Zucchero contro il rene policistico?

Zucchero contro il rene policistico?

Sembra l’uovo di Colombo: agirebbe contro il rene policistico una molecola di zucchero modificato, tale da non poter essere spezzata per produrre energia. In breve, uno zucchero che non funziona. Lo affermano i ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Hanno finanziato la ricerca l’Associazione italiana rene policistico e la fondazione Telethon. Pubblica lo studio il Journal of the American society of Nephrology. La molecola di 2-deossi-glucosio (2DG) è stata sottoposta a test: è o non è efficace nella regressione o riduzione delle cisti renali?

Rene policistico, che cos’è

La sindrome da rene policistico è una patologia genetica autosomica dominante, cronica e progressiva.

Se si è colpiti, si formano cisti in entrambi i reni. Esse si espandono per numero e dimensione, via via che la vita trascorre, finché l’organo non perde funzionalità.

Studi precedenti hanno acclarato che è collegato alla sindrome del rene policistico un difetto intrinseco nella gestione della via della glicolisi, ovvero nella produzione dell’energia cellulare. Che cosa fanno le cellule malate? Anche se si trovano in presenza di ossigeno, utilizzano la via anaerobica per attuare la glicolisi. La glicolisi è un processo chimico in base al quale la cellula, per soddisfare il proprio bisogno energetico, utilizza il glucosio e ne ricava due molecole di acido piruvico. Le cellule esaminate non generavano energia a partire dal glucosio, ma funzionavano senza ossigeno, come avviene quando l’ossigeno è carente, e producevano lattato. Essendo prive del gene Pkd1, le cellule erano dipendenti dal glucosio e ne utilizzavano una grande quantità. La progressione del difetto renale rallenta se si utilizza un inibitore della glicolisi, chiamato 2-deossi-glucosio (2DG). Si tratta di una molecola particolare, che ha la caratteristica di essere riconosciuta dalle cellula come una normale molecola di glucosio e quindi di essere assorbita dalla cellula stessa per produrre energia.

Rene policistico e zucchero modificato: che cosa succede alla molecola?

Ma che cosa succede? La molecola ha una modifica strutturale, che inibisce la glicolisi. In presenza dello zucchero modificato, la cellula diventa incapace di produrre energia. Due sono stati i topolini con rene policistico posti sotto analisi. In uno la malattia si è sviluppata lentamente, nell’arco di mesi, in modo simile a quanto accade nell’uomo. Gli scienziati hanno utilizzato un trattamento continuo e a basso dosaggio, che ha diminuito il peso dei reni; anche indice di cistogeneticità e aspetto istologico sono migliorati. Così si è espressa Alessandra Boletta, coordinatrice della ricerca: “Nel secondo caso abbiamo iniziato il trattamento con un volume renale già aumentato e un parenchima compromesso, situazione verosimilmente paragonabile a quella in cui i pazienti dovrebbero entrare in un potenziale ciclo di trattamento. Questi risultati ci portano a essere ottimisti sul possibile uso del 2DG a scopo terapeutico, per la regressione o il rallentamento della malattia in pazienti affetti da rene policistico”. Un finanziamento ministeriale vinto dall’Irccs Ospedale San Raffaele permetterà il primo studio clinico di sicurezza in merito all’utilizzo del 2DG sul paziente con rene policistico: quest’ultimo avrà luogo agli albori del 2016.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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