Sperando che il grande Alessandro Manzoni non ci consideri irriverenti, per parlare di un’autrice che ha già al suo attivo la pubblicazione di diversi romanzi ci piace parafrasare un suo incipit famosissimo, “Carneade, chi era costui?”.
“Barbara Ann Parker, chi è costei?”
La domanda senza risposta nasce dal fatto che, ancora una volta, ci troviamo di fonte ad un’autrice che cela la sua vera identità dietro uno pseudonimo, senza rivelarcela.
Il gioco dello pseudonimo, come appare evidente anche dalle precedenti recensioni che IL FONT ha dedicato ad autori emergenti o da poco emersi, sembra aver avuto nuova linfa vitale ed essere molto apprezzato dagli scrittori ( molto meno, devo dire, dai lettori, che non capiscono la necessità di non rivelarsi).
Gioco letterario? Finezza psicologica? Timore di essere riconosciuti nel caso il romanzo non piacesse? Tutela dalle critiche riservabili ad una forma di scrittura ahimè non sempre corretta? Eccesso di esterofilia dal momento che gli pseudonimi sono sempre o quasi di impronta anglosassone?
Chissà che cosa ha indotto la nostra scrittrice a diventare Barbara Ann Parker, noi è solo così che la conosciamo, come autrice di “Tre amiche e una folle vacanza”, storia di donne che decidono di aver diritto ad una pausa dal lavoro e ad una vacanza speciale.
Una storia di amiche per Barbara Ann Parker
Simonetta, Enrica e Barbara sono tre trentenni in carriera, ciascuna di loro si è realizzata nel lavoro che ha scelto e non può certo dirsi scontenta della sua vita.
Amiche dai tempi della scuola, hanno mantenuto il loro legame vivo nonostante abbiano dovuto separarsi geograficamente per esigenze legate alla loro attività, ripromettendosi di non mettere mai fine al loro legame speciale.
Nonostante al giorno d’oggi sia facile vedersi anche se molto lontani nello spazio grazie alla tecnologia, il loro piacere resta sempre quello di incontrarsi di persona, non dietro allo schermo di un pc: per questo si sono date delle scadenze fisse a cui non derogano.
C’è stato un tempo in cui le vacanze erano tali solo in tre, poi le cose sono cambiate, ma adesso si sono ritagliate uno spazio tutto per sé e sono in procinto di partire.
Tutte tre single, non nascondono che desiderano allacciare amicizie o anche di più approfittando del clima rilassato del momento, lontano dalla rigidità quotidiana.
Un villaggio vacanza a Palinuro è il luogo scelto da Barbara Ann Parker per le sue protagoniste, un luogo a misura “naturale” dove sono bandite le comodità quotidiane e si ritorna indietro nel tempo (niente luce elettrica nei tucul, bagni e docce in comune, legno e paglia come materiali dominanti…ma una bella piscina con bar annesso per chi alla modernità proprio non sa rinunciare!).
Una settimana non è molto, ma può bastare per ripartire con una carica nuova: se poi riesce addirittura a trasformare in meglio la vita di chi la vive, può davvero diventare un toccasana.
A Enrica e Barbara stringere legami è assai più facile che per la timida Simonetta, ma anche per quest’ultima la vacanza ha in serbo una sorpresa, la più eclatante, quella che trasformerà la Cenerentola del gruppo in una fortunata principessa.
Le donne di Barbara Ann Parker
La storia raccontata da Barbara Ann Parker si regge esclusivamente sulla vacanza di Enrica, Barbara e Simonetta ed è indicata per chi ama il genere sentimentale, senza troppe pretese.
Al di là di questo, però, ci ha lasciati perplessi la scelta fatta dall’autrice a proposito delle sue protagoniste.
Dopo aver regalato loro il successo nel lavoro ( tre su tre ci sembra una percentuale azzardata, visto cosa dice la realtà sul lavoro femminile in relazione al medesimo ruolo maschile) le ha però confinate ad un clichè di orfane affettive, prive di un uomo al loro fianco e decise a conquistare qualche bel tenebroso nell’arco di soli sette giorni.
Sognare è lecito, desiderare l’amore di un uomo anche, ma avremmo trovato più affini al sentire comune tre donne che non si lanciano a caccia di un esemplare gradito appena giunte al villaggio, selezionandolo tra le proposte in vetrina e agendo come rapaci nei confronti di maschietti un po’ sprovveduti.
Le tre donne di Barbara Ann Parker non hanno spessore psicologico ( a onor del vero, ancora meno ne hanno i tre uomini comprimari), rappresentano un modello femminile che non piace affatto, che sottintende un ribaltamento delle parti tra cacciatore e preda che nessun valore aggiunto presuppone per il mondo femminile.
Nel breve volgere di sette giorni le vite di sei persone cambiano totalmente, nel caso di Simonetta al limite dell’assurdo, in un mondo in cui i belli incontrano altri belli, i meno belli e un po’ “sfigati” si incrociano, si riconoscono e si accoppiano all’istante, in cui gli occhi sono profondi come il mare e i capelli o neri come l’ala di un corvo o biondi come l’oro.
Insomma, Barbara, Enrica e Simonetta vivono in una realtà che non esiste e che molte donne non vorrebbero affatto che esistesse, perché hanno scelto di valere in altro modo, non considerano la condizione di single come un problema da risolvere in vacanza, non vogliono il mondo diviso in due, le magre e alte da una parte, le basse e cicciottelle dall’altra.
Ma credo neanche gli uomini sarebbero contenti del ruolo passivo che Barbara Ann Parker ha assegnato loro, facendoli illudere di operare delle scelte quando in realtà sono pedine mosse sullo scacchiere in mano alle donne.
Avremmo voluto dei personaggi psicologicamente sfaccettati e non dei tipi fissi, dei protagonisti capaci di riflettere e non solo di sbagliare strade, viaggiare su macchine rosse rombanti, arrivare a trent’anni succubi della mamma.
La scrittrice non è nuova a questo genere narrativo e la sua è evidentemente una scelta di stile, ma da donne che si sono ritagliate con fatica e impegno doppio rispetto a quello degli uomini un proprio soddisfacente ruolo sociale, preferiamo scegliere altrove le nostre eroine, perché le fiabe non ci piacciono più.
TITOLO : Tre amiche e una folle vacanza
EDITORE : autopubblicazione
EURO 8,32 (versione eBook euro 2,99)