“Suo figlio è troppo distratto”. Sono molti i genitori che si sentno apostrofare in questo modo dagli insegnanti de loro figli. Soprattutto in questi giorni, che è da poco finito il primo quadrimestre ed è arrivata la pagella. Distratti signfica meno attenti e quindi, il rendimento è scarso. L’attenzione è talmente sopravvalutata da condannare il suo opposto, la disattenzione, come fosse una colpa o il sintomo di qualcosa che non và. In realtà le due facoltà si intrecciano e, per un buon funzionamento, la mente deve essere in grado di utilizzare entrambe.
Bambini distratti. Cosa dice la ricerca
Una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università del Wisconsin ha evidenziato che essere distratti, non riuscire a mantenere costante l’attenzione sul medesimo oggetto, argomento o situazione, non è necessariamente da considerarsi un difetto.
“L’attenzione” spiega la psicologa Patrizia Dolfin “è la capacità di escludere tutti gli elementi non strettamente connessi all’attività che in quel momento ci coinvolge, il saper incanalare le proprie energie esclusivamente in un’operazione. Questo, in realtà, implica non pochi sforzi e, all’incapacità di un bambino di mantenere a lungo la concentrazione, potrebbe corrispondere una creatività fuori dalla norma e una maggiore memoria operativa. I risultati della ricerca smontano un secolo di pregiudizi contro la distrazione, indicata da Freud come segno di nevrosi e associata ai sintomi di psicosi nei manuali di psichiatria. Divagare è anzitutto una tecnica per sopravvivere, mantenendo l’equilibrio mentale in situazioni stressanti. Quando siamo svegli in media il 30 per cento del tempo lo passiamo a pensare ad altro, la mente va a zonzo e trascura ciò che stiamo facendo. Le punte di distrazione possono raggiungere il 75 per cento del tempo, per esempio se guidiamo su un’autostrada semivuota o siamo bloccati in un ingorgo stradale. Questo è benefico. Senza la capacità di astrarci dal presente la vita sarebbe orribile. La fuga dell’attenzione è una liberazione”.
Attenzione, distrazione e creatività a confronto
La capacità di attenzione fa parte del patrimonio genetico di tutti gli animali: sollecitata da un segnale di pericolo (ad esempio la vicinanza di un predatore) o da un bisogno vitale come la ricerca del cibo, induce un atteggiamento di vigilanza che, benché necessario, tende a diminuire con la ripetizione degli stimoli. “Per quanto riguarda il funzionamento mentale” continua la dottoressa Dolfin “è interessante osservare che l’attenzione è il risultato di una operazione di sottrazione: ovvero si inibiscono le percezioni ritenute irrilevanti, si selezionano quelle utili e ci si concentra sullo stimolo essenziale. Nell’esperienza umana, dove i casi di allarme sono piuttosto rari, l’attenzione non è tanto connessa alla sopravvivenza, quanto alle dinamiche di apprendimento, soprattutto scolastiche”.
Nei più piccoli la capacità di attenzione è minima, si acquista intorno ai sette anni, quando i bambini divengono meno eccitabili e dispersivi, più capaci di orientare volontariamente la coscienza.
Tuttavia l’attenzione prolungata comporta uno sforzo psichico rilevante: dopo il raggiungimento di un picco, tende a decrescere, sostituita da una forma di stanchezza, anche emotiva. La disposizione all’attenzione fa parte del temperamento individuale ma risente del clima culturale e delle motivazioni che la sostengono. Nelle nostre istituzioni scolastiche, basate sulla sequenza insegnamento – apprendimento – valutazione, l’attenzione costituisce una esigenza fondamentale, a scapito della fantasia, sempre vagante, e degli interessi personali, non programmabili.
“Ma, come giustamente avverte la ricerca americana,” sottolinea la psicologa “dando troppa importanza alla concentrazione mentale, qualcosa si perde. Cioè la capacità di cogliere ed elaborare più stimoli contemporaneamente, di seguire due percorsi ideativi, di comprendere empaticamente le emozioni proprie e altrui”. Pare che le persone più distratte abbiano una miglior memoria operativa e che i “sognatori a occhi aperti” siano più creativi. Naturalmente è importante che ci sia un certo equilibrio tra attenzione e creatività ed è possibile passare dall’una all’altra. L’eccesso di distrazione può essere causa di malattie quali il delirio o della depressione acuta.
Talvolta “distrarsi” assume anche il significato di sottrarsi agli obblighi e alle preoccupazioni quotidiane per acquisire un maggior grado di libertà, di piacere e, talora, di felicità.
Bambini distratti ma creativi
Se nell’ambiente scolastico, a tutte le età, l’attenzione e la concentrazione costanti sono considerati essenziali, sembra che nella vita relazionale, e lavorativa, partano con una marcia in più coloro che sono in grado di far spaziare la propria mente in vari ambiti nello stesso momento. Kalina Christoff della University of British Columbia sostiene che si alternano ai comandi il nostro “cervello esecutivo”, disciplinato e mono-tematico, e una sorta di “cervello di scorta” più sciolto, disinibito, imprevedibile. Il primo tende a riportarci con tutta l’attenzione su ciò che stiamo facendo. Il secondo è il migliore alleato degli inventori, degli artisti, degli spiriti originali. Alla “mente creativa” dobbiamo invenzioni scientifiche, capolavori artistici e utopie politiche. Essere creativi nel proprio lavoro diventa un modo per essere più riconoscibili ed emergere sempre con idee nuove e interessanti per il mercato.
