A volte si è un po’ tristi. A volte ci si può sentire anche angosciati. Poi tutto passa da sé, poiché sono condizioni abbastanza normali e talvolta cicliche in una normale esistenza umana. Specie quando queste sensazioni, questo modo di sentire le varie esperienze, sono effettivamente basate su situazioni oggettivamente difficili. Quindi, è normale sentirsi angosciati e tristi, quando si è malati; o quando situazioni familiari o affettive non sono certo ottimali. E infatti, appena passati o superati positivamente i motivi che ci avevano causato questo mutamento di umore, tutto torna allo stato di normalità.
Capita, però, che pur tornando a quello stato iniziale di serenità, questo mutamento di umore permanga. E’ un campanello di allarme, perché molto spesso significa che si stia andando verso un conclamato disturbo dell’umore: la depressione.
La depressione è quindi uno stato di tristezza permanente?
Purtroppo, la depressione è molto di più, poiché si presenta con sintomi che interessano non solo la sfera emotiva, ma anche quella comportamentale e quella cognitiva.
Quindi i sintomi e le ripercussioni della sindrome depressiva sull’organismo possono essere di vario tipo?
Non solo. Possono presentarsi più sintomi che finiscono per ripercuotersi, contemporaneamente, su tutto l’organismo. Tra questi, spesso ricorrono stati di ansia (primo campanello di allarme), disturbi alimentari (aumento o diminuzione dell’appetito, con modificazioni di peso anche notevoli nell’arco di poco tempo), disturbi del sonno, disinteresse anche totale per il sesso, sensi di colpa, calo dell’autostima, disturbi della memoria e della concentrazione. Nei casi più gravi, sono anche ricorrenti pensieri di morte e progetti di suicidio.
Come si può aiutare un soggetto depresso?
Occorre premettere che il depresso spesso non sa di esserlo, in quanto pensa che il suo problema è uno stato di normalità dal quale non riesce ad uscire per colpa sua, della sua incapacità. Questo aumenta ancora di più il suo senso di colpa e quindi la sua depressione, facendolo cadere in un vortice pericoloso. E invece questi sintomi devono essere curati, altrimenti si conclama una patologia depressiva che diminuisce a dismisura la qualità della vita del soggetto e anche della sua sfera familiare e affettiva. Specie per le forme più gravi, è fondamentale intervenire attaccando la malattia con un approccio multidisciplinare.
Nel senso di intervento farmacologico e che altro?
L’intervento farmacologico è veramente importante per curare la sindrome depressiva. Ma se non si rimuovono le cause psicologiche e sociali che hanno provocato il disturbo e che possono mantenerlo anche in seguito, il disturbo potrebbe ripresentarsi una volta concluso il percorso farmacologico. Quindi è necessario associare a questo percorso anche un intervento cognitivo-comportamentale. Intervento che, molto spesso, se fatto nella fase iniziale, quando si presentano i primi sintomi, può essere sufficiente a impedire l’ingresso della patologia depressiva vera e propria.
Medicine e trattamento cognitivo-comportamentale contro la sindrome depressiva. Un attacco su due fronti.
E’ esattamente così. D’altra parte, oltre che comprendere i motivi esterni che hanno determinato l’insorgenza dei sintomi depressivi e, nei casi più gravi, la depressione, occorre anche “insegnare” al paziente le modalità pratiche, strategiche è il caso di dire, per risolvere i problemi che lo angosciano. Solo così si può evitare che il soggetto torni quasi certamente ad ammalarsi di depressione in un futuro più o meno lontano.