Sono trascorsi due anni da quando l’epidemia di Ebola è comparsa in Guinea: si tratta del Paese nel quale sono stati riscontrati i primi casi. Oggi è ufficiale: la malattia non si riscontra più in questa zona. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha emesso un comunicato: si legge che ha avuto termine il periodo di 42 giorni, che rende la Guinea “Ebola free”.
La patologia terribile, tuttavia, non è ancora sconfitta: persiste in Liberia, dove tuttavia sarà ufficialmente scomparsa a metà gennaio, se non si riscontreranno nuovi casi.
Ebola, il primo caso
In Guinea, nel dicembre 2013 a Gueckedou, è stato scoperto il primo caso di Ebola: si ammalò un bambino di due anni, che era stato infettato, probabilmente, da un pipistrello. Di là, il passo è stato breve: a macchia d’olio la malattia ha toccato le zone confinanti, dilagando in Liberia e Sierra Leone, cui si sono aggiunti altri sette stati.
Ebola, Guinea sorvegliata speciale
Nei prossimi novanta giorni, la Guinea sarà sorvegliata speciale. Mohamed Belhocine, rappresentante dell’Oms nello stato, si è espresso in questo modo: “Dobbiamo rendere omaggio al governo e alla popolazione della Guinea, che nelle avversità hanno mostrato una straordinaria leadership nel combattere l’epidemia”.
Ebola, non bisogna abbassare la guardia in Guinea
Secondo Bruce Aylward, rappresentante speciale del direttore generale dell’Oms per la risposta a Ebola, “I prossimi mesi saranno assolutamente critici. I Paesi dovranno essere pienamente in grado di prevenire, identificare e rispondere ad eventuali nuovi casi. La persistenza limitata nel tempo del virus nei sopravvissuti può causare nuove recrudescenze: rende imperativo che i partner continuino a sostenere questi Paesi”.
Ebola destinato a scomparire? Il tempo lo dirà
Il dottor Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms in Africa, ha così concluso: “E’ la prima volta che tutti e tre i Paesi – Guinea, Liberia e Sierra Leone – hanno interrotto le originarie catene di trasmissione che sono state responsabili dell’inizio di questo devastante epidemia due anni fa”. In aggiunta all’originaria catena di trasmissione, come afferma l’Oms, ci sono state dieci piccole nuove epidemie (o “fiammate”) tra marzo e novembre 2015. Sembra che siano stati dovuti al riemergere di un virus persistente dalla popolazione dei sopravvissuti. Capiterà ancora? Lo potrà dire soltanto il tempo.