Un trapano era stato progettato al fine di perforare la superficie del pianeta Marte.
Ci si è basati su questa tecnologia per progettare il primo caricabatterie portatile adatto all’auto elettrica. Niente di pericoloso: il voltaggio è lo stesso dell’aspirapolvere e il nuovo strumento si può collegare facilmente alle prese di corrente, senza problematiche legate ai fusibili. E’ il trasformatore il punto in comune tra tecnologia marziana e auto attente all’ambiente: lo ha sviluppato una società norvegese chiamata Zaptec, grazie al finanziamento dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
Il pieno per l’auto elettrica: la parola all’esperto
L’amministratore delegato di Zaptec, Brage Johansen, si è espresso in questo modo: “Ci siamo resi conto che gli stessi trasformatori possono essere usati anche per realizzare caricabatterie portatili per auto elettriche. Su Marte abbiamo solo 100 Watt disponibili e pensiamo di far funzionare il trapano con l’energia solare e piccole batterie”.
Dal pieno per l’auto elettrica al trapano marziano
Ma come funziona il trapano marziano? E’ al plasma e perfora grazie a gas caldo e carico elettricamente. Secondo Johansen, “è la cosa più vicina a una spada laser” che esista.
Secondo lui, “I trapani rotanti nello spazio sono poco efficienti, a causa dello scarso attrito, e richiedono attrezzature pesanti”. Il trapano produce scintille di gas simili a fulmini: sono utili per ridurre in polvere le rocce e forarle. Forse ci spingeranno più in profondità rispetto ad altri modelli, magari fino alla scoperta della vita su altri pianeti.
Secondo Sanjay Vijendran dell’Esa, poi, “La tecnologia attuale permette di perforare fino alla profondità di circa 2 metri, come nella futura missione europea ExoMars, ma vogliamo arrivare ad almeno 10 metri con un trapano delle stesse dimensioni”.
E’ dunque possibile che, sotto la superficie, ci sia vita su Marte? Secondo lo scienziato, “ancora non abbiamo la tecnologia per esplorare il pianeta in profondità”. Staremo a vedere.