Relazione e arte. Michele Criscuolo, artista nella pratica
Relazione e arte. Un’opera d’arte, di per sé, crea una relazione con chi la guarda. Una relazione spendibile nel formare, tassello dopo tassello, il benessere dell’osservatore. Ma anche l’osservatore può farsi artista a sua volta: in questo caso, egli stesso crea il suo benessere; perché l’arte è una metafora della vita. Un incontro piacevole quello posto in essere on line con Michele Criscuolo: si tratta di un nostro lettore, che in passato ha commentato brillantemente un articolo pubblicato nella categoria Arte terapia. Questo individuo, acuto e capace di comprendere nel loro essere, come individui formati di carne, sangue e intelletto, le persone che gli stanno attorno, si auto-definisce come “un artista-naturopata pigro”. E’ pieno di risorse e ha una capacità innata e affinata, nel fornire un interlocutore a una persona a disagio, portandola con decisione in un’ottica costruttiva. Pittore autodidatta, produce, firmandoli “Cris”, lavori su sagome di legno compensato scolpite, assemblate in sovrapposizione, decorate con tempera e acrilico. Si tratta di quadri o pannelli di genere soprattutto figurativo (paesaggi, residenze, dimore). Effettua anche opere su specifica commissione. Lo abbiamo interpellato e ascoltato. Ecco le sue parole.
Relazione e arte. Qual è il valore della relazione con il paziente in rapporto all’arte terapia? Quando deve spronare un paziente, su che cosa fa leva?
Il valore della relazione con il nostro interlocutore non può essere che massimo. E’ il presupposto essenziale perchè si possa prendere cura di un essere unico, irripetibile… che reclama da parte nostra una particolare capacità d’ascolto. Alla domanda….”quando deve spronare.., ho sorriso perchè mi sono visto con …gli speroni e il frustino. In realtà non esistono strategie preconfezionate. Nel modo più naturale, cercando di non essere invasivi, ci si uniforma all’altrui desiderio di essere compresi, di poter confidare sentimenti senza incorrere in giudizi affrettati, intempestivi,….fuori luogo. M entre, da seduto, accolgo le sue confidenze, stimolo la sua voglia di gestire la sua salute…dopo avergli fatto intuire di essere custode di un incredibile patrimonio di risorse organiche. Faremo ricorso alla sua capacità di reazione, al suo recondito desiderio di sorridere alla vita,… Imparerà a non indugiare su ciò che gli procura malessere, a non rimuginare cattivi pensieri, a ritrovare ….quell’essere originario, mai scomparso, ma custodito nella nostra profonda intimità. Si accetterà così com’è, magari con leggiadra autoironia, recuperando spontaneità. Rifuggirà via via da luoghi comuni, da convenzioni rituali, da presunti obblighi comportamentali. Insomma, si lascerà andare per percepire nel silenzio e ad occhi chiusi quelle dolci sensazioni di un cambiamento… desiderato da sempre. Constaterà che in effetti non siamo depositari di formule magiche e di mirabolanti certezze ma suoi consimili, più prossimi del prossimo, testimoni di una umanità che opera con i suoi difetti e pregi.
Una città da amare: Barcellona nominata città della letteratura
“Città della letteratura” è il nuovo, recente appellativo che si è guadagnata Barcellona, grazie al giudizio…Relazione e arte. Come l’arte terapia cura i disturbi psico-somatici?
Una città da amare: Barcellona nominata città della letteratura
…Disturbi psicosomatici… Non sono un psicologo. In genere, mi muovo con l’improvvisazione di creativo… cercando di convogliare l’attenzione dell’ interlocutore verso stimoli esterni (gestualità, tocchi, tono variabile della voce, silenzi). A volte, utilizzando cartoni colorati, mando messaggi cromatici, in attesa di intuire, attraverso le sue espressioni, le reazioni alle diverse tonalità. Mi soffermerò sui colori degli ambienti domestici, dei complementi d’arredo, dei capi di vestiario indossati,.. della frutta riposta su vassoio. Lo inviterò a cercarne altri… oltre il vetro della finestra, indirizzandolo verso la luce del giardino,… verso lo spettacolo multicolore del creato. In questa dimensione di pacata serenità tornerà spontaneo. Magari, chiedere qual è la cosa che ha sempre desiderato di poter fare e che, per vari motivi,… non è riuscito a fare. Farò riferimento a possibili passatempi, hobby, abitudini, capacità di cimentarsi in attività manuali, eccetera. Purtroppo, in determinate occasioni, in risposta si potrà constatare la gravità dello stato di frustazione, una profonda depressione, una vera e propria incapacità di reagire. In altri casi saremo sommersi da un fiume di informazioni… sotto la forma di strumenti musicali, di utensili vari,… attrezzi i più inconsueti,… viaggi effettuati con la lettura,… corsi di danza, di ginnastica dolce,… gli scacchi, la dama, i giochi da tavola,… collezioni,… riproduzioni di quadri d’autore. Una enormità di cose riportate alla luce che necessitano, quasi nella totalità, di essere spolverate, seppure con la consapevolezza… del tempo trascorso e delle circostanze reali attuali.
Relazione e arte. Chi perde la creatività, perde il rimedio: ci parli dell’essere creativi come risorsa personale.
Ne consegue che, solo ora, possiamo, sorridendo, rimproverare l’interlocutore… d’aver riposto nel solaio… tanti preziosissimi doni. Ogni essere, in maniera peculiare, ha una predisposizione ad impegnarsi in specifiche attività intellettive, manuali, con una versatilità ed abilità proprie. Questa “creatività”, nella sua esistenza, lo ha gratificato, motivato,… realizzato. Non avere più questa sensazione incrina la propria autostima. Si perde una risorsa che resta il rimedio primario per… liberarci dalle nostre ansie, dai nostri malesseri,… dalle nostre malattie.
… Essere aiutati a ritrovarla è rinvenire la chiave che apre ogni porta: quella della serenità, quella della volontà, del riscatto, del senso della vita. Una vera e propria inversione di rotta, non più controvento, ma sospinti dal vento dell’ottimismo. Così potrà essere recuperata la capacità di fantasticare,… di ricorrere alla creatività, con la la consapevolezza di essere ancora artefici del proprio destino.