Danni ai polmoni da smog, per saperne di più

Danni ai polmoni da smog, per saperne di più

In che stato sono i nostri polmoni, stante la situazione presente, con pioggia assente, smog e polveri sottili?

Un’indagine in questo senso è stata posta in essere dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa. Hanno collaborato l’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo e le università di Pisa e Verona.

Danni ai polmoni, non soltanto da smog: come si è svolta la ricerca

Non da oggi si studia la problematica e si registra la crescita delle malattie respiratorie: a essere sotto accusa non è soltanto l’ambiente di vita, che pure ha un impatto osservabile. Dal 1985 è stato posto sotto analisi un campione composto da più di di 3000 soggetti residenti nel comune di Pisa. Nel mirino era l’evoluzione di tali patologie nella popolazione.

Sulla base dei risultati, rientriamo nelle statistiche, non rosee, che riguardano altri Paesi. Ha pubblicato i dati Respiratory medicine.

Danni ai polmoni da smog, la parola all’esperta

Sara Maio dell’Ifc-Cnr di Pisa si è espressa in questo modo: “I tassi di prevalenza di alcuni disturbi polmonari sono più che raddoppiati negli ultimi 25 anni: in particolare, gli attacchi d’asma sono passati dal 3.4% al 7.2%, per la rinite allergica si è saliti dal 16.2% al 37.4%, l’espettorato ha superato il 19% rispetto all’8.7% del 1985 e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), ostruzione delle vie respiratorie non completamente reversibile, ha raggiunto il 6.8% contro il 2.1% iniziale. Questi elementi confermano analoghi studi condotti a livello nazionale e in altri Paesi come la Svezia“.

Gli scienziati sono partiti un campione di gruppi familiari scelti a caso. Con il trascorrere del tempo, l’indagine si è dilatata, fino a interessare i nuovi membri delle famiglie.

Continua Maio: “Lo studio è stato articolato su tre periodi: dal 1985 al 1988, dal 1991 al ’93 e dal 2009 al 2011. Per ogni fase è stato chiesto ai volontari di rispondere a un questionario, indicando a quali fattori di rischio fossero esposti e a quali disturbi fossero soggetti. Come già mostrato da ricerche precedenti, l’abitudine al fumo e l’esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Ad esempio, chi fuma anche meno di 7 pacchetti di sigarette all’anno rischia di soffrire in più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto riguarda la tosse e dell’80% per l’espettorato”.

Cosa avviene ai residenti in area cittadina?

Secondo Giovanni Viegi, dell’Ibim-Cnr di Palermo, “In particolare, i risultati hanno mostrato nei soggetti residenti in area cittadina, rispetto a quelli che risiedono in zone suburbane, un rischio maggiore del 19% di rinite allergica, del 14% di tosse, del 30% di espettorato e del 54% di Bpco. L’incremento dell’impatto delle malattie respiratorie sulla popolazione indicato dai risultati suggerisce di prestare ancora maggior attenzione agli sviluppi e alle cause di disturbi così comuni, di pianificare indagini epidemiologiche longitudinali e ampliare le conoscenze sui fattori (allergeni, inquinanti atmosferici…) potenzialmente associati a tale aumento”.

 

 

 

Immagine copertina di Pixabay https://www.pexels.com/it-it/foto/silhouette-di-alberi-39553/

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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