Una masticazione corretta è una delle condizioni necessarie, che non può mancare, per poter garantire un sano sviluppo al sistema stomatognatico.
L’organo della masticazione ha una strategia di crescita che necessita di una condizione endocrina fisiologica e di stimoli funzionali locali costanti fin dal periodo fetale.
Dalla decima settimana tali stimoli sono dati dalla suzione e dalla deglutizione.
Con l’eruzione dei primi dentini da latte (gli incisivi prima inferiori e poi superiori), l’engramma cerebrale di suzione è sostituito da quello di masticazione che non a caso in questa fase è solo incisale, in quanto la protrusione necessaria a realizzarla costituisce un’ulteriore stimolo funzionale che consentirà alla mandibola di raggiungere il raccordo con il mascellare superiore.
L’allattamento, prima, e la masticazione dopo, eseguita con energia e con i cibi “adatti”, dovrebbero fisiologicamente portare a compimento la prima fase di maturazione dell’apparato stomatognatico all’età di sei anni, con il raggiungimento di un contatto testa a testa degli incisivi decidui completamente usurati ed una mesializzazione dei molaretti inferiori maggiore di quella dei superiori.
Filogeneticamente, quando sono comparsi, i denti si caratterizzavano per uniformità dimensionale e morfologica (omodontismo e conodontismo), come nei pesci e nei rettili.
La loro differenziazione avviene simultaneamente alla comparsa della locomozione quadrupedale, ma solo con la stazione eretta si assiste allo sviluppo del “piano occlusale elicoidale”.
Ciò che colpisce è la consonanza tra forma delle arcate e lo sviluppo degli schemi posturo-motori.
Quando lo schema motorio non è ancora strutturato (prima dei 6 anni), il piano occlusale è piatto, come pure la sede articolare del Temporale, il rachide e la pianta del piede.
Il bambino approda al pattern masticatorio evoluto prima della permuta e in tale fase il digrignamento è frequentissimo, quindi funzione e parafunzione producono l’usurabilità necessaria all’instaurarsi del piano occlusale elicoidale deciduo maturo.
Oggi vediamo molto frequentemente bambini che hanno ritardi di permuta (perdono tardi i dentini da latte ), con denti poco o niente consumati e mamme che si preoccupano perché il bambino digrigna i denti soprattutto la notte.
Evidentemente, l’alimentazione “civilizzata”, pur soddisfacendo i bisogni calorici del bambino, non eccita la funzione poiché essa comporta l’abitudine di masticare con semplici movimenti di apertura e chiusura, senza movimenti di lateralità.
La mancanza di movimenti laterali non stimola il parodonto e ciò, associato alle deboli forze muscolari utilizzate per masticare cibo molle, fa si che non si sviluppino adeguatamente quelle linee di forza necessarie all’eruzione dentale. In definitiva, non si avrà una risposta di crescita sufficiente, ma piuttosto un iposviluppo dell’intero sistema con la conseguenza più evidente dell’affollamento dentale, in quanto la dentatura secondaria non avrà a disposizione lo spazio necessario alla sua eruzione e al suo corretto allineamento.
Solo una bilanciata ed efficiente masticazione bilaterale alternata può fornire gli stimoli funzionali adeguati a una fisiologica risposta di sviluppo.
Tale funzione deve essere “bilanciata”, perché deve avvenire secondo angoli di movimento laterale pressoché identici e simmetrici ed “efficiente” perché condotta utilizzando alimenti duri e fibrosi che possiedano un effetto usurante la dentatura.
Molto spesso il bambino, per svariati motivi, inizia a masticare preferenzialmente da un solo lato della bocca, con l’effetto di “sbilanciare” i movimenti laterali della mandibola e di provocare un morso crociato dal lato di masticazione abituale.
Ciò è molto dannoso, non solo per il corretto sviluppo cranio facciale ma anche per quello della colonna vertebrale.
Infatti, la deviazione della mandibola causata dal morso crociato richiede sempre un compenso da parte della testa e poi di tutta la colonna vertebrale e quindi della postura corporea generale.
Anche in virtù dei deleteri effetti posturali, il nostro intervento deve essere precoce e deve mirare a garantire la simmetricità e la bilateralità di funzione, intercettando tutte le possibile cause di masticazione abituale monolaterale.
Nel bambino piccolo (fino ai 6-7 anni) è necessario individuare e correggere, tramite adeguato molaggio selettivo e/o ricostruzioni in composito del piano occlusale tutte le interferenze che si oppongono alla simmetricità della funzione mandibolare, seguiti dalla rieducazione funzionale dal lato opposto a quello di masticazione abituale.
Sarebbe molto importante che i pediatri e/o i genitori controllassero attentamente la bocca e l’eventuale presenza di questa patologia e facessero visitare rapidamente il bambino dall’ortodonzista, perché un piccolo intervento come quello descritto risparmierebbe al piccolo paziente problemi ben più importanti oltre all’utilizzo successivo di apparecchiature ortodontiche più impegnative…..e costose!
Dott. Giuseppe Stefanelli. Odontoiatria sistemica
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