Il narcisismo è davvero un difetto?
Quante volte avete sentito parlare di narcisismo?
“Quello è un narcisista manipolatore!”.
“Meno male che è finita la relazione con lei, era solo una narcisista”.
“Il mio datore di lavoro è un despota, un vero e proprio esempio di narcisista patologico”
Sono sicuro che, a tutti quanti, sia capitato di pronunciare, o di sentir dire da qualcun’altro, queste frasi.
È vero, il narcisismo è un disturbo di personalità con un ventaglio di connotati ben precisi, ma troppo spesso questo termine viene attribuito a sproposito.
Per questo motivo il Dr. Gerry Grassi, Psicologo Psicoterapeuta e autore de “Il narcisismo non esiste. Se non sai come riconoscerlo”, si propone, in questo libro, di fare chiarezza sull’argomento.
La lettura quasi in maniera scomoda e con intento provocatorio, invita a guardarsi nel profondo, a ragionare, e a non puntare sempre il dito contro gli altri, rifiutando di riconoscere le proprie colpe.
Le origini del termine “Narciso”
La parola Narciso affonda le sue radici in epoca latina, più precisamente nelle Metamorfosi, un poema epico-mitologico del celebre poeta Ovidio.
Il racconto narra della storia di un bellissimo giovane che, rifuggendo le attenzioni di numerose amanti, è condannato a innamorarsi della sua immagine riflessa. Il suo destino sarà quello di tramutarsi, infine, nell’omonimo fiore.
Il mito delinea una delle caratteristiche più comuni che siamo soliti attribuire al termine: una smodata e accresciuta percezione di se stessi. Tuttavia, come verrà fuori più avanti, il discorso è più complesso ma, allo stesso tempo, anche più semplice.
L’egocentrismo, insieme a molte altre caratteristiche, non basta a rendere una persona etichettabile come “narcisista“. Questo perchè il narcisismo, inteso come disturbo di personalità, è difficile da individuare ed è caratterizzato da un ampio spettro di caratteristiche.
300 giornate informative per il glutine
Una iniziativa collegata alle intolleranze da glutine interesserà trecento farmacie in tutta Italia, per tutto il…Dal mito alla psicoanalisi
300 giornate informative per il glutine
Il mito di Narciso ha riscosso nei secoli grande successo. Tuttavia, è con la psicoanalisi, molti secoli dopo, che è stato riscoperto e in parte reinterpretato.
È risaputo che gli antichi cercassero di utilizzare i miti per fornire spiegazioni a ciò che sembrava non avere risposte razionali.
“Comportamenti narcisistici hanno caratterizzato da sempre l’esistenza degli esseri umani e quindi, la logica conseguenza, è stata affidare al mito il compito di descrivere queste dinamiche comportamentali antiche”, afferma Gerry Grassi.
Narciso, infatti, diventa il mezzo per dare un nome a un comportamento umano. “Una condizione stessa dell’essere umano”, preferisce Grassi.
Alcuni comportamenti umani si ripetono da sempre, sebbene declinati diversamente in epoche differenti, e il narcisismo è uno di questi “pilastri”.
Il narcisismo nei rapporti: la manipolazione
Una delle principali caratteristiche di un comportamento narcisista è la tendenza a manipolare l’altro.
Ma cosa si intende con manipolazione esattamente? La parola indica una condizione di controllo, esplicito o implicito, ovvero l’influenza che un individuo può esercitare su di un altro.
Tuttavia, Paul Watzlawick, psicologo del secolo scorso, si occupò per tutta la vita di studiare le regole della comunicazione umana. E affermò che questa “influenza” di cui si parla è insita nella comunicazione stessa.
“Cercare di persuadere è un atto costante e continuo“, continua Grassi, facciamo quindi alcuni esempi.
- Una madre che cerca di convincere il figlio a mangiare le verdure, non lo sta forse manipolando?
- Un uomo che, per sedurre una donna, la invita a cena, non sta gettando le basi per una forma di persuasione?
- Un cameriere che consiglia il piatto del giorno, non sta cercando di influenzarci?
“Dovremmo uscire dall’ipocrisia e ammettere che in ogni nostro atto di comunicazione si nascondono intenti specifici e, quindi, manipolatori“, afferma Gerry Grassi.
Del resto, dare a qualcuno del narcisista a sproposito, non è essa stessa una forma di manipolazione?
Manipolazione sana e non
Abbiamo chiarito che, con le dovute accortezze, sia ingenuo parlare di manipolazione come di qualcosa puramente negativo.
Tuttavia, la manipolazione intesa come “controllo soggiogante dell’altro“, esiste eccome. È quindi doveroso imparare a distinguere quale sia il confine tra la manipolazione maligna e la semplice persuasione tipica della comunicazione umana.
“La mia libertà finisce dove inizia la vostra“, recitavano prima Kant e successivamente M. Luther King, ed il senso del discorso è proprio questo.
La manipolazione maligna si verifica ogni qualvolta una persona è portata a fare, o pensare, qualcosa che non vorrebbe. Questa è una delle caratteristiche dello spettro narcisista. Ma è bene fare attenzione a non confonderla con la semplice persuasione.
