Anti-influenzale, indagine sui medici di medicina generale
Il vaccino anti-influenzale è, una sorta di “chiave della longevità”: permette di invecchiare in salute evitando le complicanze. Il medico di medicina generale rappresenta il punto di riferimento dell’assistito: è suo compito valutare la storia clinica del paziente e definire l’approccio vaccinale più indicato.
Quasi tutti i medici, per la precisione il 99,7%, considerano la vaccinazione anti-influenzale uno strumento di prevenzione importante e prioritario.
Appena il 30%, tuttavia, si dichiara soddisfatto dalle azioni pubbliche atte a promuovere la vaccinazione oltre i 65 anni. Come è noto, si tratta della la categoria più esposta al rischio influenza, da tutelare per mezzo di azioni preventive appropriate.
Vaccinazione anti-influenzale, ecco l’indagine
Metis, Società scientifica dei medici di Medicina generale, ha posto in essere un’indagine su un campione di mille medici.
Ecco i risultati più importanti.
Secondo Tommasa Maio, responsabile per Fimmg del progetto “Mmg e vaccinazioni”, “La ‘fotografia’ che emerge dalla nostra ricerca conferma la piena consapevolezza della classe medica rispetto alla valenza della vaccinazione anti-influenzale”.
Più del 57% dei medici di Medicina generale ha affermato di aver adottato anche il vaccino adiuvato, come ricevuto della Asl. Tra loro, soltanto il 40% dichiara di poter scegliere quali vaccini richiedere alla Asl di appartenenza.
Aggiunge la dottoressa Maio: “In tal senso, appare evidente la necessità di potenziare il ruolo della Medicina generale nella governance della politica vaccinale, che deve potersi fondare, a maggiore tutela dei pazienti, sull’appropriatezza prescrittiva. Il medico deve poter scegliere quale vaccino utilizzare perché è fondamentale valutare la storia clinica per definire l’approccio più indicato per ciascuno dei nostri assistiti. Nel caso dei pazienti over 65, il vaccino adiuvato rappresenta, come dimostrano i dati in letteratura, uno strumento insostituibile.”
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La Romagna si conferma ancora una volta patria del fitness e del vivere bene. Questa volta…Vaccinazione anti-influenzale adiuvata e convenzionale
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I vaccini adiuvati sono adatti agli ultrasessantacinquenni:, agiscono rafforzando il sistema immunitario e proteggendo dalle complicanze dell’influenza che, soprattutto in presenza di malattie croniche concomitanti come diabete, patologie cardiovascolari o respiratorie, peggiorano la condizione clinica.
Michele Conversano, igienista e Presidente HappyAgeing, si è espresso in questo modo: “E’ stato dimostrato che il vaccino influenzale adiuvato con MF59 evoca negli anziani una risposta immunitaria significativamente superiore rispetto ai vaccini trivalenti convenzionali, risposta che migliora con la somministrazione ripetuta annualmente. Ciò permette di ridurre il rischio di ricovero ospedaliero del 25%. Nell’anziano la vaccinazione produce un’immunità reattiva anche contro ceppi influenzali non inclusi nella formulazione del vaccino, offrendo così una protezione più ampia verso le varie tipologie di ceppi circolanti. Questo vaccino può quindi essere considerato lo strumento preventivo d’elezione nella fascia over 65, non solo per l’efficacia ma anche per il profilo di sicurezza, come accertato da 15 studi clinici che hanno coinvolto quasi 11mila soggetti”.
Vaccinazione anti-influenzale: impatto epidemiologico dell’influenza stagionale
Lo scorso anno è stato colpito da influenza stagionale il 10% della popolazione mondiale, pari a oltre 6 milioni di persone. Non bisogna commettere due errori: sottovalutarla e confonderla con le sindromi para-influenzali. Non bisogna dimenticare che sulla nostra Penisola in media sono 8.000 ogni anno i decessi direttamente correlati alle complicanze da influenza, il 90% dei quali riguarda gli over 65.
Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha dichiarato: “In questi anni abbiamo registrato un progressivo calo delle vaccinazioni, soprattutto nella popolazione anziana, tanto che, guardando ai dati, con lo scorso anno possiamo dire di aver fatto un salto indietro di ben 15 anni in termini di coperture vaccinali, tornando ai livelli della stagione 2000-2001 e arrivando a vaccinare a malapena il 50% nella popolazione anziana. Gli ultimi dati della rilevazione Influnet, aggiornati al 15 novembre, mostrano un progressivo aumento dei casi, che hanno superato quota 193.000. Ancora non siamo nella fase epidemica, ma il picco del contagio è atteso tra dicembre e gennaio, ed è quindi importante proteggersi per tempo con la vaccinazione”.
La vaccinazione anti-influenzale e il risparmio
La vaccinazione è la strategia di prevenzione con il miglior profilo di costo-efficacia.
Sulla base di una recente analisi il Servizio sanitario nazionale, parliamo di un risparmio pari a 3,6 milioni di euro annui. In Italia è stato realizzato un modello di simulazione farmaco-economica: se ne evince che preferendo la vaccinazione influenzale adiuvata con MF59 rispetto al vaccino convenzionale si otterrebbe un ulteriore risparmio dell’11,8%, pari a 80 milioni di euro. E’ rilevante, in questo senso, il numero di ricoveri ospedalieri evitabili.