La chirurgia bariatrica ha ormai abbandonato gli interventi invasivi e dolorosi del passato, questo perché il 98% dei chirurghi opera in laparoscopia.
Cresce sempre più l’integrazione tra chirurgia ed endoscopia, oltre alla chirurgia robotica, il che prospetta un approccio ancora più delicato al paziente del futuro.
A questo si aggiungono le sempre più attuali terapie farmacologiche che facilitano la perdita di peso e riducono le percentuali di recupero ponderale; il follow-up personalizzato che prevede un monitoraggio e un supporto al paziente nelle abitudini alimentari, attività fisica e psicoterapia.
Questa sinergia aiuta a mantenere il peso e a ridurre drasticamente le comorbidità (diabete, rischi cardiovascolari e persino il rischio di cancro) a patto che il paziente sia assiduo e aderente nel tempo perché il solo intervento non basta.
Questa strada si rivela vincente anche per le donne che riescono a ritrovare la fertilità compromessa proprio dall’ obesità.
“L’intento degli specialisti attualmente è quello di implementare sempre più l’integrazione tra la chirurgia dell’obesità, le nuove tecnologie come la chirurgia robotica e l’endoscopia, i farmaci, la corretta nutrizione, la psicoterapia e la multidisciplinarietà per favorire il benessere del paziente”, dice Antonio Braun, Delegato Regionale per la Puglia della SICOB e Direttore Dipartimento di Chirurgia Bariatrica di GVM Care & Research in Puglia.
“La laparoscopia ha rinnovato profondamente la chirurgia e la renderà sempre più sicura e riproducibile”, dice il professor Marco Antonio Zappa, Presidente SICOB.
“Infatti, gli standard di sicurezza sono ormai altissimi, se oggi il rischio di mortalità è precipitato allo 0,08%, grazie alle nuove tecnologie si abbasserà sempre più”.
Endoscopia: supporto chirurgico e alternativo per pazienti ad alto rischio
“Oggi l’endoscopia è di rilevante supporto alla chirurgia dell’obesità in quanto si possono così evitare nuovi interventi in caso di recupero ponderale grazie alla metodica endobariatrica che può ridurre per esempio l’ampiezza di un by-pass gastrico o di una sleeve”, spiega Braun.
“In futuro, in casi selezionati, se i pazienti non potessero candidarsi alla laparoscopia per elevati rischi legati all’intervento, le procedure endoscopiche potrebbero persino sostituirla.
Questo per esempio vale per i pazienti cardiopatici, per i pazienti fragili e per chi, essendo avanti negli anni, dovrebbe evitare l’intervento chirurgico.
Questi pazienti un tempo non sarebbero stati operabili e avrebbero avuto una aspettativa di vita breve e aggravata da varie comorbidità.
Con l’innovazione della chirurgia bariatrica, sempre più sofisticata e delicata, i pazienti non candidabili diventeranno sempre meno“.
Chirurgia dell’obesità: l’importanza del follow up personalizzato
Anche il follow-up personalizzato deve prevedere una integrazione tra dieta, attività fisica, psicoterapia e farmacologia, ma va seguito attentamente per non riprendere peso.
“È statisticamente provato che chi dopo l’intervento si “distrae” dal percorso terapeutico, negli anni successivi tende a riprendere peso.
La letteratura scientifica ci dice chiaramente che dopo la sleeve gastrectomy si tende a riprendere peso nel 28% dei casi (con un range che va dal 14 al 37%)”, dice Giuseppe Navarra, Presidente Eletto SICOB.
“Chi si sottopone ad un by-pass gastrico tende a riprenderlo nel 4% dei casi. Per questo è fondamentale continuare a farsi seguire”.
Questo approccio si rivela vincente anche nei confronti dell’infertilità: la maggior parte degli studi scientifici infatti riporta una prevalenza di irregolarità del ciclo mestruale nelle donne con obesità del 30%-36%, che si traduce in termini pratici in una riduzione del tasso di fertilità.
“I dati del Nurses’ Health Study confermano quindi che le donne con indice di massa corporea superiore a 30 mostravano un rischio 2,7 volte più elevato di infertilità rispetto a quelle normopeso”, spiega il Professore Stefano Bettocchi.
“Tra le donne obese trattate per infertilità il tasso di gravidanza è minore rispetto a quelle normopeso; infatti, dopo il trattamento di fecondazione il rischio di interruzione spontanea di gravidanza è molto elevato.
Questo perché l’obesità influisce negativamente anche sulle procedure di fecondazione assistita e le donne con obesità hanno una probabilità 1,3 volte maggiore di abortire spontaneamente”.
Immagine copertina di Andres Ayrton https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-senza-volto-sfocatura-sport-6551427/