Ogni giorno, per 4 milioni di italiani, il movimento è dolore

Ogni giorno, per 4 milioni di italiani, il movimento è dolore

Quattro milioni di persone, in Italia, soffrono di dolore cronico all’apparato muscolo-scheletrico, in altre parole, le malattie che provocano dolore ai muscoli e alle ossa. L’osteoartrosi, per esempio, rappresenta da sola circa i 2/3 delle malattie osteoarticolari, con il mal di schiena al primo posto. Senza contare che il movimento è dolore anche per moltissime persone che, pur non soffrendone quotidianamente, vanno comunque incontro a questo problema più di una volta nella vita.

Il movimento è dolore soprattutto per chi lavora

Uno studo dell’Università dell’Insubria ha dimostrato che i disturbi muscoloscheletrici rappresentano la principale causa di disabilità nella popolazione e sono tipicamente correlati all’attività lavorativa. Confrontando i dati infatti emerge che tra la popolazione generale, il 70-85% soffre di mal di schiena almeno una volta nella vita mentre, nella popolazione adulta, l’incidenza annuale e la prevalenza puntale di mal di schiena, di intensità e durata almeno moderate, sono rispettivamente del 10-15% e del 15-30%. Ma se spostiamo l’attenzione sulla popolazione lavorativa possiamo affermare che le malattie e i disturbi muscoloscheletrici (DMS)  costituiscono una delle principali cause di assenza per malattia in molte attività, con un forte impatto sul benessere della forza lavoro, la sua produttività e l’assenteismo.

Diversi studi hanno collegato il verificarsi di disturbi a schiena, collo e arti superiori, con varie attività fisiche sul posto di lavoro, ma questi problemi spesso non sono la semplice conseguenza di esposizioni dannose a sforzi fisici. Studi autorevoli mostrano come tali disturbi siano anche associati a fattori di rischio psicologici come stress lavorativo, basso tono dell’umore e tendenza alla somatizzazione.

Il movimento è dolore anche per i giovanissimi

Il dato che stupisce di più però è che il 67% degli adolescenti soffre di mal di schiena e quasi 1 su 3 ne è colpito in forma cronica. Per risolvere il problema, il 41% si è sottoposto a visite mediche; tra coloro che hanno utilizzato medicinali per trovare sollievo dal dolore, il 38% è ricorso a paracetamolo e quasi 1 ragazzo su 3 a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che in realtà andrebbero utilizzati solo quando il paracetamolo non è sufficiente o nel caso il disturbo avesse una componente infiammatoria. Sono questi i risultati di un’indagine promossa dall’Associazione HEMOVE (HEalth and Motion VEnice association) su un campione di 141 studenti tra i 15 e i 17 anni, di due Licei veneti, nell’ambito di un programma educazionale e formativo sulla lombalgia, denominato “Progetto Colonna”.

Il movimento è dolore, ma come nasce il problema?

Come spesso accade per le malattie dell’apparato locomotore, l’origine del dolore muscoloscheletrico non è del tutto chiara. Per giustificare la comparsa del dolore vengono chiamati in causa diversi fattori come infiammazione, fibrosi, degradazione tissutale, disturbi dei neurotrasmettitori e neurosensitivi.
  1. I tessuti si infiammano e questo porta alla sensibilizzazione dei recettori nervosi periferici.
  2. L’infiammazione può stimolare la fibrosi: aumenta il collagene dentro e fra cellule e tessuti. Ciò riduce la possibilità dello scivolamento dei tessuti durante il movimento, portando a danni da stiramento e  dolore.
  3. L’infiammazione ha come conseguenza anche l’aumento locale di enzimi che degradano i tessuti è avviano quindi il processo di degenerazione.
  4. A volte i problema dipende da livelli alterati di alcuni neurotrasmettitori nei tendini e nel midollo spinale
  5. Così com l’infiammazione causa ipersensibilità e quindi amplificazione del dolore, al contrario la fibrsi può comprimere i nervi e avere come conseguenza una riduzione della sensiblità.

Quando il movimento è dolore si manifesta così

Ciò che caratterizza maggiormente i disturbi muscolo-scheletrici è il dolore (acuto o cronico) che può essere localizzato in un punto preciso oppure essre diffuso e, oltre a muscli e scheletro, coinvolge anche i tessuti nervosi. Altri sintomi associati possono essere  mancanza di forza, limitazione del movimento e rigidità.
I disturbi, ovviamente, aumentano parallelamente all’aumento del danno al tessuto e dell’infiammazione. Inoltre possono aumentare le zone corporee interessate.
I ricercatori hanno evdenziato che il dolore e gli altri disturbi correlati aumentano proporzionalmente allo stress psicofisico e al tipo di attività lavorativa.
Inoltre, all’inizio della patologia, i disturbi scompaiono interrompendo il lavoro, per esempio nella pausa pranzo, nei fine settimana, durante le vacanze, ma se la pressione (sia emotiva che fisica) persiste e il progredire del danno fisologico, il riposo non riesce più ad allevviare i sintomi e il dolore diventa costante.

Come si affronta il dolore da movimento

L’uso di antidolorifici come il paracetamolo e, successivamente, quello di antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene, ketoprofene e simili rimane tutt’oggi la risorsa più utilizzata dai pazienti con dolore cronico. La cosa importante però è non limitarsi all’assunzione dei farmaci. Anzi. Per strano che possa sembrare è invece il movimento una della migliori terapie per contrastare il dolore muscolo-scheletrico.
Certo va effettuato con cautela e con progressione. La terapia fisica si basa soprattutto su esercizi aerobici, di stretching e moderato, in associazione con impacchi caldi o ghiacciati (a seconda dei casi), ma anche l’utilizzo di steccaggi e tutori.
Periodi di riposo, soprattutto in corrispondenza delle fasi acute, e controllo dello stress possono fare la differenza.

Curarsi di notte per muversi di giorno

Ogni giorno, per 4 milioni di italiani, il movimento è doloreUltimamente è possibile usufruire anche di terapie fisiche automassaggianti da utilizzare di notte (My Mobilitas). Si tratta di dispositivi in vendita in farmacia, parafarmacia e ortopedie (noi li abbiamo trovati al Centro Ortopedico Rinascita di Cinisello Balsamo). In tutto 12 modelli capaci di rispondere alle problematiche di tutti i distretti corporei e sono indicate per diverse tipologie muscolo scheletrici:
  • Reumatismi
  • Artrosi
  • Mal di schiena
  • Dolore al ginocchio
  • Sindrome cervicale
  • Prima e dopo l’attività sportiva
  • Fase post-operatoria

Consigliate per controllare il dolore ridurre la rigidità mattutina e favorire una maggiore mobilità.

 

 

 

 

 

 

About Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »