Cristina Caboni, quando Storia e storie riemergono dal passato
Cristina Caboni è scrittrice di origine sarda, legata alla sua terra sia nella vita sia nella scrittura, una passione rivelata nel 2014 e poi mostratasi costante, con la pubblicazione di un romanzo all’anno.
I suoi lettori le hanno mostrato la loro approvazione sin dall’esordio e al momento attuale i suoi libri sono stati tradotti anche in altre lingue, dal tedesco al portoghese, dallo svedese al francese e persino al turco.
Un successo ampio e ripetuto nel tempo, legato forse anche alla linearità delle sue storie, all’ottimismo che si respira nelle sue pagine, alla indiscussa convinzione che da qualche parte ci sia qualcuno che, nel corso della vita, potrà dare le risposte mai trovate, risolvere dubbi e dissipare le nubi dell’esistenza.
Quella di Cristina Caboni è una lettura del mondo declinato al femminile, le sue protagoniste, anche se giovani, hanno già toccato con mano le difficoltà del vivere e talora si sono richiuse su se stesse a riccio, quasi accettando l’inevitabilità del destino.
Ma in loro è nascosto uno spirito combattivo che rifiuta la resa e le porta a voler scoprire, capire, sistemare i pezzi mancanti a qualunque costo, ben sapendo che non tutto darà gioia, che la sofferenza è sempre in agguato.
Sono donne femministe nella migliore accezione che il termine può avere, non si nutrono di slogan ma di battaglie personali, i sentimenti che provano sono sinceri, profondi e a volte laceranti; sono donne che attraversano le generazioni, alcune hanno ancora il futuro da scrivere, ad altre è rimasto soltanto il passato da leggere.
“La ragazza dei colori”, l’ultimo romanzo dell’autrice, riprende gli elementi che hanno decretato il successo dei precedenti, ma con una ricchezza in più, uno sguardo a un momento di Storia drammaticamente vissuto nell’Italia della seconda guerra mondiale, dopo la promulgazione delle leggi razziali.
Vivere la vita a colori
La ragazza dei colori è Stella, la protagonista.
Nella sua vita i colori hanno sempre avuto un ruolo dominante, di ciascuno di essi percepisce la forza misteriosa, comprende come possano determinare e rappresentare emozioni, capisce come in ogni loro sfumatura sia nascosta una legge della natura.
Li ha amati e utilizzati sin da piccola, li ha studiati a fondo per farne strumento della propria attività di artista, ma poi ha abbandonato tutto, a fronte di una scoperta dolorosa.
Ha anzi bruciato i suoi disegni, affinchè non lasciassero segno delle sue speranze, poi ha cambiato vita, lavoro, interessi, città.
Proprio una cocente delusione lavorativa, nata da equivoci malevoli e invidie soffocate, l’ha portata alla villa della sua prozia Letizia, donna d’altri tempi ma molto amata da Stella.
Prima di morire, suo marito Orlando ha fatto in modo che Stella la raggiungesse e, attraverso una sorta di caccia al tesoro, scoprisse un lontano segreto mai rivelato da Letizia: è nascosto all’interno di una valigia piena di disegni, dal tratto sicuramente infantile, ma densi di emozioni.
Da questi parte Stella per ricostruire il passato di Letizia e dare nuova forma al suo presente, nel quale tornerà a dipingere e insegnerà anche ad altri la bellezza di una vita a colori, l’allegria dei muri di un paese trasformati in vivaci murales.
Ciglia: extension o laminazione?
Tutte le donne sognano di alzarsi la mattina con uno sguardo da cerbiatta senza dover fare…Il segreto di Letizia
Ciglia: extension o laminazione?
Prima restia, poi sopraffatta dal peso del passato, Letizia racconta alla nipote ciò che solo Orlando sapeva, ma che le rende onore trasformandola a tutti gli effetti un’eroina.
Nel 1934 era entrata nel collegio religioso guidato da una zia allontanandosi dai genitori, qui aveva studiato tanto da diventare insegnante elementare e garantirsi la propria indipendenza.
Ma gli anni scivolavano verso la guerra e le sue derivazioni nefaste, come le leggi razziali, combattute da donne forti in silenzio, ma con estremo coraggio, per salvare il più possibile vite incolpevoli.