Facciamo un esempio. Un personal trainer che porta il partner a voler dimagrire eccessivamente, a cambiare lavoro per fare qualcosa di non sedentario, il tutto perchè voi possiate essere “alla sua altezza” in pubblico, sta parlando per il vostro bene o per il suo? Chiaramente l’esempio denota un amore non sano e un marcato atteggiamento narcisista.
Inoltre, è lecito sottolineare, non tutte le persone sono manipolabili allo stesso modo. Le persone più fragili emotivamente e psicologicamente, tendono a incappare più di frequente in ciò che gli altri chiedono loro di fare. E nel caso in cui non siano nobili gli intenti del manipolatore, si rischia di entrare in una spirale senza fine.
Come salvarsi dal rapporto con un narcisista?
Spesso non è necessario arrivare ad avere la consapevolezza di avere davanti a sè un narcisista.
“Sono contrario alla psicologizzazione di tutto“, dice di sè lo psicologo. E infatti, non serve il parere di un esperto per riconoscere che, alcuni comportamenti in una relazione, ci fanno “ammalare”.
Parlando di rapporti sentimentali, spesso è già da subito che si notano i primi segnali che qualcosa non stia andando come vorremmo. Ma “sarebbe forse più corretto parlare di incompatibilità“, continua Grassi.
Per questo motivo, e per il fatto che i casi clinici di narcisismo conclamato siano relativamente pochi, è opportuno lasciare la psicoterapia fuori dal discorso.
L’invito dell’autore è, quindi, quello di vivere la vita cercando di non voler costantemente “curare” l’altro, ma cercando di concentrarci su noi stessi e su cosa ci fa stare bene, o male.
Gli psicologi ingenui
Sembra che parlare di narcisismo sia diventata una vera e propria moda. Dagli psicologi agli influencer (ovvero persone famose sui social network), questo disturbo è un po’ sulla bocca di tutti.
Ma siamo davvero tutti così malati? Siamo davvero tutti narcisisti manipolatori?
Indagare le profondità dell’animo umano è un viaggio tortuoso e complesso e, di certo, non è richiesto a tutti.
Ma in un mondo in cui tutto è veloce, immediato, alla portata, non dobbiamo incappare nell’errore di vivere troppo nella superficialità.
Ed è proprio per questo che Gerry Grassi nel suo libro parla dei cosiddetti “psicologi ingenui“. Li definisce come coloro che tendono a “etichettare“, parlando di narcisismo in questo caso, a sproposito.
A volte siamo noi stessi a infilarci in relazioni insoddisfacenti, ma ci restiamo lo stesso, magari iniziando a scaricare la frustrazione sul partner. E invece di analizzare la situazione a fondo, di riconoscere i propri errori, di ammettere che le cose o i sentimenti sono cambiati, si finisce per puntare il dito su colui o colei a cui siamo legati.
E ultimamente, chissà per quale motivo, gli ex sono quasi tutti narcisisti.
Certo, è umana la tendenza a semplificare, ma così facendo si rischia di attribuire un disturbo mentale a sproposito.
Vedere se stessi negli altri
L’intento del libro, arrivati a questo punto, è chiaro che non sia quello di stilare le caratteristiche del perfetto Narciso. Ma, quasi con intento provocatorio, di riconoscere che siamo tutti un po’ narcisi. Lo stesso autore si firma a fondo libro come “Narcisista”.
Questo perchè è sbagliato etichettare, è sbagliato parlare a sproposito, ma soprattutto è davvero poco maturo vivere scaricando costantemente la colpa. E la fama del termine narcisismo al giorno d’oggi, forse è dovuta proprio a questo. Alla semplicità con cui, usando una semplice parola, si può uscire vincitori da qualsiasi situazione, spacciandosi per vittima e individuando l’altro come carnefice.
Quindi, più che chiedersi :”Era davvero un narcisista?”. Impariamo a ragionare con frasi del tipo:”Perchè ho permesso di esser trattato così, facendomi limitare passioni e felicità?”.
Torniamo a noi stessi, a guardarci nel profondo. Torniamo a interrogarci sui nostri errori, prima di pensare a quelli commessi dagli altri. Se continueremo ad essere i primi ad alzare muri e ad avere le dita puntate, non potremo migliorare la situazione.
Forse tutto ciò nasce dalla paura di non essere amati, corrisposti, accettati, compresi… ma è solo facendo un passo che ci apriremo alla possibilità di star meglio, smettendo di delegare agli altri il nostro benessere e la nostra felicità.
E sarà proprio ripartendo da noi stessi che, forse, potremo capire di più anche chi vive intorno a noi.
Perchè del resto, gli altri siamo noi, gli altri siamo tutti.
Gerry Grassi ha partecipato alle prime tre edizioni del programma televisivo “Matrimonio a prima vista Italia”, insieme a Nada Loffredi e Mario Abis.
Un esperimento d’amore estremo che porta alcuni single a conoscere partner potenzialmente compatibili dopo esser stati abbinati da alcuni esperti. Appena conosciuti, gli ormai ex single dovranno sposarsi come prima cosa. Filmati per cinque settimane di convivenza potranno decidere se rinnovare il matrimonio oppure divorziare. In tutto il loro percorso sono affiancati dai collaboratori del programma, ovvero esperti in: Psicologia, Sociologia, Sessuologia.
Foto di Tima Miroshnichenko: https://www.pexels.com/it-it/foto/moda-uomo-abito-ricco-6766243/