Nip, non più scimpanzé nella ricerca

Nip, non più scimpanzé nella ricerca

Tediati anche per mere curiosità, di poco interesse: gli animali, dai topi alle scimmie, devono essere ringraziati per primi per molti progressi scientifici che ci riguardano e migliorano (o magari rendono possibile) la nostra vita.

I laboratori dei National institutes of health (Nih) degli Stati Uniti rinunciano a utilizzare animali vivi – che sono affini alla specie umana – nelle loro ricerche. Erano 50 gli scimpanzé ancora ospitati nella struttura. Ora raggiungeranno di nuovo il loro ambiente naturale. Due anni fa, la principale organizzazione americana per la tutela della salute pubblica lo aveva dichiarato: non intendeva più utilizzare animali simili all’uomo nella ricerca. E’ passata immediatamente dalle parole ai fatti: ora completa l’opera. Nel 2013 erano stati 310 gli scimpanzé liberati; ora tornano nella giungla i 50 animali lasciati a disposizione per eventuali casi di emergenza.

Non più scimpanzé nella ricerca, la parola all’esperto

Il direttore dei Nih, Francis Collins, si è espresso in questo modo: “Penso che sia il naturale passo successivo a un processo durato cinque anni per cercare di venire a patti con i benefici e i rischi della sperimentazione su questi animali molto speciali. Abbiamo raggiunto un punto in cui la necessità di fare ricerca su questi animali si è essenzialmente ridotta a zero”.

“Animali molto speciali”: che qualcuno dei ricercatori abbia avuto un rapporto privilegiato con uno scimpanzé? Può accadere.

Nip, non più scimpanzé nella ricerca: “decisione sorprendente”

Secondo Frankie Trull, presidente della Fondazione per la ricerca biomedica, la causa sposata dal Nih e la posizione presa sono “sorprendenti”.

Altri gruppi la pensano allo stesso modo, con un altro punto di vista nella tutela degli animali: parliamo, per esempio, di coloro che conducono sugli scimpanzé ricerche volte a tutelare le specie selvatiche. Secondo Peter Walsh dell’università della Lousiana, poi, questa decisione ha compromesso gli studi volti a sviluppare un vaccino contro l’Ebola, che bisognava testare sugli scimpanzé. C’è sempre un prezzo.

Molto favorevole, invece, Justin Goodman, direttore dell’Organizzazione per il trattamento etico degli animali (Peta). Queste le sue parole: “La sperimentazione sugli scimpanzé è eticamente, scientificamente e giuridicamente insostenibile e siamo sollevati e felici che i Nih abbiano mantenuto la loro promessa di porre fine alla ricerca sugli scimpanzé”. Giudicate voi.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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