Emanuele Rizzardi, meraviglie e miserie di un impero lontano
Cimentarsi con la Storia è un’impresa non facile: il giovane Emanuele Rizzardi lo ha fatto e ha costruito un buon romanzo, ricco e corposo, attento alle sfumature, agli angoli bui, alle verità spesso nascoste tra le pieghe.
Un romanzo storico non è soltanto una successione di eventi documentati o verosimili, è anche una storia di uomini, grandi e piccoli, noti e sconosciuti, ma sempre e soltanto uomini, con le loro fragilità e i loro principi.
Scrivendo “L’ultimo Paleologo” l’autore ha dato prova di serietà nel lavoro di storico, condita di quel pizzico di azzardo necessario a stuzzicare, sollecitare e soddisfare la curiosità del lettore.
Il suo romanzo, infatti, racconta una storia lontana dal mondo occidentale, relegata spesso anche a scuola in un cantuccio, per dare spazio ai tanti momenti che sono alle spalle di ciò che noi europei oggi siamo: eppure anche l’Impero d’Oriente, con le sue luci e le sue ombre, è parte del nostro presente, ha avuto un’influenza forte su quello d’Occidente, sopravvivendogli tra l’altro di ben mille anni.
Ed è proprio nel simbolico 1453 che si colloca il romanzo di Emanuele Rizzardi, nell’anno in cui avvenne il definitivo assedio di Costantinopoli, con la caduta della città e il tracollo dell’Impero Romano d’Oriente.
Emanuele Rizzardi e la passione per la Storia
Emanuele Rizzardi, quale origine ha la tua passione per la storia?
È un domanda cui è difficile rispondere, perché di solito quando uno legge lo fa “da sempre” e non c’è un evento in particolare che lo abbia portato a farlo, o se c’è stato è andato perduto. Di sicuro la passione nasce dal fatto che un libro ti permette di compiere un viaggio, che sia nello spazio, nel tempo, nella testa di una persona, sfogliare una pagina è come aprire una finestra.
Perché proprio quella legata all’Impero d’Oriente?
E’ un periodo di oltre mille anni, dove sono successi fatti fondamentali per la storia umana, è molto importante riscoprirlo.
Dove hai tracciato la linea di confine tra storia e invenzione?
Principalmente dove, per esigenze di semplicità, ho dovuto correggere e tagliare alcune parti che avrebbero reso il testo molto più lungo. Ho anche creato personaggi di fantasia con delle storie proprie, perchè la macrostoria, in un romanzo storico, deve essere un contorno alle vicende umane dei protagonisti,
Hai avuto problemi con la documentazione?
La documentazione è tutto sommato abbondante, ci sono scritti di contemporanei che delineano perfettamente gli eventi; il problema principale è far rientrare tutto in un romanzo!
I tuoi personaggi incarnano virtù che ammiri e che ritieni fondamentali nella società attuale, in cui i valori morali sono spesso messi in discussione?
Cerco di creare i miei personaggi non come eroi o malvagi, ma come soggetti comuni, con vizi e virtù date dalla loro esperienza di vita. Ognuno ha sfaccettature che possiamo prendere ad esempio e lati oscuri dai quali allontanarci.
Romanzo storico: a scuola hai amato Manzoni?
Diciamo che il sistema scolastico (e molto del suo personale) andrebbe ampiamente rivisto, per far apprezzare i classici….
Fertilità maschile a rischio a causa dell’inquinamento atmosferico
Lo sappiamo tutti: gli agenti inquinanti sno dannosi per la salute. Il principale organo bersaglio dell’inquinamento…Il racconto di un Impero caduto nel romanzo di Emanuele Rizzardi
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I Paleologi furono una dinastia a capo dell’Impero d’Oriente, che ressero per circa due secoli, prima che i Turchi Ottomani ne decretassero ufficialmente la fine.
Come il 476 è data simbolica per l’Occidente, il 1453 lo è per l’Oriente, anche se in entrambi i casi la fase discendente fu lunga ed articolata.
A Costantino XI toccò la sventura di morire durante l’assedio di Costantinopoli, ma si risparmiò così la vista del saccheggio della città, due mesi dopo la sua morte: proprio l’ultimo imperatore è il personaggio storico scelto come punto di riferimento da Emanuele Rizzardi.
Il romanzo si sviluppa partendo da una battaglia epica, che vide Costantinopoli lottare strenuamente prima di cadere, all’interno della quale si muove Alessio, discendente “bastardo” dei Paleologi, tornato dall’esilio in Italia.
Alla morte di Costantino XI tocca a lui ricevere l’incarico di pseudo-basileus ,un titolo che in realtà lo angustia, non avendo egli alcuna dimestichezza col mondo della guerra.
Costantino, prima di soccombere, lo ha allontanato da Costantinopoli, incaricandolo di una missione in Georgia, in realtà proteggendolo dalla disfatta, nella speranza, forse, che a lui potesse essere affidato il riscatto contro gli Ottomani.
Che ci si muova via mare o via terra nelle pagine di Emanuele Rizzardi il rischio è sempre insidioso, come certo accadeva in un mondo dove la vita degli uomini valeva assai poco, dove uccidere il nemico era il miglior modo di affermare se stessi.
In Georgia vive Tamar, sposa destinata al basileus e quindi obbligata alle nozze con il successore Alessio: se la fanciulla accetta con rassegnazione il suo ruolo, non altrettanto fa il di lei fratello, Bagrat, che non nasconde a nessuno la sua ostilità nei confronti di chi ha preso il posto di Costantino XI.
La conoscenza approfondita smusserà i rapporti spigolosi tra Alessio e Bagrat, entrambi giovani, impulsivi, capaci di trasmettersi a vicenda insegnamenti utili agli uomini di potere che dovranno diventare.
E’ sul loro percorso di uomini e di guerrieri che si snoda il racconto dell’autore, attento a seguire vicende storiche e vicende umane con la medesima accortezza, dosandole adeguatamente tra le (tante) pagine del romanzo.
Di battaglia in battaglia, il loro legame li porterà a confrontarsi tra vecchi e nuovi nemici, a difendersi da amici presunti e traditori, a raggiungere il trono che attende Bagrat ma che richiederà altro spargimento di sangue, tra stregoni che preparano pozioni medicinali o venefiche e donne come Lucrezia e Tamar capaci di farsi valere nella vita privata e sul campo di battaglia.
La muta e decadente Costantinopoli, che mantiene solo la memoria di un antico sfarzo, assiste sullo sfondo a una storia epica di uomini e di armi, mentre il concetto di impero, che sta passando di popolo in popolo, manifesta apertamente la sua criticità, prima di modificarsi profondamente nell’età moderna.
TITOLO : L’ultimo Paleologo
EDITORE : PubMe
PAGG: 425, EURO 17,00 (disponibile in versione eBook euro 2,99)