Mario Fortunato, un secolo di storia italiana privata e pubblica
Mario Fortunato, scrittore, giornalista, traduttore, critico letterario e molto altro ancora, vanta un ruolo di spicco nel panorama del romanzo italiano contemporaneo, con le sue attente analisi sociali e psicologiche che lo portano a indagare l’essere umano come privato e come parte di un pubblico a cui non si può sottrarre.
L’assunto che solo grazie alla scrittura la memoria può diventare racconto e dare immortalità alle persone che abbiamo amato viene fortemente ribadito nel suo ultimo romanzo, “Sud”, dove la vicenda privata di due famiglie convergenti verso un legame matrimoniale è intessuta di rimandi storici che si riferiscono a un secolo di storia d’Italia, sino al presente attuale.
Il sud è il luogo geografico che fa da sfondo, un paesaggio chiuso tra montagne aspre e acque cristalline, un contesto in cui si sono avvicendati popoli e culture diverse, dai Greci ai Normanni agli Spagnoli.
Le tracce del passato vanno lentamente scomparendo agli albori del XX secolo, quando la storia ha inizio, quando tutto sta per cambiare drasticamente ancora una volta, in un modo tanto tragico quanto nessuno avrebbe saputo immaginare.
Il racconto di Mario Fortunato si snoda tra cronaca e storia, scavando nei piccoli drammi personali e negli strascichi delle grandi tragedie del Novecento, con uno stile ora asciutto ora lirico, con pagine di intensa bellezza legate alle descrizioni di uomini e donne travolti dai più abusati sentimenti, come l’amore, la paura, l’invidia, l’incoscienza.
Due guerre mondiali, la rinascita, la politica, le rivoluzioni sociali, il nuovo secolo che si appresta ad aprire un nuovo millennio: nelle pagine dell’autore tutto scorre scandito da questi grandi avvenimenti, che raggiungono e a volte travolgono l’esistenza di due famiglie borghesi colte e benestanti, ben lontane da quelle spesso illustrate con spietato realismo dagli autori del secondo dopoguerra.
Ben diverso è il punto di vista di Mario Fortunato, intimo e soggettivo, non piegato alla denuncia sociale ma più attento all’evoluzione psicologica di un mondo destinato a scomparire nei gorghi di una società liquida.
Mario Fortunato: due famiglie, un destino comune
Il Notaio e il Farmacista sono i patriarchi delle due famiglie.
Identificati con quella che è la loro occupazione di una vita, sono uomini colti e rispettati, ultimi epigoni di una specie in estinzione, padri di figli che saranno molto diversi da loro, a rappresentare una nuova generazione.
Il racconto delle loro esistenze procede incrociato, perché il destino ha in serbo per loro un matrimonio a lungo rimandato, quello tra l’Avvocato, figlio del Notaio, e Tamara, figlia del Farmacista.
Intorno a loro un caleidoscopio di fratelli e sorelle, cugini reali o presunti, zii e zie dalle vite imprevedibili, figli ubbidienti e altri ribelli, amici così stretti da essere come e più di fratelli.
Il Notaio è affascinato dalla politica, le sue idee progressiste lo portano a schierarsi dalla parte delle sinistre e a ricoprire a lungo la carica di Sindaco, ma sono anni in cui stanno emergendo altre idee, altre fazioni politiche, che vedranno in lui una testa calda, un nemico. Inoltre la sorte è stata ingrata con lui, lasciandolo vedovo con sei bambini da crescere e una scarsa propensione verso l’affettività paterna: inevitabile una seconda moglie e altri figli. Nonostante ciò, il Notaio non si staccherà dalla politica, arrivando al punto di dover fuggire per sottrarsi alle rappresaglie fasciste, lasciando la sua famiglia nell’indigenza.
Suo coetaneo, il Farmacista: di origine ebraica, lui e la moglie Lea mantengono un assoluto riserbo sulle loro origini, evitando di fornire particolari sulle vite condotte prima di arrivare al paese dove rimarranno per tutta la vita. Il Farmacista ha una grande passione, un violino che tiene celato all’interno di un armadio e che non sarà mai più capace di suonare dopo essere venuto a conoscenza degli orrori perpetrati ai danni degli ebrei.
