Lo sguardo di Gaia Manzini si è posato più volte sulla famiglia, sulla sua complessità e sui coni d’ombra che spesso la accompagnano.
Nell’ambito di questa cellula sociale, poi, l’occhio attento e indagatore della scrittrice ha messo a fuoco soprattutto le figure femminili, inchiodate alle loro scelte e ai loro misteri, circondate da uomini che talora regalano loro una forza inaspettata, talora le lasciano scivolare nel loro quotidiano.
“Nessuna parola dice di noi”, l’ultimo romanzo edito da Bompiani, rientra a buon diritto in questo insieme di narrazioni, incentrato com’è sulla storia di Ada, di sua madre e della piccola Claudia, tre donne di tre generazioni a cui la vita ha imposto regole che le allontanano dal comune senso della famiglia.
Silenzi e verità taciute per la protagonista di Gaia Manzini
Non avere ancora trent’anni e avere già bruciato le tappe della vita, vivendo da adolescente responsabilità e carichi propri dell’età adulta: è questo il destino toccato in sorte ad Ada, un trascorso chiuso in un silenzio ermetico e spesso doloroso.
Eppure a questa donna, la cui cifra distintiva sembra essere il non detto, Gaia Manzini ha regalato un’occasione di rinascita attraverso un nuovo e gratificante lavoro di copywriter, in cui le parole sono l’arma vincente.
Buffo accostamento, un ossimoro esistenziale che Ada vive improvvisamente con un entusiasmo dimenticato da tempo, rimasto come un ricordo degli anni dell’adolescenza, in cui i suoi genitori, sua madre soprattutto, immaginavano per lei un futuro di grandi successi.
E invece i progetti erano franati all’improvviso a diciassette anni, al ritorno da un’esperienza di studio negli Stati Uniti della durata di un intero anno scolastico.
Anche la lingua, appresa e usata con disinvoltura al quarto anno di liceo, era stata messa da parte insieme a tutti i ricordi ingombranti di quell’anno, perché una bambina aveva preso il posto di tutti gli altri sogni, cambiando la vita di Ada e della sua famiglia.
Lasciata la città per trasferirsi in una casa sul lago, lontana da Milano, dagli amici, dalla scuola, dai pettegolezzi, Ada aveva visto crescere sua figlia Claudia sotto la custodia della nonna, non della sua, mentre completava i suoi studi e cercava una sua realizzazione, un posto nel mondo che la facesse sentire viva e indipendente.
L’agenzia pubblicitaria è arrivata senza preavviso nella sua vita, ma i suoi ritmi frenetici, la necessità di lavorare costantemente sulle idee, sui guizzi improvvisi di una parola che può fare la differenza nel lancio di un prodotto, il tempo trascorso fianco a fianco con i colleghi sono davvero un trampolino di lancio verso il futuro.
Ada usa le parole, la comunicazione, scavando al loro interno, purchè siano parole utili a descrivere ciò che sta al di fuori di lei, del suo privato, della sua vita di madre non per scelta, ma per necessità.
Ada e Alessio, la riscoperta del vivere
La fatica del vivere, anche se si è ancora molto giovani, appare a volte insopportabile: chiusa nella sua casa di Milano, con sporadici contatti con l’amica di sempre Francesca e coi vicini di casa, Ada torna al lago nel fine settimana per Claudia, per i suoi genitori, perché in fondo sa che non è lei a decidere della sua vita e di quella di sua figlia, bensì sua madre.
In agenzia ha conosciuto Alessio, esuberante e vitale, un concentrato di idee in continua trasformazione, l’esatto contrario di Ada, ma nell’unità degli opposti si trovano a lavorare fianco a fianco compensandosi, tanto da guadagnarsi un’esperienza lavorativa a Seattle per portare a termine una campagna pubblicitaria.
Il passato riesplode all’improvviso, non c’è neppure tempo di pensare a quale decisione prendere che già Ada ha salutato Claudia, ha superato l’ostilità della madre, ha coltivato la piacevolezza di gustare il successo e si è ritrovata là dove la sua vita era cambiata in modo irreversibile.
Gaia Manzini accompagna questa donna fragile e forte allo stesso tempo in un percorso di riappropriazione di sé, delle proprie capacità, della consapevolezza che nonostante il fardello silenzioso che porta con sé ha il diritto di amare e di essere amata.
L’amore è Alessio, ma è un amore che sembra essere sconfitto in partenza: troppo insicuro, in bilico sul sottile confine tra omosessualità ed eterosessualità, Alessio travolge e si fa travolgere da Ada, con la quale si crea una complicità indescrivibile, un legame che nessuna parola può descrivere o definire.
Da una parte due pubblicitari pronti a sfidare colleghi di altre parti del mondo per portare a casa la vittoria e la propria consacrazione lavorativa, dall’altra una donna combattuta tra ciò che ha e ciò che ha lasciato in Italia e un uomo con una gran voglia di amare, ma troppo confuso per decidere di sé.
Che cosa sono, Ada e Alessio? Quale parola li può definire? In quale luogo o non luogo hanno diritto di vivere?
A scegliere per Ada sarà, ancora una volta, il caso.
Un finale aperto per il racconto di Gaia Manzini
Tornare in Italia, riprendere possesso del proprio ruolo di madre, vivere all’improvviso la paura di una figlia scomparsa, capire finalmente dopo tanto tempo che cosa si vuole veramente dalla vita: tutto ciò frana all’improvviso su Ada e, nel bene e nel male, la cambia profondamente, la rende una donna più matura e sicura.
Le scelte vengono ora fatte con consapevolezza, sapendo che dietro ad ognuna di esse si cela sempre una rinuncia.
Eppure una breve vacanza al mare con Claudia, un nuovo lavoro, una nuova scansione della propria giornata sono regali che Ada vive con profonda soddisfazione, anche se non è tutto ciò che avrebbe desiderato.
Nessuno spiraglio per il futuro, per un Alessio che torni a farla sentire protetta ed amata, ma anche capace di amare?
Gaia Manzini ci lascia con domande senza risposta, optando per un finale aperto.
Leggere tra le righe non è semplice, Alessio e Ada che camminano nella notte milanese che li visti ritrovarsi non hanno un futuro certo, la loro vita si perde nell’ultima pagina del romanzo senza risolvere i nostri dubbi di lettori.
Ma in fondo la vita è così, tante domande sospese in attesa di un futuro imperscrutabile, troppe parole dette o taciute nei momenti opportuni, infinite speranze che il domani diventi una certezza: vale per i personaggi di un romanzo e per i loro amori di carta, vale per noi ogni giorno, senza sconti.
TITOLO : Nessuna parola dice di noi
EDITORE : Bompiani
PAGG: 224, EURO 17,00 (disponibile in versione eBook euro 10,99)