Crioablazione e fibrillazione: uno studio dimostra l'efficacia

Crioablazione e fibrillazione: uno studio dimostra l’efficacia

La fibrillazione artiale si cura con la crioablazione. I risultati delle analisi secondarie dello studio clinico Fire and Ice, presentati al Congresso della European Society of Cardiology (ESC) di Roma, hanno dimostrato dimostrano che i pazienti affetti da fibrilazione atriale parossistica (PAF) hanno avuto tassi di recidive e du ricoveri in ospedale più bassi rispetto ai pazienti trattati con l’ablazione in radiofrequenza (RF).

Che cos’è la fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è la patologia cardiaca che rappresenta la più comune forma di aritmia con 500.000 pazienti in Italia e 60 mila nuovi casi ogni anno.

Ma che cosa accade durante la fibrillazione atriale? In pratica gli impulsi naturali del cuore sono irregolari: le camere superiori ed inferiori del cuore non battono in modo sincrono. Un ritmo rapido e disorganizzato compromette l’abilità del cuore a svolgere le normali funzioni: gli atri si contraggono rapidamente e caoticamente e i ventricoli si riempiono meno efficacemente causando una perdita di funzionalità cardiaca pari al 30%. Spesso, la fibrillazione atriale è asintomatica e quindi non diagnosticata, ciò aumenta il rischio di embolia associato. L’obiettivo dei trattamenti, farmacologici e chirurgici, è il ripristino del ritmo sinusale.

Che cos’è la crioablazione

La crioablazione è una tecnica ablativa che utilizza il freddo. L’intervento consiste nell’introdurre per via venosa un palloncino all’interno delle vene polmonari che viene poi gonfiato e raffreddato a circa -40° per 3 minuti. Si produce così una sorta di ibernazione dell’area malata che viene isolata dal resto del cuore. I vantaggi di questa tecnica, rispetto a quella classica con radiofrequenza, sono una maggiore rapidità della procedura, mantenendo gli stessi standard di efficacia e sicurezza dell’approccio tradizionale, come confermato dalle analisi primarie dello studio FIRE AND ICE.

L’ablazione della fibrillazione atriale è indicata per i pazienti al di sotto dei 65 anni, per i pazienti con sintomi e per tutti coloro che non hanno risposto positivamente alla terapia farmacologica. Si tratta del 30% dei pazienti.

Crioablazione o ablazione con radiofrequenza

L’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale con radiofrequenza – oggi praticata in Italia per circa 6000 pazienti l’anno – presenta, tuttavia, delle limitazioni importanti che ricadono sulla prolungata durata dell’intervento e sulla complessità della procedura che richiede una equipe medica molto esperta. La metodica che utilizza la crioenergia (utilizzata in oltre 180.000 casi nel mondo e disponibile in Italia in circa 40 laboratori di Elettrofisiologia) semplifica l’intervento mininvasivo di ablazione transcatetere per il trattamento della fibrillazione atriale rendendolo più sicuro e tollerabile per il paziente e riducendo significativamente per il paziente le ospedalizzazioni e le cardioversioni elettriche dopo l’intervento.

Fire and Ice: crioablazione e albazione RF a confronto

FIRE AND ICE è il più grande studio multicentrico, prospettico, randomizzato che confronta l’ablazione con criopallone e l’ablazione punto-punto con radiofrequenza per il trattamento dei pazienti. Questo studio di riferimento, pubblicato su The New England Journal of Medicine, ha preso in esame 769 pazienti. Lo studio ha dimostrato la non inferiorità del criopallone rispetto alla RF nel ridurre le recidive di aritmia e la necessità di terapia antiaritmica e/o riablazione, ma con tempi procedurali più brevi e riproducibili usando il Criopallone.

Ecco i risultati

Lo studio Fire and Ice ha dimostrato riduzioni significative nel gruppo trattato con Criopallone in aree importanti per i pazienti, inclusi una riduzione del 34% dei ricoveri per cause cardiovascolari e del 33% nelle riablazioni. Analisi aggiuntive hanno mostrato il 21% in meno di ospedalizzazioni per ogni causa e il 50% in meno di cardioversioni elettriche.

Tra i partecipanti allo studio, il Professor Claudio Tondo, Direttore del Cardiac Arrhythmia Research Center del Cardiologico Monzino di Milano spiega che “Lo studio rappresenta la più importante analisi randomizzata di confronto tra la tecnica crioablativa e quella convenzionale a radiofrequenza nel trattamento di pazienti sintomatici per fibrillazione atriale parossistica” ha detto il Professor Claudio Tondo, Direttore del Cardiac Arrhythmia Research Center del Cardiologico Monzino di Milano. “L’efficacia clinica è paragonabile tra le due metodiche, ma la crioablazione costituisce un approccio più rapido e semplificato.”

  • Il gruppo Criopallone ha avuto 49 riablazioni in 44 pazienti (44/374; 11.8%); il gruppo RF 70 riablazioni in 66 pazienti (66/376; 17.6%) (p=0.03).
  • Nel gruppo Criopallone, si sono verificate 139 ospedalizzazioni per cause cardiovascolari in 89 pazienti (23.8%; al confronto, si sono verificate 203 ospedalizzazioni per cause cardiovascolari in 135 pazienti (35.9 %) nel gruppo RF (p<0.01).
  • Considerando le ospedalizzazioni per ogni causa, 122 pazienti nel gruppo Criopallone sono stati ospedalizzati 210 volte (32.6%) rispetto a 156 pazienti nel gruppo RF che sono stati ospedalizzati 267 volte (41.5%) (p=0.01).
  • Il tasso di cardioversioni elettriche, una procedura che tende a riportare il cuore ad un ritmo normale mediante uno schock elettrico, è stato maggiore nei pazienti trattati con catetere RF (6.4%) se comparato ai pazienti trattati con Criopallone (3.2 %) (p=0.04).

 

 

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