Il morbo di Dupuytren è considerato poco diffuso, ma, anche se non sono disponibili dati certi sul numero complessivo degli italiani che ne soffrono, i numeri sembrerebbero molto più elevati di quanto si pensi.
Di che cosa si tratta? Il morbo di Dupuytren è una patologia cronica e progressiva, che colpisce soprattutto gli uomini dai 40 ai 60 anni. Si manifesta con dei noduli sottocutanei nella fascia palmare ed evolve progressivamente con la comparsa di un cordone fibroso al di sopra dei tendini, causando la flessione permanente e progressiva di una o più dita della mano, con conseguente rigidità articolare.
Il morbo di Dupuytren ha bisogno di superspecialisti
Per trattare efficacemente questa malattia e altre come il dito a scatto o il tunnel carpale, riducendo al minimo il loro impatto sulla qualità di vita degli individui, è importante rivolgersi allo specialista di riferimento, il chirurgo della mano, e farlo il prima possibile. Alcune di queste, però, nella loro fase inziale non provocano dolore, né tantomeno possono essere riconosciute da occhi non esperti. Un elemento che porta, spesso, a un ritardo diagnostico importante.
E’ a Milano il centro dedicato alla cura del Morbo di Dupuytren
Per rispondere alle esigenze di chi soffre di questo tipo di problema, è sorto il primo Centro Italiano per la Cura del Morbo di Dupuytren. La sede principale è a Milano presso l’Unità Operativa di Chirurgia della Mano dell’ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica.
Il Centro, studiato per ottimizzare i tempi di attesa (al di sotto dei 2 mesi) e permanenza in ospedale, soprattutto per chi arriva da fuori città o da altre Regioni, comprende due macro-ambulatori dedicati, a cui si può accedere tramite Servizio Sanitario Nazionale.
Il primo ambulatorio è pensato per le visite di controllo, mentre il secondo per le medicazioni; qui, si provvede alla realizzazione dei tutori e all’avvio del percorso di riabilitazione. A disposizione dei pazienti, ci sono medici, terapisti e infermieri specializzati, oltre che una segreteria con percorso preferenziale.
Per guarire dal Morbo di Dupuytren oggi si può evitare l’intervento
“Fino a qualche anno fa l’unica soluzione era il ricorso al bisturi, un intervento che richiede ampie incisioni esponendo il paziente alle complicazioni legate alla chirurgia a cielo aperto”, dice il Professor Giorgio Pajardi, direttore della chirurgia della mano dell’ospedale San Giuseppe, Università degli Studi di Milano. Oggi, invece, abbiamo a disposizione il trattamento, ormai consolidato, con collagenasi di Clostridium histolyticum, un enzima di origine batterica che permette, con una sola iniezione, di rompere la membrana di collagene provocata dal morbo di Dupuytren, ripristinando la funzionalità della mano in tempi brevi”.
La collagenasi, infatti, agisce grazie alla capacità di scindere e disgregare le fibre di collagene che rappresentano la componente principale del tessuto malato che blocca il movimento della mano. Il trattamento consiste in un’iniezione con un ago molto sottile, seguita, nelle 24/72 ore ore successive all’iniezione, è possibile attivare una procedura di estensione del dito per rompere la “corda” patologica di collagene. Naturalmente si tratta di una manipolazione che viene eseguita dal medico. Successivamente, si procede con la riabilitazione che il paziente, dopo essere stat educato dal fisioterapista, può gestire da solo a casa.
Con il trattamento iniettivo meno recidive
Presso l’Ospedale San Giuseppe, dove è stata gestita la sperimentazione italiana della collagenasi, negli ultimi cinque anni sono state trattate oltre 1200 persone.
“Si tratta di una malattia altamente recidivante. In passato, però, con il solo intervento chirurgico non era possibile intervenire di nuovo sulla mano già operata. Oggi, invece, grazie a questo enzima, si può ripetere il trattamento, ma anche risolvere il problema di chi in precedenza ha subito l’ormai superato intervento chirurgico tradizionale. Lo specialista di riferimento è, naturalmente, il chirurgo della mano, anche se, grazie a questa terapia innovativa, che eliminato il bisturi, ci possiamo considerare sempre più dei medici della mano”, conclude Pajardi.
Curare la malattia di Dupuytren, con trattamenti mininvasivi come la collagenasi di Clostridium histolyticum (CCH), allontana il rischio di recidive. “I risultati hanno mostrato che nelle articolazioni metacarpo-falangee trattate con collagenasi, la percentuale di recidiva è pari al 5%”, dice il dottor Nicola Felici, responsabile dell’UO di chirurgia ricostruttiva degli arti dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma.