Iniziative di assistenza sempre più particolareggiate dovrebbero riguardare gli anziani. FederAnziani e Ipasvi lavorano in questo senso: hanno determinato un protocollo d’intesa. Il documento è stato presentato a Rimini in occasione del IV Congresso nazionale di Senior Italia FederAnziani. Lo hanno firmato il presidente di FederAnziani la presidente della Federazione degli infermieri.
Protocollo d’assistenza: migliorare lo stile di vita
L’obiettivo è determinare un miglioramento dello stile di vita di coloro che hanno superato i 65 anni: ciò è possibile se si tutela il diritto alla salute e l’accesso a cure di qualità viene garantito. Protocolli d’intesa territoriali potranno essere determinati per arrivare a questi risultati. Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Ipasvi, si è espressa in questo modo: “Si avvia così una collaborazione che potrà mettere in campo molte iniziative: anziani, malati cronici, fragili in generale, sono il primo obiettivo assistenziale della nostra professione. Il protocollo prevede che queste iniziative siano declinate in un progetto che indichi finalità, modalità di realizzazione, tempi e oneri, oltre agli indicatori per la sua realizzazione. Massima trasparenza quindi. E assoluta governance per quanto riguarda gli aspetti gestionali, clinici e sociali di ogni azione”.
Protocollo per l’assistenza: da che cosa si parte?
Si partirà da un progetto di prevenzione e monitoraggio, dedicato a individui sani oltre i 65 anni che frequentino i centri anziani.
Sarà possibile svolgere “esami di base”: per permettere ciò saranno installati gratuitamente da FederAnziani “totem” di strumenti diagnostici per le principali patologie croniche, che gli infermieri avranno l’incarico di gestire.
Protocollo per l’assistenza: che cosa potrà fare l’anziano?
Sarà possibile all’anziano attuare l’indagine nel luogo più prossimo: l’attività del servizio pubblico non sarà intaccata, poiché non si farà ricorso a strutture al di fuori del Sistema sanitario nazionale.
Protocollo per l’assistenza, FederAnziani e le università
FederAnziani sta intessendo con gli atenei una serie di convenzioni: le indagini potranno essere sottoposte a referto facendo uso della telemedicina. In questo modo, le università potranno disporre di una banca dati di ampie proporzioni, dedicata agli ultrasessantacinquenni.
Poniamo il caso che un esame risulti positivo: i pazienti che necessitano di approfondimenti, una volta individuati, saranno assistiti dal Ssn.
Protocollo dell’assistenza: il futuro (e il risparmio)
Secondo FederAnziani, entro 24 mesi a partire dal 2016 sarà così possibile ottenere un risparmio di circa 1,150 milioni per il Servizio sanitario. Si potrà arrivare ad alcuni miliardi.
Queste le parole del presidente di FederAnziani Roberto Messina: “A titolo esemplificativo un cittadino di una città medio grande investe in costi sociali almeno 15 euro per le 5 azioni necessarie a effettuare un semplice Ecg: andare dal medico di medicina generale per la prescrizione; andare a prenotare l’indagine; effettuarla; ritirare il referto; portarla nuovamente dal medico. Se a questo correliamo semplicemente il costo di un biglietto dell’autobus, 1,5 euro, occorrono 10 biglietti (15 euro) per l’intero percorso. E i costi sociali si impennano con l’automobile, l’eventuale parcheggio, il taxi, o per le ore o giornate di permesso perse di figli o nipoti per accompagnare il senior”.
Immagine copertina di Yaroslav Shuraev https://www.pexels.com/it-it/foto/moda-uomo-amici-donne-8086753/