Carlo Rovelli è un fisico teorico italiano, attualmente Professore ordinario all’Università di Aix-Marseille, dopo aver svolto per molti anni la sua professione negli Stati Uniti, a Yale e a Pittsburgh.
A fronte della scelta compiuta molti anni fa di lasciare l’Italia per svolgere altrove i suoi studi, non vorrebbe adesso farvi più ritorno perché il nostro paese, a suo giudizio, sta penalizzando l’Università e il mondo degli studiosi e dei ricercatori.
Di indole ribelle, come testimonia il suo passato di giovane studente coinvolto nelle lotte studentesche che animarono la società italiana negli anni Settanta, Carlo Rovelli scelse per innamoramento di occuparsi di fisica e da allora la sua mente acuta non si è più allontanata dal campo dello studio,della ricerca,dell’approfondimento delle grandi questioni che stanno alla base del nostro stesso esistere, come individui facenti parte di uno sterminato Universo.
Carlo Rovelli, fisico e scrittore
Gli studi di Rovelli,legati al problema della gravità quantistica, il problema, tuttora aperto, di conciliare la relatività generale di Einstein e la meccanica quantistica, hanno determinato in lui la volontà di trasformarsi anche in un divulgatore, capace di portare questi grandi temi all’interesse del lettore comune, quello per il quale la scienza resta qualcosa di terribilmente ostico.
Sono nate così “Sette brevi lezioni di fisica”, un libro di 85 pagine edito da Adelphi per il quale lo scrittore immaginava, seguendo l’esempio di Manzoni e dei suoi “Promessi sposi”, un pubblico di venticinque lettori.
Al di là di ogni aspettativa, invece, questo suo lavoro ha scalato le classifiche di vendita collocandosi nei primissimi posti e rimanendovi a lungo, tra lo stupore generale.
A detta dello scrittore, la causa va probabilmente ricercata nel fatto che gli italiani sono un popolo assetato di scienza, a cui la formazione scolastica non offre le conoscenze in merito che essi vorrebbero possedere.
La scienza è un qualcosa di straordinariamente bello, a suo dire, a cui tutti hanno il diritto di avvicinarsi per godere delle sue meraviglie: il linguaggio della scienza, però, non è di certo facile, motivo per cui chi si propone il compito di diffonderla deve essere abile nel renderla immediata, di impatto diretto ed efficace sul lettore.
Le sette lezioni di Carlo Rovelli centrano l’obiettivo: pur trattando di argomenti che nel lettore inesperto possono generare sgomento, come la relatività generale o la meccanica quantistica, la fisica statistica o la teoria della gravità quantistica a loop, lo scrittore sceglie di illustrare pochi concetti fondamentali legandoli tra di loro in una progressione continua, lasciando a chi legge le sue parole la convinzione di aver mosso un passo decisivo sulla strada della comprensione.
Nell’ultima delle sette lezioni, Rovelli torna ad una delle sue passioni, la filosofia della scienza, per parlare di noi, infinitesimali particelle di questo Universo, discendenti di una razza intraprendente che iniziò l’esplorazione delle terre emerse per poi abitarle, renderle ospitali e infine, oggi, distruggerle.
L’estinzione della razza umana gli appare quanto mai probabile ed imminente, senza inutili catastrofismi, a causa del danno che abbiamo arrecato alla Natura, senza scrupolo alcuno.
In queste pagine conclusive del libro il fisico diventa quasi poeta, lasciando trasparire nelle sue parole l’amore infinito che lo muove verso la scienza, la quale ci ha permesso nel corso di un secolo di elaborare e smontare teorie che venivano giudicate improbabili ed astruse, al loro apparire.
Dai miliardi di stelle ai miliardi di neuroni presenti nel cervello di ogni singolo individuo tutto è oggetto di studio appassionato ed appassionante.
L’evoluzione del pensiero, da Anassimandro a Carlo Revelli
Di Anassimandro, filosofo greco vissuto nel VI secolo a.C., si racconta un banale aneddoto legato alla sua vita: si narra che un giorno, cantando, fosse stato deriso da alcuni fanciulli che non lo comprendevano, per cui egli avrebbe sottolineato la necessità di imparare a cantare per essere capito anche dai bambini.
Il filosofo, il primo nell’antichità ad aver immaginato il mondo sospeso nello spazio, intendeva in realtà sottolineare l’importanza della chiarezza nelle tesi scientifiche e nella loro esposizione, in modo che tutti le potessero comprendere.
Non a caso Anassimandro è il filosofo di riferimento di Carlo Rovelli, da lui considerato un rivoluzionario per aver messo le basi di quella che nei secoli sarebbe diventata la scienza moderna.
Nelle sue sette lezioni ci chiarisce come la meraviglia di quest’ultima risieda proprio nella sua incertezza, nella consapevolezza che solo alcune delle tante ipotesi formulate sono col tempo diventate tesi, nella convinzione che lo studio scientifico sarà senza fine, in progressione continua, sino a quando l’uomo continuerà a cercare riposte alle sue domande.
Con molta semplicità Rovelli ci presenta una fila di domande che oggi appaiono senza risposta certa, come quelle relative alla dimostrazione della non esistenza del tempo, considerato come un’entità propria solo del pensiero umano, non oggettiva.
Lo sconcerto nel corso della lettura è compensato dalla certezza che il cammino non si interromperà mai, che un giorno queste risposte ci saranno ,ma che in ogni caso “qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato”.
AUTORE : Carlo Rovelli
TITOLO : Sette brevi lezioni di fisica
EDITORE : Adelphi
PAGG: 85, EURO 10,00