Alimenti 0 in condotta: Coca Cola, saperne di più per moderare i consumi
Definire la Coca Cola un alimento è una forzatura, infatti questa bevanda artificiale non è altro che un’invenzione industriale del XX secolo. Il padre di questa bibita, un farmacista americano, realizzò inizialmente un vino di coca cola per lenire il mal di testa e la stanchezza fisica. Negli anni successivi, la ricetta venne modificata e un estratto di noci di cola prese il posto della parte alcolica costituita dal vino.
Coca Cola: storia di un successo
Questa bevanda non ottenne però il successo sperato e all’alba del 1920, lo scienziato americano, indebitato, cedette il prodotto a un magnate e politico americano di Atlanta che fu il responsabile dell’ascesa di questo nuovo prodotto che oggi tutto il mondo conosce.
La ricetta della coca cola è rimasta segreta nonostante le nuove leggi alimentari abbiano imposto l’indicazione di tutti gli ingredienti in etichetta. Anche Coca Cola si è dovuta adattare alle nuove leggi e seppur non consci delle quantità esatte, oggi sappiamo quali sono i principali ingredienti della coca cola.
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Come possiamo vedere, l’ingrediente principale è l’acqua seguita dallo zucchero che ne è l’unico costituente nutrizionale.
Seguono ancora l’anidride carbonica, per rendere la coca cola gassata, e il colorante E150d, un colorante sintetico che serve a dare il tipico colore alla Coca Cola ma che è stato dichiarato potenzialmente cancerogeno da diversi studi e ricerche scientifiche americane.
Chiudono la lista degli ingredienti l’acidificante ‘’acido fosforico’’, un acido che se assunto in eccesso può inibire l’assorbimento del calcio (pensiamo ai bambini e alle quantità di Coca Cola che bevono e alla salute delle loro ossa e denti), e gli aromi naturali.
La tabella nutrizionale ci dice che il valore energetico per 100ml è di 42 kcal e il macronutriente esclusivo che costituisce questa bevanda è rappresentato dai carboidrati, totalmente presenti come zuccheri semplici (d’altronde abbiamo visto che il secondo ingrediente, dopo l’acqua, è lo zucchero).
Coca Cola e altre bibite con moderazione
- La quantità di zucchero è davvero sproporzionata, conosciamo bene tutte le patologie di cui il saccarosio e gli altri mono e disaccaridi sono direttamente e indirettamente responsabili. Una su tutte il diabete ma anche l’obesità e il cancro.
- L’utilizzo del colorante E150d dichiarato potenzialmente cancerogeno da diversi studi e ricerche.
- Recenti studi dell’università di Harward hanno dimostrato come, persone che assumono quotidianamente bevande artificiali zuccherate ma anche altri tipi di bevande come quelle energetiche e pseudo succhi di frutta abbiano un’aspettativa di vita decisamente inferiore rispetto a persone che non fanno uso di queste bibite. Inoltre sembra tristemente confermato l’aumento di malattie come il cancro nelle persone prese ad esame.
- Gli spot pubblicitari incidono sulle nostre emozioni e sul desiderio e soprattutto attraggono i più giovani che sono purtroppo ammaliati da questo tipo di bevande. Un bicchiere di Coca Cola occasionalmente non ci uccide, il problema nasce e cresce quando l’uso di questa bevanda viene fatto quotidianamente. Ci sono famiglie italiane che regolarmente mettono la Coca Cola nel carrello della spesa e la servono a tavola per il pranzo e la cena.
- La presenza di zucchero e di caffeina, rendono la Coca Cola un ‘’alimento’’ che dà dipendenza: più se ne beve, più se ne vuole.
La coca cola “zero”
Chi si starà chiedendo se la Coca Cola Zero sia meno pericolosa di quella zuccherata perché non prevede l’impiego smodato di zucchero, dovrebbe chiedersi anche il perché, se non zuccherata, la Coca Zero sia ugualmente dolce.
La risposta è nell’utilizzo degli edulcoranti da parte dell’industria.
Cosa sono gli edulcoranti? Sono sostanze che hanno la capacità di dolcificare prodotti di largo consumo nell’industria dolciaria e alimentare, naturali (gli zuccheri in genere) o artificiali, costituiti questi ultimi da prodotti sintetici di varia natura (per es., dulcina, saccarina) di sapore dolce, usati in sostituzione degli edulcoranti naturali a scopo terapeutico (nelle diete per diabetici o in quelle dimagranti) o per il minor costo.
Analizziamo allora l’etichetta della Coca Cola “Zero”
E’ ben messo in evidenza che la coca zero è una bevanda analcolica senza calorie con edulcoranti. Il primo ingrediente continua ad essere l’acqua. Al secondo posto, non c’è più lo zucchero ma l’anidrite carbonica (le solite bollicine), torna poi il nostro colorante E150d e, a seguire, tutta la serie di edulcoranti e additivi utilizzati per conferire aroma e gusto.
Ma gli edulcoranti fanno male o bene?
Prima di tutto bisogna distinguere tra edulcoranti naturali (fruttosio, sciroppo d’agave, sciroppo d’acero, etc.), da quelli sintetici (ciclammato, saccarina, aspartame, acesulfame K, etc.). Come si può ben vedere, gli edulcoranti della Coca Cola Zero sono tutti sintetici. La legge fissa dei paletti all’utilizzo degli edulcoranti sintetici perché sopra determinate quantità giornaliere, questi additivi sono altamente tossici. Se pensiamo a quanta Coca Cola un bambino o un ragazzo sono in grado di bere, vengono i brividi, se poi aggiungiamo il consumo di altri alimenti light, tutti zeppi di questi edulcoranti sintetici, il risultato è davvero preoccupante.
Presenza di aspartame (edulcorante sintetico) in alimenti light:
- Bibite gassate (addizionate di anidride carbonica): 200 mg/lattina
- Gomme da masticare e caramelle: 2,52 mg/pezzo
- Yogurt: 100 mg/100g
- Prodotti dolcificanti: 18 mg/compressa (45 mg)
- Dessert (gelati e semifreddi): 60100 mg/100g
Il limite di assunzione giornaliera dell’aspartame è fissato dall’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), a 40mg X kg di peso corporeo quindi, un uomo di 80kg, per rimanere al di sotto della soglia di rischio, non dovrebbe assumerne più di 3200 mg al giorno cioè 3,2 grammi: meno della punta di un cucchiaino per un adulto!
Molti sono però gli studi che dimostrano che anche quantità inferiori siano dannose per l’organismo e il dibattito è molto acceso e tutto in divenire.
Il consiglio quindi è come sempre, quello di non eccedere e di non rendere questa bevanda un’abitudine alimentare. Il bicchiere bevuto occasionalmente non ci può far male, metterla a tavola durante i pasti invece, potrebbe rivelarsi dannoso.