Lorenzo Marone: meglio restare o partire?
Lorenzo Marone, napoletano verace ben ancorato alla sua terra d’origine, ha scoperto le sue potenzialità di scrittore da un paio di anni, durante i quali, però, ha rovesciato sulla carta le sue vulcaniche idee, arrivando a pubblicare ben tre romanzi, l’ultimo dei quali è in libreria da un mese soltanto.
Dopo aver percorso per alcuni anni la strada dell’avvocatura, con poca soddisfazione personale, l’ha abbandonata alla soglie dei quarant’anni per seguire il suo istinto, in uno di quei momenti in cui si pensa “ o adesso o mai più”.
“La tentazione di essere felici” e “La tristezza ha il sonno leggero” sono così arrivati sugli scaffali delle librerie e tra le mani dei giudici di importanti Premi Letterari, dimostrando a Lorenzo Marone di aver fatto la scelta giusta.
Sarà che la tentazione di cui l’autore parla a proposito del suo arzillo ultrasettantenne Cesare Annunziata o la tristezza che a singhiozzo si alterna alla (rara) felicità nella vita di Erri Gargiulo non sono sentimenti estranei al quotidiano e dunque, nella lettura, li sentiamo o li facciamo anche nostri, sarà che Marone sa tratteggiare con maestria i suoi personaggi, tanto da farli diventare tridimensionali, sarà che i lettori cercano con pervicacia un buon libro, a fronte di tanta carta straccia prodotta da inutili scribacchini, fatto sta che i romanzi di Lorenzo Marone bruciano rapidamente le classifiche dei più venduti e si collocano gongolanti ai primi posti.
L’inquieta Luce di Lorenzo Marone.
“Magari domani resto”, l’ultima fatica, sembra essere avviata verso il medesimo successo.
In queste pagine i precedenti protagonisti maschili hanno lasciato spazio ad una donna, che assume il ruolo primario e non da coprotagonista.
Trent’anni superati da un bel po’, provocatoria e alternativa in ogni sua scelta, Luce ( nome impegnativo ed originale scelto dai suoi genitori, non fosse che il suo cognome è Di Notte) lavora in uno studio di avvocati in cui non riesce a far emergere la sua preparazione e le sue qualità, soffocata da un ambiente grettamente maschilista.
Abita nei Quartieri Spagnoli ed è il frutto di un percorso di vita che l’ha resa spigolosa nel carattere, combattiva contro gli ostacoli dell’esistenza ma anche impreparata a relazionarsi con gli uomini, dato che il padre è stato assente, il fratello ha deciso di andare a vivere lontano da Napoli e l’uomo che ha amato si è rivelato immaturo ed inadatto.
Dell’universo maschile sembra aver salvato soltanto Don Vittorio, il suo anziano vicino di casa dotato di filosofica saggezza, e il suo Cane Superiore, Alleria, incapace di tradire la sua fiducia.
Tutto ciò sino a quando a Luce non viene affidato, dalla Studio per cui lavora, un caso di richiesta di affidamento e nelle sue giornate irrompe Kevin, un bambino di sette anni conteso dalla madre e dal padre.
Luce trova improvvisamente uno stimolo in più per vivere la sua banale quotidianità, nell’inaspettato incontro con il bambino e i suoi genitori rivede le distorte dinamiche familiari che hanno caratterizzato la sua esistenza giorno dopo giorno, lasciandole cicatrici indelebili.
E’ una strada in salita, quella che Luce deve percorrere per chiudere i conti rimasti in sospeso nella sua vita, per affrontare la quale non basteranno la Vespa scalcinata con cui ogni giorno attraversa il suo quartiere per raggiungere lo studio né le sue scarpe da ginnastica.
Ma potrà farcela, con l’aiuto inconsapevole di Kevin e quello insostituibile di Don Vittorio.
Il gioco delle parti di Lorenzo Marone
Difficile scordare i personaggi dello scrittore, dopo averne seguito le vicende, e il loro quotidiano percorso ad ostacoli.
In controtendenza rispetto ad ogni regola di scrittura narrativa, Marone non parte mai da una vicenda parossistica per poi rimettere a posto gli elementi compositivi, anzi, i contesti di partenza sono piatti, privi di guizzi vitali, calati nella più assoluta e noiosa abitudinarietà.
A scombinare le carte sono elementi estranei, che colpiscono così in profondo da scardinare il sistema e dare luogo al gioco delle parti, in cui i ruoli cambiano, si invertono, creando un subbuglio emotivo da cui si snodano le successive vicende.
Senza Kevin e sua madre Carmen Luce sarebbe rimasta incatenata alle sue giornate, incapace di decidere se fuggire o rimanere, ma soprattutto incapace di capire che il restare o l’andare non possono essere il frutto di una scelta del momento, ma vanno ragionati e compresi.
Non si è eroi restando per forza, né allontanandosi senza una precisa alternativa: lo insegnano le rondini, che ogni autunno se ne vanno ma ogni primavera, consapevolmente e faticosamente, ritornano ai loro nidi sotto i tetti.
Il percorso interiore di Luce la porterà a decidere consapevolmente, liberandosi dai ricordi inutili ed ingombranti e aprendosi alla certezza di quanto siano importanti certi valori, anche se non li hai mai posseduti e ritrovarli per te stessa sarà molto faticoso.
La paura della sconfitta si può superare, se non sei da sola ed hai vicino a te chi ti aiuta: solo così si può affermare che sì, magari domani resto.
AUTORE : Lorenzo Marone
TITOLO : Magari domani resto
EDITORE : Feltrinelli
PAGG. 320, EURO 16,50