Molte aziende, oggi, incoraggiano i loro dipendenti a sviluppare questo tipo di attitudine in modo da creare una interazione tra colleghi in campi estranei al lavoro. Per la creatività è essenziale che la mente possa andare a zonzo, prendersi tanta libertà. Poi però bisogna essere pronti a capire quando è arrivata l’intuizione geniale, e concentrarsi su quella.
Un esempio imitato e seguito da molti manager affermati, ma anche dai giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, è sicuramente Steve Jobs, guru della Apple, che ha trasmesso la sua filosofia di vita, e di successo, in una frase diventata ormai uno slogan: “Stay hungry stay foolish” ovvero “siate affamati e siate folli”.
10 consigli incentivare la creatività dei bambini distratti
È importante aiutare i bambini a sviluppare il loro lato creativo ma, anche quando sono fantasiosi, bisogna saperli guidare per mettere in pratica le loro ispirazioni. Ecco di seguito 10 semplici consigli per aumentare e sviluppare la loro creatività
- Aiutali a mettere in pratica ciò che vogliono fare. Devi essere “l’allenatore” al fianco dei tuoi figli, perchè è incredibilmente stimolante per i bambini lavorare con i genitori, invece di limitarsi a prendere lezioni da loro. In questo modo, si sentiranno investiti del loro successo, ti vedranno come un alleato e forse imparerai anche tu qualcosa di nuovo da loro.
- Incoraggia le attività pratiche. Metti da parte il computer e tira fuori qualche strumento pratico, anche solo un martello, chiodi e legno per costruire qualcosa insieme. In questo modo si potrebbe accendere una fiamma dentro i tuoi figli che non sapevi esistesse. Avrete anche aiutato il vostro bambino a collegarsi con le esperienze e il modo di vita che hanno vissuto le generazioni precedenti, prima dei videogiochi e di internet.
- Aspettati di più dai tuoi figli. Anche se sei tentato di aiutare i tuoi figli, non farlo in modo eccessivo, questo può influire in modo negativo e può far passare il messaggio che lui non può farlo da solo. Bisogna invece dare la responsabilità ai bambini, e aspettarti di più da loro.
- Fornisci tutto ciò che è necessario. Molto importante per la creatività dei bambini è avere a disposizione un ambiente con i materiali necessari per operare. Mettergli a portata di mano materiali come argilla, tempere, matite eccetera, li aiuta a mettere in pratica istantaneamente tutta la loro fantasia.
- Aiutali ad interagire con altri bambini. Abbiamo visto che il coinvolgimento dei genitori è di primaria importanza, ma è fondamentale che i ragazzi abbiano l’opportunità di imparare con altri bambini della loro età. La socializzazione creativa è incredibilmente motivazionale, è un modo stimolante di imparare e rafforza la conoscenza. Cercate attività extrascolastiche in cui i bambini lavorino insieme in team per creare qualcosa o magari comporre musica.
- Plaudi ai loro risultati. Oltre a lodarli per un lavoro ben fatto, è anche importante incoraggiare i bambini durante tutto il processo creativo, al fine di riconoscere e impegnare la loro creatività e la capacità intrinseca che hanno. Quando un ragazzo si rende conto di sé e del potenziale che ha, la sua motivazione più profonda diventa un serbatoio da cui attingere rispetto a quando si affida a fonti esterne.
- Espandi i suoi orizzonti. Insegna a conoscere culture e modi di vita diversi, espandi la mente del bambino, e fagli aprire gli occhi su modi alternativi di fare le cose. Porta i tuoi ragazzi in luoghi che non conoscono per osservare una cultura diversa, anche se è un altro lato della tua città.
- Aiutali a fare progetti sul loro futuro. Aiutali ad immaginare il tipo di persona che vorranno essere nei prossimi anni, o anche scrivere una lettera di come immaginano il loro futuro. Questo può essere una grande piattaforma per iniziare a parlare di come raggiungere i loro obiettivi.
- Incoraggia i bambini a pensare da soli. La cultura popolare tende a promuovere una definizione molto ristretta di ciò che è considerato alla trendy, ma i tuoi bambini non devono farsi influenzare. Dì ai tuoi figli che quello che fanno è importante sia che si tratti di calcio, violoncello, teatro, danza, scrittura o di scacchi.
- Gioca con loro. Prova, almeno di tanto in tanto, a tornare bambino anche tu, a lasciarti andare permettendo alla fantasia di uscire e dare il meglio di sé. Per un bambino, vedere che i propri genitori abbandonarsi alla creatività è il miglior modo per imparare a diventare un adulto di talento.