La droga della corsa, quella che gli esperti conoscono come the runner’ s high, è un dato di fatto e non stiamo certamente parlando, come si potrebbe pensare, del dopping.
“Sono tantissimi i corridori che provano sensazioni simili a quelle sotto effetto dei narcotici dopo una corsa prolungata (o moto incalzante protratto)”. Dopo aver intervistato decine e decine di corridori, il professor David Rachlen dell’University of Arizona non ha dubbi in proposito.
The runner’ s high, i test sugli animali confermano
E per confermare l’ipotesi dell’esistenza di una correlazione tra corsa e sensazione di benessere, sono stati condotti test su cani da corsa e furetti posti a correre su dei tapis ruolant. I risultati della ricerca hanno confermato che i cani già allenati alla corsa iniziavano a produrre endocannabinoidi (analoghi al THC, molecola psicoattiva presente nella cannabis), mentre i furetti (non abituati a quel tipo di attività) non producevano nessun lipide bioattivo.
Questa è la runner’ s high, in altre parole la ragione grazie alla quale molti corridori provano una sensazione piacevole quando corrono, proprio come se fossero sotto effetto di droga.
La produzione di queste sostanze serve a compensare, con una sensazione piacevole, lo sforzo fisico e il dolore causati da una corsa lunga e intensa. Ma non è tutto: durante lo sforzo fisico, l’organismo rilascia nel sangue beta-endorfine, vale a dire molecole legate alla sensazione del benessere, che però non riescono ad arrivare al cervello poiché troppo grandi per superare la barriera emato-encefalica che separa il cervello dal resto del corpo.
Molti ricercatori ritengono che l’attività di queste sostanze possa spiegare malesseri e disagi provati da atleti che per qualche ragione non possono più correre (un infortunio, per esempio).
Inoltre, correndo o svolgendo qualche sforzo fisico il nostro corpo rilascia l’anandamide (componente degli endocannabinoidi) che tende a rilassarci. In un esperimento condotto da alcuni ricercatori del Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato somministrato ad alcuni topi, che avevano corso, un farmaco per bloccare i ricettori celebrali degli endocannabinoidi.
Questi topi, stremati dalla corsa, non hanno goduto degli effetti antistress di questa sostanza. Mentre il contrario è avvenuto in un’altro gruppo della medesima specie, dove i topi corridori hanno risposto molto più serenamente al post allenamento.
Per gli esperti è proprio questa è la prova dell’esistenza del collegamento biochimico che esiste tra endocannabinoidi, benessere e corsa.