Le parole dell’amore di Massimo Recalcati
Se Massimo Recalcati era un analista già famoso per il suo ruolo di Docente universitario e di scrittore, maggiormente lo è diventato negli ultimi due anni, grazie ad un’ampia diffusione del suo pensiero attraverso lo strumento mediatico più vetusto, la televisione.
Nel 2018 e nel 2019 il direttore di Rai3 gli ha affidato la conduzione di due programmi televisivi, “Lessico famigliare”, il primo, in cui riflette sulle figure della madre, del padre, del figlio e sulla scuola, “Lessico Amoroso”, il secondo, strutturato sotto forma di sette lezioni sull’amore.
In questo modo Massimo Recalcati ha raggiunto una platea che forse, per timore dell’argomento ma soprattutto del taglio psicanalitico, sarebbe rimasta estranea al suo pensiero e al suo modo di porlo.
Proprio il lessico amoroso si è trasformato in un libro, “Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull’amore”, in cui l’autore, dopo una premessa nella quale spiega che la lezione è solo un escamotage per parlare d’amore, tema non riconducibile ad un concetto di cui si possa dare una spiegazione, introduce il lettore nelle stanze segrete del sentimento più abusato che esista, di cui, a suo giudizio, è possibile e necessario continuare a parlare.
Quale simbolo migliore del bacio per un amore che nasce, che brucia, che dura, che si estingue? E’ il bacio che suggella la dichiarazione di un amore, è il bacio il primo tra i contatti fisici che due amanti, che tali più non sono, escludono.
E questo bacio va mantenuto, a qualunque costo, trattenuto non nello spazio ma nella memoria e nel tempo, in una intimità che presuppone un segreto insolvibile fra l’uno e l’altro soggetto.
Scivolando silenziosamente da una parola all’altra, portando il lettore per mano in un percorso che a volte può anche essere doloroso, l’autore costruisce in sette lezioni il suo lessico specifico, il dizionario delle parole più significative nell’ambito amoroso, quelle parole che l’uomo ha coniato per cercare di imbrigliare un moto dei sensi che tutti coinvolge, che rende la vita meravigliosa o talmente squallida da essere rifiutata.
Massimo Recalcati, le parole dell’innamoramento
Due verbi per iniziare: bruciare o durare.
Se l’amore brucia, dura? E se dura, può ancora bruciare? E’ vero che gli amanti si dicono ti amo credendo possa essere per sempre, ma così non sarà, l’inganno sarà rivelato come già sosteneva senza esitazione Freud.
Il sentimento amoroso si costruisce sull’incanto dell’incontro, lo sguardo genera il desiderio ( lo avevano già capito gli stilnovisti con Dante) che ci porta ad amare, senza che la nostra volontà abbia la benchè minima partecipazione. Quando siamo amati siamo attesi, diventiamo importanti per qualcuno e questo ci salva.
La bellezza struggente dell’amore ci porta a desiderare il per sempre, a renderlo credibile, a sostituire il caso con il destino, travolti anche dal fuoco del desiderio sessuale.
Quest’ultimo distoglie dal tempo reale, dal dolore del mondo, se resta erotismo e non scade nel feticismo, nella violenza, nel considerare l’altro alla stregua di un oggetto.
Se la coppia concede la vita ad un figlio, che diventa metafora dell’amore tra due individui, quest’ultimo sancirà la trasformazione radicale della coppia stessa, mettendo in discussione il rapporto a due esclusivo, la sua medesima tenuta. I ruoli vanno ridistribuiti, il sequestro libidico emerge con forza, la soluzione sta nel comprendere che si tratta di un passaggio transitorio, non permanente.
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Ma tutto si complica se è la gelosia a prorompere con forza e a stravolgere le dinamiche costruite sulla reciproca libertà, perché si chiarisce la volontà di possesso assoluto dell’oggetto amato, che sia reale o meno il tradimento sospettato.
Per quanto si sappia che il per sempre è una comoda illusione, il tradimento genera sofferenza perché testimonia la morte dell’amore, la sua fine e la totale disillusione.
Si può mettere in atto il perdono? Si possono ricompattare i cocci? Occorrono tempo, rielaborazione del lutto, della perdita affettiva, della consapevolezza dell’imperfezione dell’altro per potersi abbandonare al perdono e ricominciare, senza però poter mai dimenticare.
Sino a che punto un uomo può accettare nella sua interezza la donna col suo diritto alla libertà? Il mistero dell’amore che si fonda sull’accettazione dell’alterità talora lo fa sentire a rischio di erosione della sua identità, di perdita di possesso. Il meccanismo della violenza si innesca su questi presupposti, sul desiderio patologico di evitare una fine aggirata, ma sempre incombente.
L’uomo violento crede di saper insegnare alla donna cos’è l’amore, soffocando la sua capacità di essere libera in quanto altra, diversa da lui, e affermandosi come padrone sadico che impone sottomissione e sofferenza.
Le parole del distacco di Massimo Recalcati
L’amore che brucia non dura, se dura è senza vita.
Questa è l’imperativo del nostro presente, che ha ribaltato i ruoli gerarchici dell’uomo e della donna. Inutile riandare al passato per rimpiangere l’armonia delle coppie e delle famiglie di un tempo, quando è ben noto quale realtà esistesse sotto una superficie di obbligato e ipocrita perbenismo.
Se arriva il tempo della separazione è perché l’altro diventa indifferente se non insopportabile, un individuo anonimo tra tanti, un corpo lontanissimo e indesiderato.
Che sia per esaurimento di uno solo dei due o di entrambi è comunque sempre dolorosa, implica la fine di un mondo costruito in due e franato miseramente. Una parte di entrambi è finita per sempre con la fine del sentimento, è stata strappata, lacerata, squartata.
Alla presenza si sostituisce l’assenza, il desiderio dell’attesa di sé non esiste più, prevalgono disorientamento e depressione.
Soltanto quando la presenza dell’assenza dell’altro sarà superata si potrà ricominciare a pensare ad un nuovo legame, lasciando scemare l’odio in cui si era trasformato il sentimento amoroso precedente.
Le parole di speranza nella conclusione di Massimo Recalcati
Il nostro presente sembra avvalorare la tesi del tutto e subito, dell’accumulo compulsivo di emozioni, della sostituzione degli oggetti d’amore con tempistiche impensabili, della prevalenza del desiderio sull’amore durevole.
Massimo Recalcati nega la validità generale di questa abitudine sostenendo fortunatamente che esiste ancora l’amore che dura, che non finisce in modo inglorioso e che sa mantenere il bacio, stretto e forte.
Alla durata può contribuire la capacità di essere in due avendo accettato la propria solitudine, il proprio essere unità anche in coppia, la quotidianità del durare che a volte non esclude la fiamma del bruciare.
L’amore dura se è stato capace di leggere tra le pieghe dell’altro la sua unicità, la sua insostituibilità, il suo trasformarsi nel tempo in qualcosa di nuovo, che prima non c’era e la cui assenza appare insopportabile.
Ecco la parola conclusiva del lessico amoroso: ancora.
Ti amo ancora, ti desidero ancora, voglio ancora il tuo sorriso e il tuo amore, resta ancora con me. Così ciò che brucia diventa anche ciò che dura, ancora una volta.
TITOLO : Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull’amore
EDITORE : Feltrinelli
PAGG. 208, EURO 14,00 (disponibile in versione Ebook euro 9,99)