Per Letizia sarebbe stato facile fingere di non vedere, ma estraneo alla sua indomita volontà: era così stata inviata a Nonantola, un piccolo comune modenese, dove erano stati accolti dei bambini ebrei sfuggiti ai rastrellamenti e protetti da organizzazioni internazionali.
A lei toccava il compito di istruirli ma soprattutto di proteggerli, senza esporsi troppo, azione che era stata possibile sino al 1943, quando tutto era mutato dopo l’armistizio.
Letizia era comunque rimasta saldamente al suo posto: i bambini, rifugiati a Villa Emma, inconsapevoli delle morti atroci dei loro genitori nelle camere a gas, avevano trovato nella giovane maestra un punto di riferimento, un affetto ricambiato con profonda empatia.
Sino a quando non era stato necessario fuggire verso la Svizzera per provare a salvarsi, come previsto dall’organizzazione DELASEM: i bambini erano partiti in piccoli gruppi come se fossero in gita scolastica, sfidando i tedeschi e i fascisti, ma uno di loro, particolarmente amato da Letizia, il piccolo Elijah, non era riuscito a partire perché malato.
Il dolore segreto che Letizia custodisce nel suo cuore da decenni è questo, non averlo salvato, motivo per cui ha come cancellato gli anni di Nonantola, nascondendo i disegni che i “suoi” bambini avevano fatto con mille colori e ordinando poi al marito di distruggerli, cosa mai fatta.
Lo zio Orlando ha voluto che Stella li trovasse, che quanto fatto dalla sua compagna di una vita venisse finalmente rimosso dall’oblio, che le donne forti della famiglia si trovassero sulla stessa lunghezza d’onda anche solo per una volta, strette dall’emozione del ricordo.
I disegni nella valigia sono il fil rouge da seguire: servono a Letizia per aprire le porte al dolore e farlo sgorgare all’esterno e servono a Stella per recuperare la passione per la pittura e nello stesso tempo costruire un tempio laico dove custodirli, testimonianza imperitura di un buio passato.
La Storia recuperata da Cristina Caboni
La storia di Nonantola non è frutto di fantasia: Cristina Caboni ha cercato con cura tutto ciò che riguarda il paese e Villa Emma, con l’incredibile salvataggio dei bambini ebrei, nonostante i rischi gravissimi che ciò comportava.
Più di settanta ragazzi orfani ebrei di origine tedesca furono ospitati nella Villa con il supporto di tutta la comunità e poi trasferiti presso le famiglie e fatti passare come figli propri, con la protezione costante del medico e del sacerdote del paese: per questo motivo proprio questi ultimi sono stati insigniti dell’onorificenza di giusti tra le nazioni dall’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme.
Nel nero della bufera bellica i bambini di Nonantola appaiono come una pennellata di colore, brillano attraversati dalla luce e dalla vita.
Cristina Caboni ha tessuto intorno alla loro storia la sua trama, celebrando la bellezza del gesto fatto da quella comunità, costruendo personaggi del tutto fittizi ma capaci di restituire alla Storia la passione delle storie.
Letizia ha sempre avuto al fianco un uomo capace di amarla nella sua forza e rispettarla nelle sue scelte, Stella, nel periodo trascorso presso la zia, scorge una via certa nel suo futuro prima confuso, condividendo i suoi giorni con un uomo che sembra finalmente capace di starle al fianco con amore e sincerità.
Nella realtà furono migliaia e migliaia i bambini stritolati dalla soluzione finale di Hitler, ma la loro memoria è mantenuta viva anche grazie ai disegni ritrovati nel campo di Terezin, la tappa precedente Aushwitz.
Nei loro tratti infantili, nei loro colori adesso sbiaditi dagli anni leggiamo l’inganno tramato alle loro spalle, l’illusione di vita che fu loro concessa e la gioia, la fiducia che ne derivarono, fissate su un foglio bianco.
La speranza assume talora l’aspetto di un disegno, la vita in esso contenuta racconta i sentimenti e i colori li tratteggiano: rosso è la passione, pesca è la spontaneità, rame è la concretezza, verde è la speranza e rosa è la gioia.
Lo raccontano la storia di Stella e le storie dei bambini di Nonatola.
TITOLO : La ragazza dei colori
EDITORE : Garzanti
PAGG. 304 EURO 18,60 (disponibile versione eBook euro 9,99)