Art & Show-Andrea Corigliano: la Meteorologia è una scienza
Andrea Corigliano appartiene all’ultima generazione di Meteorologi. E stiamo parlando di Meteorologi veri, con alle spalle una seria preparazione accademica. Oggi il dott. Corigliano, dopo essere stato docente di Meteorologia presso l’Istituto Tecnico Aeronautico di Genova, è divulgatore scientifico e collabora attivamente con il sito www.meteogiuliacci.it, uno dei pochi siti che basa la sua attività su serie e concrete basi scientifiche, diretto dal Colonnello Mario Giuliacci, da noi intervistato in tempi recenti.
Domanda. Come Le è venuto in mente di fare il meteorologo?
Risposta. La scintilla che ha fatto nascere in me la passione per la Meteorologia è scoccata intorno ai sei o sette anni. Vedevo sempre in televisione il Generale Andrea Baroni, che proprio di recente ha compiuto 97 anni e continua ad occuparsi di meteorologia. E poi Caroselli, in qualche modo l’erede del celebre Generale Bernacca. Ecco, nel sentire questi meteorologi spiegare le previsioni, son rimasto affascinato ed è nato il desiderio di svolgere questa professione. Così ho iniziato a procurarmi libri che parlavano di questa materia in modo adatto alla mia età. Poi, con internet, il panorama si è allargato ulteriormente ed ho potuto anche cominciare a scambiare opinioni con altri appassionati. All’inizio non sapevo bene che indirizzo di studi prendere. Infatti dai miei docenti del liceo scientifico ebbi il consiglio (sbagliato) di iscrivermi a Scienze Ambientali a Pisa. Ma mi sono subito reso conto che non era la strada giusta. E così, dopo essermi consigliato con il colonnello Giuliacci, decisi di iscrivermi a Fisica e poi di specializzarmi in Fisica dell’Atmosfera.
D. In Italia, oggi, ci sono concreti sbocchi professionali per la figura del meteorologo?
R. Non molti. In Italia ci sono le ARPA regionali legate alla Protezione Civile, c’è l’Aeronautica Militare e pochi centri privati. Poi ci sono tanti siti che si occupano di meteorologia, ma tra questi sono veramente pochi quelli gestiti da professionisti del settore: questo perché, purtroppo, nel nostro Paese la professione del meteorologo non è tutelata, e questi siti sono spesso gestiti da persone senza una seria preparazione scientifica, che può essere data solo dalla laurea in Fisica e successive specializzazioni. La maggior parte di questi portali meteo, approfittando del fatto che la gente non sa che un sito di meteorologia, per essere considerato una fonte attendibile, deve avere al suo interno almeno un meteorologo professionista, fanno rimbalzare le previsioni nei loro connotati più eclatanti. Il motivo è molto semplice: si ha più a cuore il lato commerciale (più accessi, più soldi derivati dalla pubblicità) che l’effettiva valenza scientifica delle previsioni o dell’informazione meteorologica in generale. Ecco perché spesso si leggono previsioni catastrofiche, a dieci giorni, se non addirittura a mesi come se fossero certezze: solo per una questione di marketing. Di conseguenza il vero Meteorologo, che è vincolato ad una deontologia e non può lasciarsi andare a previsioni che sanno di… oroscopo, si vede spesso le gambe tagliate da chi Meteorologo non è ma che, agli occhi del grande pubblico, passa lo stesso per tale. E così ecco che gli esperti nascono come funghi…
D. Per quanto riguarda la formazione professionale, vale il discorso di altre per cui è necessario andare all’estero?
R. In Italia abbiamo oggi ottime facoltà universitarie, che consentono una adeguata preparazione. Anzi, da un decennio c’è anche una prestigiosa Laurea Magistrale in Fisica, a Bologna, che permette di specializzarsi in Fisica dell’Atmosfera. Detto questo, però, non bisogna pensare che ottenuta la laurea si diventi automaticamente un bravo meteorologo. I docenti naturalmente danno le basi per capire la dinamica atmosferica, ma usando molto spesso solo il formalismo matematico per comprendere i processi fisici che la caratterizzano; ma poi se uno vuole fare il meteo-previsore deve cimentarsi nella pratica. All’università si possono imparare forse alcune tipologie di previsione a seconda delle situazioni che si vengono a creare. Ma queste situazioni non sono mai ricorrenti, quindi alla fine è l’esperienza a dare il risultato più attendibile, aiutandosi anche con quello che è successo in passato in una situazione abbastanza simile. Anche dagli errori si hanno quindi dati per fare poi correzioni su previsioni future. Se si desidera fare ricerca, altre aree di specializzazione sono sempre presso l’Università, oppure presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC), al CNR. Oppure, per uno che desidera fare un’esperienza all’estero, un punto di eccellenza è in Inghilterra, a Reading, dove ha sede il Centro Meteorologico Europeo.
D. Noi, comuni mortali, istintivamente stiamo sempre a guardare il cielo per capire che tempo fa o sta per fare. Possiamo immaginare che un Meteorologo professionista sia addirittura fissato in queste osservazioni?
R. Il Meteorologo per fare le sue previsioni deve anzitutto analizzare in modo critico i modelli e tutti i dati a sua disposizione, mettendoci anche la sua esperienza, se è necessario. Ma se deve fare previsioni a brevissimo termine su scala locale, può certamente aiutarsi anche con l’osservazione del cielo, seguendo l’andamento della pressione, l’orientamento dei venti, ovvero dando dettagli ulteriori a quello che un modello non può dare. In questo caso, un altro valido collaboratore è per esempio il radar, che dà modo di capire lo spostamento delle precipitazioni di una perturbazione, prevedendo così se a breve è previsto l’arrivo delle piogge o il loro allontanamento.
Andrea Corigliano ha un folto numero di amici su Facebook che seguono e commentano i suoi interessanti post.
Immagine copertina di Johannes Plenio https://www.pexels.com/it-it/foto/isola-durante-l-ora-d-oro-e-la-tempesta-imminente-1118873/
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