Piacentino, classe 1977, una laurea in Economia Aziendale, Davide Rigoni è al suo romanzo d’esordio, con cui è arrivato in finale, come inedito, al Premio Letteratura in Giallo – Gold Crime.
Come molti degli autori esordienti, Davide Rigoni ha scelto il genere poliziesco, un terreno solo all’apparenza facile da percorrere, in realtà disseminato di trappole per uno scrittore che non abbia un’ampia visione d’insieme coniugata con una quasi maniacale precisione per il dettaglio.
“L’ombra dell’acchiappasogni” non si sottrae a questa necessità, ma nello sviluppo dei fatti ci rendiamo conto che Davide Rigoni ha ben appreso l’arte del giallista e l’ha applicata con cura nelle quattrocento pagine del suo romanzo.
I corridoi temporali creati da Davide Rigoni
Sono dieci in tutto i giorni in cui i fatti narrati, il caso poliziesco e la sua risoluzione, sono sotto l’occhio del riflettore e del lettore, dal 26 ottobre al 5 novembre 2009.
Poco più di una settimana, una di quelle che chi lavora in una Sezione Omicidi non vorrebbe mai vivere, capace di trasformarsi in un incubo senza fine.
E’ il presente stabilito dallo scrittore, un tempo sufficientemente concluso nella vita reale da non dover richiedere aggiustamenti improvvisi, perché trasformato in memoria sedimentata e vissuto comunque dai lettori come un tempo passato (e risolto).
A fianco di questo, un secondo corridoio temporale: dopo un antefatto risalente al 1992, si scorre senza soluzione di continuità al 1994, con un cambio totale di prospettiva, un ritorno alla vita precedente del protagonista senza la quale nulla di quanto successo nel 2009 potrebbe avere un senso e soprattutto una spiegazione.
Due spazi temporali che si rincorrono tra le pagine del romanzo e si supportano a vicenda, in modo tale che anche gli antecedenti vengano assimilati dal lettore a piccole dosi, lasciando sempre aperta la porta della curiosità.
Due tempi, due luoghi, un solo protagonista assoluto
Lo scarto temporale corrisponde ad uno scarto geografico, da Londra a Standing Rock, una riserva indiana localizzata in Nord Dakota e South Dakota negli Stati Uniti.
Proprio in quest’ultima ha svolto il suo lavoro di Agente Indiano alle dipendenze del BIA di Aberdeen Andrew Sozzi, figlio di un docente universitario di Bologna con specializzazione in storia dei Nativi americani.
Il giorno in cui un imprevedibile incidente automobilistico aveva privato suo padre della vita, Andrew aveva lasciato l’Italia per trasferirsi a Fort Yates nel Nord Dakota, entrare nel BIA e continuare a titolo personale gli studi del padre sui Nativi, vivendo a stretto contatto con la tribù Lakota della riserva di Standing Rock.
Il giovane Andrew non aveva ancora deciso quale corso dare alla sua vita e sprofondarsi nella cultura che tanta passione aveva suscitato in suo padre gli era sembrato il modo migliore per mantenerne viva la memoria.
Integrarsi con i Lakota, date le premesse, gli era stato facile, stringendo legami di amicizia indissolubili nel tempo, come quello con lo sciamano Alce Nero.
Grazie alla ricchezza di informazioni che Davide Rigoni profonde su queste popolazioni troppo spesso vittime dei pregiudizi e della cultura manipolata dei “bianchi” ci si rammenta di quali sopraffazioni esse abbiano dovuto subire, di come le regole venissero sovvertite a proprio piacimento dai più forti, di quale profondo strappo nella loro cultura abbiano generato le diverse colonizzazioni succedutesi nei secoli.
Anche Andrew Sozzi ne prende velocemente consapevolezza, dal momento che il suo spirito è più in pace quando riposa sotto il tepee di Alce Nero che quando deve svolgere il suo ruolo di controllo come Agente Indiano.
Per questo, a fronte della sua impossibilità di agire concretamente contro corruzione e malaffare del Governo, Andrew preferisce lasciare Standing Rock e partire per Londra con un biglietto di sola andata.
Nella caotica, piovosa, umbratile città inglese diventa Ispettore a Scotland Yard, dove Davide Rigoni ce lo fa incontrare quindici anni dopo, pronto a fare dei diversi casi da risolvere una crociata personale contro l’ingiustizia, a costo di rimetterci in salute, sonno e vita equilibrata.
Efferati omicidi sconvolgono Londra
E’ Andrew Sozzi il protagonista intorno a cui ruota l’indagine, lui affronta senza esitazione il crimine e sempre lui riuscirà a dare un volto a quello che non è soltanto un brutale assassino declinato in versione serial killer, ma un uomo che segue uno sconosciuto rituale ogni volta che incrocia la sua vittima predestinata.
Tornato al lavoro dopo un periodo di sospensione Andrew Sozzi si trova a fare i conti con due casi: il primo riguarda la morte di una donna accoltellata nella sua abitazione e il secondo la richiesta di aiuto lanciata telefonicamente da una donna poi scomparsa nel nulla.
Intorno a lui ruota il mondo di Scotland Yard, ci sono i buoni e i cattivi, quelli di cui fidarti e quelli che vorrebbero pugnalarti alle spalle, gli amici veri e i colleghi infidi, ma nulla scalfisce la dura corazza che si è costruito negli anni.
Ma quando viene rinvenuto il cadavere di un giovane percosso alla testa, con la gola profondamente incisa, il petto squarciato e il cuore rimosso, tutto assume una nuova prospettiva.
Soprattutto, per Andrew sarà come un brusco tuffo nel passato rinvenire appeso ad una porta nella casa della vittima un acchiappasogni, un cerchio in legno flessibile che rappresenta il ciclo della vita e l’universo, con all’interno una rete con perline, che trattiene i sogni positivi, i quali possono tornare alla mente durante la giornata per dare il loro messaggio mentre i sogni “negativi” vengono risucchiati dal buco centrale e restituiti all’Universo.
Trasportati come amuleti nella cultura occidentale, questi oggetti erano tipici dei Nativi americani e Andrew aveva conosciuto le leggende costruite intorno ad essi proprio dai Lakota.
Che non sia un ritrovamento casuale lo dimostra il fatto che al primo omicidio ne seguono altri, sempre con la stessa macabra ritualità e in ogni abitazione non manca mai un acchiappasogni, mai visto prima dagli amici o dai congiunti.
Passato e presente si incrociano nella vita e nelle indagini di Sozzi e dei suoi collaboratori, mentre l’obiettivo primo diventa quello di fermare l’uomo che sistematicamente, ogni due giorni, sceglie una nuova vittima e lascia nel suo pugno un biglietto che riporta una massima di saggezza indiana.
Davide Rigoni conduce con abilità l’intreccio dei fatti, l’indagine principale è affiancata da quella relativa alla morte della donna accoltellata, nuove vittime si incrociano con presunti colpevoli, la caccia non può permettersi battute d’arresto mentre i giorni si rincorrono freneticamente, verso una necessaria soluzione.
Ricerche minuziose della collega esperta informatica, illuminazioni improvvise generate dal caso, collaborazioni strette con le persone fidate, analisi psicologiche di vittime e possibili assassini, tutto si lega con successo e concorre a produrre il risultato finale.
In entrambi i casi, un finale non scontato, cucito dall’autore sul personaggio dell’Ispettore, che rimane a combattere coi suoi demoni in una Londra sempre più triste, piovosa e caotica.
TITOLO : L’ombra dell’acchiappasogni
EDITORE : ARPOD
PAGG. 404 EURO 17,00