Rufi Thorpe, scrittrice californiana al suo esordio, potrebbe essere la perfetta vicina d’ombrellone, la nuova amica conosciuta in vacanza, in un rifugio sulle Dolomiti, la sconosciuta compagna di stanza in un viaggio avventuroso in una capitale europea.
Una donna che sa scrivere di amicizia è con molta probabilità una donna che sa vivere con profondità e in percentuale massima questo sentimento: ecco perché tutte (e anche tutti…) noi dovremmo avere la fortuna di conoscere o di avere tutta per noi una Rufi Thorpe.
Col suo romanzo d’esordio, “Piccola Dea”, ha ottenuto un grande successo a livello internazionale ed è riuscita a conquistare anche l’approvazione dei critici (uomini), spesso propensi ad essere alquanto “tranchantes” su questo tipo di storie.
L’AMICIZIA AL FEMMINILE È DAVVERO UN UNIVERSO A SE’?
Sfatiamo subito un mito, quello dell’amicizia tra sessi diversi: esiste, può essere meravigliosa e intensa, non è affatto scontato che degeneri in un rapporto d’amore, può regalare un legame indissolubile, ma….
C’è un MA, un ostacolo insormontabile.
L’amicizia tra donne crea una complicità che solo l’universo femminile può comprendere, basata su una serie di sfumature cromatiche ed affettive sconosciute al mondo maschile, che vive per lo più la sua esistenza nell’alternanza tra il bianco e il nero, tra ciò che è o non è.
I condizionali, i POTREBBE ESSERE, le ipotesi, i castelli in aria appartengono alle donne, al loro legame, alla loro amicizia, fatta spesso anche di litigi e di lacrime, ma indissolubile, capace di durare finchè morte non ci separi.
Anche Rufi Thorpe sembra esserne convinta e dunque costruisce la sua storia sul legame che si viene a creare tra due adolescenti che poi diventano donne attraverso le infinite peripezie che la vita impone loro di affrontare.
Sono molto diverse, Mia e Lorrie Ann, una monella e l’altra perfettina, che si trovano a crescere in un contesto americano che non crede più alla felicità dei barattoli di marmellata fatta in casa allineati sulla credenza ed ha sostituito la mamma da baby boom con una genitrice frustrata dalla crisi e amante più dell’alcol che della frutta.
Qualche eccezione c’è ed è rappresentata dalla scrittrice nella famiglia di Lorrie Ann, così equilibrata da risultare a volte irritante, come lo erano le perfette famiglie protagoniste dei telefilm americani anni Ottanta.
La perfezione è un mito, però, questo si sa, ed è così che anche Lorrie Ann si trova, sedicenne, a fare i conti con una svolta imprevista della vita, affrontata pari pari poco tempo prima dalla sua amica Mia: una gravidanza indesiderata.
Finiscono i sogni, si inceppa il meccanismo delle illusioni, comincia la vita vera.
FARE I CONTI CON LA REALTA’ INSIEME A RUFI THORPE
La vicenda più dura ha inizio da questo momento: la scrittrice Rufi Thorpe costruisce intorno alle due ragazze, quella che ha interrotto la gravidanza, Mia, e quella che invece terrà il bambino, Lorrie Ann, un percorso di vita che ribalta la convinzione letteraria comune, che la bontà venga sempre premiata.
Pagina dopo pagina, la ribelle Mia dà una svolta positiva alla sua vita, mentre Lorrie Ann lascia che venga annientata con la stessa costanza, contravvenendo tutte le previsioni iniziali.
Tutto si complica, ma è proprio in frangenti simili che le donne mostrano la loro forza: non importa come si è cambiate, le radici di un legame di amicizia sono così intrecciate che mantengono inalterata per sempre la loro vitalità.
Questo è il punto di forza del romanzo: è vero che la serie degli eventi a volte ci appare esagerata, ci induce a pensare che la sfortuna davvero non possa avere tutta questa pervicacia, ma la delicatezza di questo sentimento prevale sui fatti e li rende accettabili.
Forse per qualcuno la vita è davvero così ingrata, così perversa da illudere e poi disilludere con tanta ferocia, ma tutto può sembrare meno amaro se condiviso con un’amica.
La piccola dea del titolo (per altro infelice, non è un segnale forte della valenza del racconto) cade dal suo piedistallo e l’amica, diventata una donna di successo studiando le lettere antiche (anche questo un sogno americano??), è pronta a raccoglierla, a rialzarla, a dirle io ci sono.
Chiunque abbia avuto la fortuna di crescere con un’amica così sa che non è finzione letteraria, che la realtà riesce persino a superare la fantasia, in questo contesto: lo dimostra certo la buona sorte di tanti romanzi e film costruiti con questa formula, come “Se stasera siamo qui “ della scrittrice irlandese Catherine Dunne o la pellicola in uscita “Qualcosa di buono”.
Il libro di Rufi Thorpe può dunque essere una piacevole compagnia in queste lente e pigre giornate estive, per non distoglierci completamente dalla quotidianità e ricordaci che dobbiamo salvaguardare un’amicizia da qualsiasi contaminazione esterna, in quanto essa non è esente purtroppo dalla precarietà e il per sempre non esiste neppure in questo contesto.
TITOLO: Piccola Dea
EDITORE: Sonzogno
PAGG. 272, EURO 16,50