Francesca Cuzzocrea racconta: una sconosciuta allo specchio
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Francesca Cuzzocrea racconta: una sconosciuta allo specchio

30/04/2016
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Francesca Cuzzocrea ci presenta la protagonista del suo libro: lo fa col garbo di una bambina.

“Mi presento: sono Adele.

O almeno, quello che rimane di lei.

Sono un piccolo sussurro della sua coscienza, nascosta in un angolo sempre più buio della sua memoria. Prima i ricordi erano vividi e splendenti e scorrevano davanti ai miei occhi come un bellissimo film a colori. Avevo un sacco di spazio per me stessa! Ma poi sono diventati grigi, sempre più sfocati, come una foto segnata dal tempo. Alla fine l’oscurità li ha inghiottiti per sempre in una voragine che ogni giorno diventa sempre più grande. Ci sono dei momenti in cui un profumo, un suono, una parola rievocano in me un episodio della mia vita che pare lontanissimo, ed ecco nella mia mente emergere come da profonde acque buie la sequenza di immagini che prende vita!

Ma il tempo è tiranno, passano solo pochi secondi e quelle vengono nuovamente risucchiate dagli abissi.

Ed ora eccomi qui, la mia voce è sempre più sottile, ma finché esisterò racconterò di me. Penso, dunque esisto. Ancora.

Tutto è iniziato… non ricordo quanto tempo fa, perché per me il tempo ormai non esiste più”.

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Adele è la protagonista di questo bel libro e si presenta così, con una voce che immaginiamo distante dal mondo e un po’ persa.

Qualcuno la chiama, le chiede di alzarsi. Vuole che faccia colazione. Forse è tardi, potrebbe arriaare di nuovo in ritardo a scuola. E allora Adele si stropiccia gli occhi si tira su a sedere ma si accorge, con raccapriccio, che intorno al suo letto ci sono delle sbarre. Ma dov’è? Non riconsce neppure la stanza e le viene da piangere. Dov’è sua madre? E da dove è comparsa quella ragazza esile e bionda, con i capelli legati, che pretende di tirarla giù dal letto?

“Dov’è la mia mamma?, Adele piagnucola., ma non c’è tempo per le risposte. La signora, vestita di bianco, le tende la mano, la tira, la porta in un bagno e le chiede di lavarsi. Adele obbedisce, anche se avrebbe voglia di scappare. Poi qualcosa la incuriosisce, di fronte a lei c’è una donna già sfiorita e senza denti, che la fissa incuriosita. Adele le sorride e anche la vecchia signora ricambia.

“Adele, hai finito di guardarti allo specchio?” Qualcuno urla.

Cosa?

La bambina allora allunga la mano verso la figura che ha davanti e che ora la fissa esitante. Le dita toccano una superficie liscia e fredda. Il contatto crea il rumore fastidioso dello strofinamento. E Adele, finalmente capisce, che la faccia che vede è la sua, riflessa in uno specchio. Si tocca la pelle: è molle, flaccida, vecchia. Allora si spaventa. Forse è un sogno, sì, deve essere finita in un incubo, a tratti riconosce il suo sguardo che la fissa, ma quella vecchia non può assolutamente essere lei.

Immagine di copertina
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Immaginate per un attimo di essere Adele, di avere la mente alterata dalla demenza senile, di confondere passato e presente, i ricordi e la realtà. Provate a sentirvi una bambina che ha bisogno della mamma incastonata in un corpo decrepito. “Mi hanno fatto sedere qui” è un romanzo crudo e bellissimo che ci aiuta a percorrere il tortuoso cammino di Adele nella malattia. Conoscerete le sue figlie Sofia ed Eliza, capirete anche il loro sconcerto, il senso di inadeguatezza e di colpa per non riuscire a ‘salvare’ in qualche modo la loro madre da quella difficile situazione.

Un piccolo grande libro, che si legge d’un fiato e lascia in bocca un sapore agro-dolce. Quante famiglie in Italia si trovano a dover fronteggiare una situazione simile? Quante Adele si sentono abbandonate e fragili? Quante Sofia ed Eliza non trovano nelle istituzioni un valido supporto?

Non sempre si può fare finta di non vedere, perché ignorare il problema non aiuta a superarlo.

Di fronte a certi libri, che ci colpiscono come uno schiaffo, potrebbe venire naturale volgere lo sguardo dall’altra parte, passare oltre. Ma sarebbe un errore, perché tra le pagine si possono trovare anche tante risposte, che squarciano il velo sul senso del nostro vivere.

Adele è la voce di tutti gli anziani in difficoltà, che hanno smarrito la via eppure sono ancora disperatamente vivi. E’ l’immagine di chi non si arrende a una vita a metà, di chi ancora pensa e quindi … è vivo.

Francesca Cuzzocrea racconta: una sconosciuta allo specchio

Titolo: Mi hanno fatto sedere qui

Autore: Francesca Cuzzocrea

Editore: Lettere Animate

86 pag. €, 9,90

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