Creatività a più livelli: Artedo, l'arte terapia è soltanto l'inizio
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Creatività a più livelli: Artedo, l’arte terapia è soltanto l’inizio

12/02/2017
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Creatività. L’opera è una chiave per aprire un dialogo con coloro che beneficiano dell’arte terapia.

Una volta istaurato il dialogo, ci si può muovere a più livelli: la danza, il cinema, il teatro, lo scrivere. Azioni come raggi di luce. La creatività scopre tutto un mondo. Si apre, sboccia e si muove a più livelli, si espande, raggiunge più dimensioni. Benedetta Cerasani, laureata in Scienze dell’educazione e presidente dell’Associazione di promozione sociale I girasoli dal 2004, nonché referente di Artedo, ci ha reso chiaro e limpido il quadro di tutte le attività che possiamo attuare per il benessere dei soggetti che si esprimono.

Creatività a più livelli: Artedo, l'arte terapia è soltanto l'inizioIeri e oggi, presso la casa di riposo Villa Alba di Canistro, di concerto con l’associazione I girasoli, che cura l’animazione all’interno di Villa Alba, Artedo Arti terapie ha posto in essere un laboratorio di teatro-terapia dedicato ai dipendenti: giovani, in una casa di riposo. Anche anziani hanno partecipato ai laboratori, spalla a spalla con gli studenti di Artedo, in un clima di integrazione.

Abbiamo raggiunto Benedetta Cerasani mentre era impegnata in questa impresa riuscitissima (e lo è anche nel momento in cui scrivo). Ecco le sue parole.

La creatività innanzi tutto: ci parli dei casi che le sono capitati e della sua esperienza in Artedo.

Come associazione ci avviciniamo al mondo dei linguaggi dell’arte. Quasi per caso, quattro anni fa, lavorando con i minori che entrano in contatto diretto e indiretto con il reato, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di trovare una nuova chiave per poter aprire un dialogo con loro.

Creatività a più livelli: Artedo, l'arte terapia è soltanto l'inizioIniziammo con un gruppo di scrittura: all’interno i ragazzi espressero la volontà di voler frequentare una palestra e da lì decidemmo di mettere in campo, con l’appoggio della scuola di danza di Alessandra Verna un musical dedicato all’integrazione e a esso presero parte cinque minori, con grande soddisfazione del Centro di giustizia minorile di L’Aquila.

Così in una riunione di équipe decidemmo di mettere in moto una situazione nuova, attraverso lo studio dei vari linguaggi: teatro-danza-arte-musica. Intendevamo dare la possibilità alle persone di formarsi in modo diverso, per poter operare nel sociale e raggiungere strade non facilmente percorribili con la metodologia tradizionale.

Nel tempo abbiamo sperimentato il linguaggio della danza terapia anche nelle donne malate di cancro, per far venire fuori anche situazioni di abuso e di anoressia.

Artedo è stato il connubio perfetto con le nostre idee, è una scuola riconosciuta dal Miur che rilascia qualifica Cepas (un organismo si occupa di formazione e certificazione professionale qualificata, ndr), spendibile sul territorio nazionale ed europeo, riconosciuta dall’università del Salento. E’ un investimento su se stessi per chi opera tutti i giorni nel mondo del sociale.

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Creatività. Nel dicembre dello scorso anno si è svolto un vostro evento dedicato alle donne con carcinoma: in che modo possono reagire?

L’evento di dicembre era la chiusura di un progetto che aveva preso avvio a gennaio 2016, grazie al contributo della Susan G. Komen Italia, con la quale abbiamo dato vita ad un campagna di prevenzione dei tumori femminili. Durante l’anno abbiamo incontrato le donne, ascoltato le loro storie ed abbiamo deciso di coinvolgerle prima in un video dal titolo “Nell’educazione, un tesoro”, che ha vinto il 6 giugno il premio dalla coreografa Luisa Signorelli, per la valenza sociale della danza, e poi nello spettacolo di dicembre con una rivisitazione dell’Inferno di Dante Alighieri, calando nei dialoghi le storie delle donne. Creatività a più livelli: Artedo, l'arte terapia è soltanto l'inizio

Il supporto alle donne che lottano contro il carcinoma, lo abbiamo strutturato, riavvicinandolo sempre più alla quotidianità; partirà nel mese di marzo un corso di yoga e nuoto, stiamo raccogliendo fondi per acquistare nuove parrucche da donare alle donne, visto che è  una spesa che la nostra regione non rimborsa e non concede neanche un contributo; abbiamo avuto modo di notare come spesso non siano tutelate sul posto di lavoro, per cui una nostra volontaria si è formata proprio nella tutela della donna durante la malattia.

Nel mese di maggio 2016 siamo entrati in contatto con Europa donna,  l’associazione fondata da U. Veronesi, di cui siamo partner per la regione Abruzzo e con cui stiamo progettando, sempre in Abruzzo, un evento.

Quello che vogliamo è accendere sempre più i riflettori sul cancro e far capire alle persone che il cancro non si contagia, per cui le persone non vanno escluse.

Creatività. E’ in corso oggi, domenica, un vostro evento dedicato a giovani in una casa di riposo: di che cosa si tratta?

Oggi diamo vita a un nuovo evento: attraverso il linguaggio del teatro daremo una possibilità di fare formazione agli operatori del sociale in modo diverso: i professori Vito Furio e Alessandro Morea proveranno a interrompere la metodologia del lavorare individualmente, portando le persone a riconoscersi in un lavoro di “gruppalità”. Abbiamo scelto come luogo del laboratorio, non a caso, la casa di riposo Villa Alba di Canistro, proprio perché gli operatori che spesso lavorano in strutture dedicate all’altro si trovano a dover fronteggiare situazioni  di differenze di linguaggio e di provenienza. In questo abbiamo trovato la grande disponibilità della proprietà della struttura Ini,  nella persona del  professor Faroni, che crede fermamente nella formazione del proprio personale. Lo dimostra sperimentando i nuovi linguaggi dell’arte per creare sempre più, all’interno delle sue strutture di accoglienza, un clima di serenità, sensorialità e “gruppalità”.

Creatività. In che senso la differenza può costruire un punto di forza? In quale contesto ciò viene applicato?

Creatività a più livelli: Artedo, l'arte terapia è soltanto l'inizioLa differenza diventa un punto di forza, nel momento in cui viene utilizzata in maniera corretta: senza ferire l’altro, attraverso un uso corretto dei linguaggi.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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