A contorno di questi protagonisti e dei loro discendenti, Mario Fortunato costruisce altre genealogie, legate alla servitù: due mondi opposti e inconciliabili, i più ricchi da una parte e gli altri da un’altra, eppure anche in questo ambito si intrecciano relazioni se non proprio di amicizia certo di mutuo e reciproco rispetto: ne è un esempio il legame tra l’Avvocato e Ciccio Bombarda, il suo personale autista senza patente automobilistica che diventa la sua ombra, ma anche quello, giunto in tarda età, tra il Farmacista e Peppo della posta, un uomo invecchiato troppo presto ma capace di dare un contributo decisivo nel tentativo di alleviare la depressione del farmacista.
Questa prima generazione, a cui appartengono anche le due enigmatiche domestiche Maria la pioggia e Maria del Nilo, ha assistito di rimbalzo ai clamori del primo conflitto mondiale, che sembra non aver lasciato una profonda ferita, ma vive l’ascesa di una dittatura che condiziona in toto l’esistenza dei giovani e dei meno giovani, costretti a operare delle scelte a volte pericolose.
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Sono i figli del Farmacista e del Notaio a vivere il secondo conflitto mondiale, chi nelle fila dell’esercito regolare chi tra gli antifascisti, sconvolgendo in ogni modo la propria e l’altrui esistenza.
C’è chi muore come Ernesto e chi sopravvive come Giorgio, portandosi a casa un vuoto interiore che toglie il respiro, come se il tempo reale si fosse fermato per sempre.
L’elaborazione del lutto richiede mesi, al termine dei quali Tamara e l’Avvocato, ventinove e trent’anni, possono finalmente sposarsi, dopo anni di corteggiamento senza esito e troppe vicende familiari ostili.
Il nodo tra le due famiglie è finalmente stretto, la guerra ha cambiato volto con l’arrivo degli Alleati, Tamara e l’Avvocato crescono i loro figli nell’Italia repubblicana, Nina sostituisce il padre nella farmacia, il paese sembra pronto a spostarsi verso il mare, dove non vivono più solo i pescatori, ma il benessere che ha sostituito i difficili anni della ripresa ha indotto coloro che ne hanno la possibilità economica a costruire una seconda casa.
Mario Fortunato lascia che la storia irrompa nella narrazione anche nei suoi aspetti secondari, più antropologico-sociologici, per raccontare di una inarrestabile trasformazione .
Incalza la modernità anche nel sud dell’Avvocato e della sua famiglia, il mondo sembra essersi ribaltato, gli avvenimenti si susseguono senza tregua, dallo sbarco sulla luna alla rivoluzione del ’68.
I protagonisti centrali, avviati ormai verso la vecchiaia, cercano di riannodare i fili della memoria per mantenere inalterato il ricordo di ciò che è stato, affidando ai figli il duro compito di non dimenticare: ed è proprio al più giovane di questi, Valentino, nato dopo una profonda crisi coniugale e da una madre non più giovane, che l’autore affida il compito di chiudere il cerchio.
E’ lui che ha introdotto il lettore nella storia narrata ed è con lui, che ha lasciato da giovane il paese per non farvi ritorno, che la storia si conclude, quando viene attraversato “dal ricordo improvviso, immotivato delle persone che avevano gremito la sua infanzia e la prima giovinezza: persone, nomi, volti, storie e sentimenti che di colpo temeva di avere perduto per sempre in modo irrevocabile”.
Comprende allora come in un lampo che “ il passato non è tanto ciò che affiora dalla Storia, dalle rovine, dai massacri o dai monumenti, bensì un punto di arrivo individuale “, che “se si perde la relazione col passato si perde se stessi: perché il passato è più vasto del presente, per non parlare del futuro”.
TITOLO : Sud
EDITORE : Bompiani
PAGG. 304, EURO 18,00 (disponibile versione eBook euro 10,99)