Paese delle erbe e dei frutti dimenticati: è Casola Valsenio (Ravenna). Le antiche tradizioni contadine di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate, oppure uscite di produzione. A queste meraviglie della natura Casola Valsenio dedica un doppio appuntamento autunnale. La Festa dei frutti dimenticati è giunta alla 29esima edizione. E’ in corso questo fine settimana, ma anche il 19 e il 20 ottobre.
Al fine di animare l’evento, non mancheranno vari punti ristoro con specialità autunnali e a base di frutti dimenticati, mercato dei frutti dimenticati, degustazioni guidate di frutti, vini e olio, e ancora: mostre, laboratori didattici, esposizione di animali dimenticati, dimostrazioni di cucina, spettacoli di strada e musica per adulti e bambini. Tra gli ospiti spiccano i nomi dello scrittore Cristiano Cavina, del gastronomo e scrittore Graziano Pozzetto, del musicista Vittorio Bonetti, dello chef internazionale Robbie Pezzuol, del naturalista Massimo Pandolfi.
Paese delle erbe e dei frutti dimenticati: piante spontanee o coltivate
I frutti dimenticati: di che cosa parliamo? Si tratta di piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa, per il consumo domestico, fin dal tardo Medioevo. Caratteristici della stagione autunnale, essi rappresentavano una preziosa scorta di cibo, da conservare con cura per l’inverno. Sono stati salvati dall’estinzione e recuperati, per rendere piacevole il pasto di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta. Tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina. Non mancano noci, nocciole, melagrane e marroni.
Paese delle erbe e dei frutti dimenticati: il cibo di un tempo
Risulta molto rilevante anche il recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Perciò nel corso della festa si svolge un concorso dedicato alle marmellate e uno per i dolci al marrone. I ristoranti della zona propongono la “Cucina ai frutti dimenticati”. Parliamo di piatti che hanno tra gli ingredienti i prodotti tradizionali del territorio: questi ultimi sono miscelati sia secondo la consuetudine, sia in modo moderno. Si tratta di proporre una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Fra le ricette a base di questi frutti ci sono la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert, il cui punto di forza sono le pere volpine e le castagne, con l’alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il “migliaccio”: sono necessari mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, l’aggiunta di sangue di maiale.
Paese delle erbe e dei frutti dimenticati: le piante aromatiche
Con le piante aromatiche del locale Giardino delle Erbe, i frutti dimenticati danno vita a piatti come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l’olio extravergine Brisighello. Nei menù dei ristoranti del paese sono presenti i risotti di pere volpine, l’arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello alla melagrana, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole. Un menù che delizia il palato e resta nella memoria.
Per informazioni è possibile chiamare al numero telefonico 0546-73033.