Gaia Manzini, la grande bellezza dell’universo femminile
Gaia Manzini e l’8 marzo.
A pochi giorni di distanza dalla data in cui si ricorda – perché ce n’è ancora molto bisogno – il ruolo della donna in un mondo caratterizzato al maschile, esce il nuovo libro di Gaia Manzini, “La via delle sorelle”.
Supportato da autobiografia e biografie di donne famose nel tempo, attraversa delicatamente e senza nessuna vena polemica l’universo femminile.
Gaia Manzini aveva dimostrato questa sua predilezione in lavori precedenti, ma in questa occasione il mondo maschile fa raramente capolino nelle sue pagine e solo se necessario.
Perché parlare ancora tanto di donne, celebrare la giornata a loro dedicata, cercare nel passato e nel presente, nella vita delle persone qualunque o in quella di personaggi famosi, esempi che possano fortificare?
Perché nonostante i tanti miglioramenti, oggi come ieri la donna regge sulle sue spalle un carico di lavoro maggiore di quello del suo compagno e ancora non vede una reale parità, ad esempio nel mondo del lavoro.
Gaia Manzini non assume le vesti della pasionaria, non si fa promotrice di slogan o facili simbolismi: semplicemente racconta, coglie frammenti di vita che non hanno bisogno di essere spiegati per capirne la forza d’impatto.
Nel suo flusso di coscienza emotivo – non linguistico, che anzi la sua scrittura è limpida e trasparente – accorpa momenti molto intimi ad altri che derivano da una conoscenza profonda di vite lontane, tutte accumunate dall’amore per la letteratura.
E’ l’esempio che trasuda significato, l’unico che abbia un valore intrinseco e reale quando si vuole cambiare un mondo che non piace più.
Le amiche della vita
Si cammina da sole. Ma solo appaiate si trova un ritmo. Posso raccontarmi solo a patto di raccontare altre donne, solo riconoscendo la mia vita dentro altre vite. Riconoscersi rispecchiandosi. Scrivo nidificandomi nella vita di altre persone, alcune non le ho mai conosciute. Parlare di altre vite per ricavare parentesi nella propria, e di parentesi in parentesi inanellare un discorso nuovo.
Comincia da questo assunto iniziale il racconto di Gaia Manzini, che ha cercato nelle amiche più significative della sua vita il senso della sorellanza: le sorelle sono persone che si riconoscono in modo complesso, e riconoscendosi le une nelle altre capiscono chi sono.
L’amicizia fra donne, che sia complice per sempre o attraversi tradimenti e abbandoni, è un unicum, che il mondo degli uomini sembra non desiderare.
A questi ultimi si addice di più il cameratismo, non il desiderio di un legame simbiotico, di un incontro che sia trasformazione e arricchimento, che si offra nella sua nudità e nelle sue possibili debolezze, che arrivi diritto in fondo al cuore.
Frida, Silvia, Marina come Carla e Bet, ma anche Ilaria, Laura sino ad Isabel hanno tutte lasciato traccia di sé nella vita dell’autrice, che siano state le bambine con cui è stata condivisa una parte d’infanzia o quelle che hanno curato le ferite dell’anima e del corpo.
Tutte hanno interpretato un ruolo salvifico, perché l’amicizia è un sentimento dalla forza dirompente, un sentimento non abbastanza celebrato e capace di una resistenza nel tempo più forte dell’amore.
Chi ci salva da noi stessi, dalle nostre notti più buie, dalle decisioni che potrebbero portare all’annientamento se non le amiche?
Da questa certezza si muove Gaia Manzini quando lascia il proprio personale regno magico per raccontare come altre donne abbiano saputo cercarsi e riconoscersi attraverso l’amicizia.
Gianluca Morozzi, di libri e librai, scrittori e lettori nella vecchia Bologna
Dire chi sia Gianluca Morozzi significa allargare lo sguardo su una lunga serie di attività legate…Ancora e sempre amiche, per Gaia Manzini
Gianluca Morozzi, di libri e librai, scrittori e lettori nella vecchia Bologna
Il nostro mondo, il personale recinto in cui si dipana la nostra esistenza non è che il riflesso di altri mondi, duplicati all’infinito.
Ecco perché cercare altrove ciò che non ci sembra una ristretta esperienza personale produce risultati a cascata.
Per essere la donna che è oggi Gaia Manzini ha cercato di specchiarsi in altre donne, che l’hanno aiutata a comprendere se stessa, a costruirsi l’esistenza desiderata.
E’ così che affianca al racconto di sé quello di biografie importanti, fissate nel momento in cui l’amicizia è stata determinante.
Sulla strada che porta verso le sorelle non di sangue la poetessa Antonia Pozzi ha incontrato Elvira e con lei ha condiviso l’amore per la montagna, per poi cercare anche in Lucia la forza che le mancava, la solida certezza di voler vivere.
Difficile farlo in un mondo che sta per esplodere, mentre la sofferenza implode e si fa sempre più acuta: Antonia Pozzi decide di abbandonare la vita ma non senza aver ringraziato chi l’ha accompagnata nel suo cercare le parole per dire, per definire, per comprendere il mondo.
Le parole sono la quotidianità di Gaia Manzini, che ha riconosciuto in Carla colei con la quale è possibile condividerle.
Abbiamo cura delle cose che scriviamo; anzi, è più lei a prendersi cura delle mie parole di quanto io non faccia con le sue, perché rispetto al suo sapere mi sento sempre in difetto. Siamo l’una per l’altra due amiche e allo stesso tempo due persone che scrivono: le due dimensioni non si possono separare.
Attraversare l’adolescenza e le sue insidie con la compagnia di un’amica è meno difficile, aiuta nel percorso forse più tortuoso della crescita, sana le ferite dei contrappassi.
In Pippa Bacca, giovane artista milanese, la scrittrice riconosce la caparbietà di chi ha deciso di intraprendere un viaggio simbolico, additato come un atto di suprema follia.
La scelta di indossare un abito da sposa, simbolo a sua volta di purezza, e di affidarsi solo all’autostop conteneva il messaggio di una fiducia nei confronti dell’umanità delusa troppo presto, per mano di un uomo capace di violentarla, ucciderla e abbandonarla alla periferia di Istanbul.
Per trovare il coraggio di iniziare il viaggio, per prendere il volo, Pippa aveva scelto di condividere l’esperienza con Silvia, ma il sodalizio era naufragato, lasciandola da sola ad affrontare la sua performance artistica.
Gaia Manzini vede riscritto in Pippa anche il suo desiderio di ribellione adolescenziale, la sua breve fuga terminata in un nulla di fatto, ma è con Bet che ha deciso di provare a prendere il volo.
Tra i ricordi degli amori e delle amicizie adolescenziali di Gaia compaiono Katherine Mansfield e Virginia Woolf, diverse in tutto ma ostinate nel sopprimere le differenze per condividere il loro male di vivere, il loro tempo prossimo a scadere.
E poi Simone de Beauvoir, Lalla Romano, Sylvia Plath, Natalia Ginzburg, un continuo intrecciarsi di biografie e autobiografia, con la sincerità di chi vuole indagare in se stessa per poi raccontare e condividere, perché la storia dell’amicizia è troppo bella per essere tenuta nascosta.
E infine il consolidamento dell’assunto iniziale: le amiche mi salvavano da me stessa e mi indicavano la strada. Non hanno mai smesso di farlo.
TITOLO : La via delle sorelle
EDITORE : Bompiani
PAGG: 160 EURO 16,00 (versione eBook euro 10,99)