Isabel Vincent, a cena da Edward
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Isabel Vincent, a cena da Edward

04/02/2017
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E’ di Isabel Vincent, giornalista investigativa canadese, uno degli ultimi romanzi pubblicati in traduzione italiana aventi a che fare indirettamente col cibo e col rapporto che instauriamo con esso nel corso della nostra vita.

Dopo essere stato relegato nel contesto della necessità quotidiana, dopo aver perso grazie al benessere il ruolo di diversificatore sociale, dopo essersi trasformato in una ossessione a seguito della imposizione mediatica del “tutti magri, tutti belli”, il cibo ha recuperato posti in classifica nell’indice dei nostri gradimenti ed è tornato ad essere valutato, se non sopravvalutato.

Gli scrittori sanno tastare il polso della situazione e non si lasciano sfuggire le occasioni per far presa sul pubblico dei lettori offrendogli ciò che esso desidera, per cui a supporto delle innumerevoli trasmissioni televisive legate al cibo troviamo sul mercato una intera letteratura culinaria, perché per essere veramente cool non basta saper mangiare, occorre anche saper cucinare.

Isabel Vincent sembra esserne ben consapevole, per cui ci regala, nel suo “Le mie cene con Edward”, una piccola storia di amicizia nata e cresciuta grazie a degli inviti a cena che nascondono ben di più sotto la loro superficie.

Isabel ed Edward, i convitati di Isabel Vincent

Ci sono momenti nella vita di ciascuno in cui rispondere alle domande di tipo esistenziale destabilizza e genera sofferenza, per cui si preferisce ignorare le difficoltà e cercare una strada per andare avanti, coprendosi gli occhi per non vedere nella convinzione che ciò generi la rimozione del problema.

E’ esattamente ciò che Isabel, protagonista della vicenda, sta facendo a proposito del suo matrimonio: alle spalle una prima esperienza fallimentare, si trova a dover valutare un presente con un marito con cui non riesce a ritrovare l’equilibrio ed una figlia, Hanna, a cui vorrebbe evitare il dolore di una famiglia in disfacimento.

In questo stato d’animo incontra, prima di Natale, la sua amica Valerie, tornata dal Canada a New York per i funerali della propria madre ultranovantenne ed in procinto di tornare alla sua vita di sempre.

Valerie è però molto preoccupata per il proprio padre, Edward, in cui la morte della moglie, dopo decenni di serena vita in comune, ha determinato una forma di arrendevolezza nei confronti dell’esistenza, una sorta di desiderio di raggiungerla quanto prima se non fosse per la promessa che lei gli ha strappato poco prima di morire, quella di rimanere per non determinare la fine della loro piccola famiglia.

Questo amore compatto e determinato contrasta con quello sfilacciato e labile di Isabel, che, spinta dalla volontà di fare un favore alla sua migliore amica e dalla curiosità di comprendere una simile realtà, decide di andare a trovare Edward e di cenare a casa dell’uomo.

Diversi in tutto, separati dal baratro cronologico di due generazioni, Isabel ed Edward trovano però sin dall’inizio un’intesa straordinaria: ognuno dei due regala all’altro una parte di sé attraverso confidenze e storie di vita e ne riceve un aiuto concreto, un supporto morale sicuro, mentre stanno seduti intorno ad un tavolo a cenare.

Isabel Vincent ha fatto del suo protagonista un ottimo cuoco, un appassionato enologo e un elegante, signorile ospite, per cui Isabel trasforma ben presto il senso del dovere che l’aveva accompagnata da lui in un profondo piacere, un appuntamento settimanale imperdibile.

Ogni serata è scandita da un menu raffinato, dal tentativo di Isabel di carpire qualche segreto culinario ad Edward, dalla pace che si respira nella casa dell’anziano signore e dalla facilità con cui entrambi trovano nell’altro un appoggio di vita.

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Che cosa ha determinato il feeling tra i due?

Nulla di complicato, a giudizio dell’autrice: per Isabel Vincent ognuno ha donato all’altro ciò che la vita gli sta mettendo a disposizione, per condividerlo attraverso un sentimento di amicizia sincera e profonda.

Isabel è una donna vitale, ancora in corsa per il lavoro e il mondo degli affetti, capace dunque di trasmettere all’anziano padre di Valerie la voglia di continuare a combattere contro la rassegnazione giorno dopo giorno; Edward possiede un bagaglio di esperienze di vita che desidera condividere con questa inaspettata amica, aiutandola a cercare i modi e i mezzi per superare le difficoltà del suo presente.

Una ricetta semplice, molto più di quanto non lo siano quelle dei piatti cucinati in occasione delle cene settimanali, che entrambi i protagonisti cercheranno di utilizzare per rendere il presente un po’ meno difficile.

Insegnando a Isabel a disossare un pollo, Edward le trasmetterà l’arte della pazienza; accettando con gioia di condividere le cene con lui Isabel insegnerà ad Edward a dare il giusto peso al suo vivere, rendendo ricco e significativo il suo percorso di vita.

La storia di Isabel e di Edward, iniziata per caso, ha un suo procedere lento, senza scossoni, e si indirizza verso un finale aperto, nel quale Isabel Vincent lascia ai lettori immaginare quanto e in che modo questa esperienza imprevista e gratificante potrà continuare.

C’è un tempo cronologico che non dà ad un uomo novantenne una lunga aspettativa di vita, ma c’è un tempo degli affetti nel quale ciò che amiamo può durare per sempre: è in questa prospettiva che vogliamo leggere il finale del racconto, ricordando che “l’amore per la vita è un piatto che va servito caldo”.

Isabel Vincent, a cena da Edward

AUTORE : Isabel Vincent

TITOLO : Le mie cene con Edward

EDITORE : Garzanti

PAGG. 160,  EURO 14,90

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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