Vorremmo tutti qualcosa di più e Chiara Gamberale lo sa bene.
Qualcosa di più bello, di più importante, di più significativo, qualcosa di non ben definito, anzi, di assolutamente indefinito, perché se gli dessimo dei contorni ben delineati ci troveremmo a dover rinunciare a tutto ciò che è rimasto escluso e non ne saremmo contenti.
La scrittrice Chiara Gamberale ha dato voce a una simile condivisa attitudine umana e ha costruito su di essa una storia coi caratteri della fiaba, di quelle che a leggerle ti sembrano un nonnulla e poi scopri che ti hanno lasciato un’eredità di pensieri imprevista.
Alla soglia dei quarant’anni, con una bibliografia di successo alle spalle, l’autrice ha messo da parte per questo suo ultimo lavoro il suo stile nervoso e secco, attraverso il quale ci ha portato a conoscere vite immaginarie così simili alle nostre e alla sua, per aprirsi a un’esperienza diversa, quella del racconto fiabesco illustrato, come accade nei libri per bambini.
Forte dell’aiuto grafico di Tuono Pettinato, un artista dalla vena poetica come lo definisce lei stessa, ha costruito e concretizzato in immagini la realtà all’interno della quale vive Qualcosa di Troppo, la protagonista della storia intitolata semplicemente “Qualcosa”.
La fiaba d’autore di Chiara Gamberale
C’era una volta un regno in cui vivevano la principessa Qualcosa di Troppo, suo padre il re Qualcuno di Importante e sua madre Una di Noi.
La principessa era irrefrenabile, la sua esistenza era scandita dalla ricerca e dalla sperimentazione di qualcosa che andasse sempre oltre i limiti, avesse la caratterizzazione dell’eccesso, la facesse sentire unica in ogni suo momento.
Essere così diversi non implica affatto essere felici: ben lo sapeva Qualcosa di Troppo, che a causa del suo stile di vita era sola, tenuta lontana dai Ragazzi Abbastanza, che non sapevano che farsene di un tipo così esagerato e preferivano trascorrere il loro tempo su SmorfiaLibro.
Che poi la vita non sia perfetta neppure in una realtà fiabesca si sa, per cui la principessa si trova improvvisamente priva di punti di riferimento nel momento in cui muore la madre e il padre si chiude in se stesso coltivando il suo dolore e alzando un muro con Qualcosa di Troppo.
Tuttavia, la fiaba sarebbe monca se Chiara Gamberale non avesse dato vita ad un cavaliere errante, nel caso specifico errante nella noia e nel distacco dalla frenesia altrui, il Cavalier Niente.
Strano individuo, costui, fuori dal coro dei Ragazzi Abbastanza, mosso dal desiderio di stare piuttosto che di fare, agire, correre, libero da ogni condizionamento ipocrita, per cui dice ciò che pensa senza filtrarlo attraverso la convenienza.
Qualcosa di Troppo è attratta da lui ma poi lo respinge, è la voce di una coscienza che la principessa ha ridotto al silenzio da molto tempo e che non vuole più sentire.
Preferisce cercare altri supporti umani, altri presunti cavalieri che non la obblighino a essere sincera con se stessa, ad accettare i suoi demoni interiori per poterci convivere, perché pensare di poterli debellare è di nuovo soltanto un’illusione da fiaba.
Nessuno riesce a riempire il vuoto che Qualcosa di Troppo porta dentro di sé, perché è come riempire un sacco bucato: per chiudere gli strappi serve solo la filosofia del Cavalier Niente, che ti induce a rallentare prima, a fermarti poi, a riflettere, a cercare di capire, ad accettare e ad accontentarti di quanto possiedi qui e adesso, senza che il desiderio del troppo finisca col soffocarti.
E vissero tutti felici e contenti?
Forse…….
La vita di tutti nelle pagine di Chiara Gamberale
Chiara Gamberale ci h abituati a trovare nelle pagine dei suoi libri i lati chiari e scuri del nostro quotidiano condurre l’esistenza, stracciando l’involucro protettivo in cui desideriamo crogiolarci: lo ha fatto andando ad accendere le luci nelle case degli altri, invitandoci a comprare quattro etti d’amore così come acquistiamo il nostro cibo quotidiano, facendoci capire che cosa implichi vivere sempre ADESSO, suggerendoci una strana ricetta, tanto facile quanto significativa, per ritrovare noi stessi e la nostra felicità, dedicarci dieci minuti al giorno per fare qualcosa che mai prima nella vita abbiamo fatto.
Ci ha slegati dal contatto con il reale insieme a Massimo Gramellini, dando vita ad un racconto in cui la sua voce femminile ha come contraltare un’insolita voce maschile, quella di un arcangelo di nome Filemone, un angelo custode alquanto bizzarro che l’accompagna in un tratto di vita.
In ognuna delle sue pagine, comunque, Chiara Gamberale ha dato visibilità al mondo dei sentimenti e dei dolori che ci accompagnano sempre nella nostra esistenza e che preferiamo spesso eclissare nel profondo.
In verità sarebbe meglio sciogliere le briglie e lasciarli andare, esorcizzandoli come tenta di fare la scrittrice in questo suo ultimo lavoro.
L’amore, l’amicizia, il bisogno di essere accettati, il rifiuto, la morte appartengono alla vita di tutti, sono sentimenti e valori universali che trovano spazio nei personaggi di Chiara Gamberale in modo del tutto naturale, come per rassicurarci ed indurci ad andare avanti, provando e riprovando sino a quando capiremo che è vero, la vita scava dei buchi dentro di noi che sono irreparabili, ma che incutono tanta paura solo se visti dall’esterno.
Il Cavalier Niente insegna che bisogna scivolare dentro a queste voragini per imparare a conviverci: la realtà non è una fiaba, ma accettarla per quello che è ci aiuterà a viverla meglio.
AUTORE: Chiara Gamberale
TITOLO : Qualcosa
EDITORE : Longanesi
PAGG. 177, EURO 16,90