’approvazione nel 2011 del primo farmaco immuno-oncologico, ipilimumab, che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma in fase avanzata: il 20% dei pazienti è vivo a 10 anni. In questi casi possiamo parlare di cronicizzazione della malattia. Un risultato impensabile prima dell’arrivo di queste terapie, visto che la sopravvivenza mediana in stadio metastatico era di appena 6 mesi, con un tasso di mortalità a un anno del 75%. Oggi si stanno evidenziando ulteriori progressi grazie all’associazione ipilimumab e nivolumab, una nuova molecola immuno-oncologica. La combinazione di queste armi ha evidenziato miglioramenti nella sopravvivenza rispetto a ciascuno dei due farmaci somministrati in monoterapia. Non solo. Le risposte sono state più veloci, più profonde, con una maggiore riduzione del tumore, e più durature”.

Tumore al polmone, passi avanti

Nel 2015, il tumore al polmone farà registrare in Italia 41.000 nuovi casi. Così si esprime il professor Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di onco-ematologia dell’Ospedale ‘Moscati’ di Avellino: “Nella forma non a piccole cellule non squamosa (adenocarcinoma) in fase avanzata, che finora presentava scarse opzioni terapeutiche, il 39% dei pazienti è vivo a 18 mesi. Nivolumab garantisce un vantaggio netto nella sopravvivenza rispetto ai pazienti trattati con la chemioterapia (23%). E il 20% dei pazienti colpiti dalla forma non a piccole cellule squamosa metastatica è vivo a tre anni. Siamo di fronte a un’innovazione davvero impressionante, ai primi reali progressi negli ultimi venti anni in una malattia particolarmente difficile da trattare. L’unica arma disponibile infatti era rappresentata dalla chemioterapia, poco efficace e più tossica”. Aggiunge ragguagli in merito al tumore del rene il professor Pinto: “nel 2015 questa neoplasia farà registrare 12.600 nuove diagnosi: nivolumab ha dimostrato una riduzione del rischio di morte del 27% nella fase avanzata rispetto al braccio di controllo”.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *