Sappiamo tutti che l’alimentazione determina in modo importante il nostro benessere, ma esiste una dieta tiroide, che ci permetta di aiutare il funzionamento di questa importantissima ghiandola?
La dottoressa Serena Missori, endocrinologa e autrice del libro “La dieta della tiroide biotipizzata”, non ha dubbi: esiste ma non è uguale per tutti. “Troppo facile generalizzare. La sfida sta nell’aiutare le persone a capire che sono uniche e che come tali devono essere trattate”, sostiene. “Eppure, nonostante le nuove conferme scientifiche c’è ancora chi nega l’evidente ruolo dell’alimentazione, dell’integrazione, della gestione dello stress personale e ambientale”.
Sono più di sei milioni (soprattutto donne) gli italiani che soffrono di qualche problema alla tiroide: ipotiroidismo con o senza tiroidite, ipertiroidismo con o senza tiroidite, tiroidite autoimmunitaria di Hashimoto o morbo di Graves, noduli e gozzo spesso in associazione a problemi di peso, di intestino e stress, ma anche a difficoltà a concepire e avere una gravidanza serena, nonché una vita sessuale soddisfacente. “La tiroide, governa il nostro metabolismo energetico”, dice Missori. “Quando si ammala dovremmo pensare che è solo la punta dell’iceberg”.
Un problema difusso soprattutto tra le donne
Falsi miti e verità taciute
Sono tanti i falsi miti che circolano intorno alla tiroide e agli alimenti che si devono evitare, o di cui non si dovrebbe fare a meno. Per fare il punto sulle false credenze e per capire cosa portare sulla propria tavola – in base ai problemi tiroidei di ciascuno – Serena Missori ha messo a punto il Metodo Missori-Gelli® che tiene in considerazione le caratteristiche specifiche di ciascun individuo. “Le linee guida sull’argomento sono sacrosante, ma non si possono risolvere i problemi tiroidei solo con
la terapia. Ecco perché ho messo a punto insieme ad Alessandro Gelli un metodo il cui obiettivo è quello
di riportare equilibrio fra tiroide, pancia, cervello, regalando un nuovo stato di salute e benessere”.
Per realizzare questo obiettivo, secondo la dottoressa Missori, è essenziale sapere il Biotipo costituzionale della persona e quali sono i suoi Biotipi funzionali Ormonali-Viscerali. “Questo metodo si occupa della salute in base alla costituzione psicofisica, quella ormonale e viscerale del soggetto. Oggi sappiamo che l’origine di molte malattie risiede nell’intestino, anche di alcune patologie endocrine e autoimmunitarie. L’intestino è anche il bersaglio del cibo “buono o cattivo” e il “cibo cattivo” è quello che infiamma e spalanca la porta all’infiammazione cronica, alla permeabilità intestinale e a disfunzioni organiche varie, quindi il bravo medico non può che prenderne atto e agire di conseguenza”.
Dieta tiroide biotipizzata
Secondo l’endocrinologa, molti medici non riconoscono il ruolo della dieta nella funzione tiroidea, in quanto considerano l’alimentazione un elemento secondario rispetto alla terapia sostitutiva ormonale, nonostante molte persone in cura affermino di continuare a non sentirsi bene e non riuscire a perdere peso. “Il ruolo che viene riservato ufficialmente all’alimentazione è
veramente scarso”, commenta.
“Invece l’alimentazione svolge un ruolo chiave nella funzione dell’intero organismo. Il cibo porta alle nostre cellule un messaggio costruttivo, evolutivo, migliorativo, rigenerante o, al contrario, un messaggio di distruzione e infiammazione. Apporta micronutrienti tra cui vitamine e minerali, oligoelementi utili alla formazione degli ormoni tiroidei, nonché sostanze in grado di mantenere integra la parete intestinale. Alcuni alimenti, invece, possono innescare la permeabilità intestinale, condizione che precede le malattie autoimmunitarie”.
Semaforo giallo per alcuni alimenti
È evidente quindi la necessità di personalizzare la dieta per evitare errori grossolani, anche se esistono degli alimenti da assumere con cautela in caso di tiroidite con o senza ipotiroidismo oppure ipotiroidismo senza tiroidite.
“I legumi per esempio, soprattutto se è presente permeabilità intestinale, ma anche quando sono presenti sintomi gastrointestinali in seguito alla loro assunzione’assunzione di legumi”. Non eseste una regola generale: i legumi possono essere inseriti, ma occorre valutare caso per caso, costruire un proprio percorso di cura personalizzato che passa anche dalla tavola”.
Dato il legame stretto tra tiroide e intestino, anche la frutta, importantissima nella dieta di tutti, va introdotta con buon senso perché può creare disturbi in chi soffre di permeabilità intestinale, SIBO (sovracrescita batterica intestinale), disbiosi intestinale, candida intestinale, intolleranza al fruttosio, condizioni che sono spesso presenti in caso di tiroidite e disfunzioni della tiroide. “Per questo è opportuno valutare la soglia di tolleranza individuale e comunque è meglio scegliere frutta biologica e lavare sempre la buccia con sapone di Marsiglia e bicarbonato di sodio per rimuovere la maggior parte di pesticidi e cere”.
E come complortarsi con le verdure tipiche della stagione fredda?
“Broccoli, cavoli, cavolini di Bruxelles sono ricchi di sali minerali, fibre, vitamina C, contrastano i radicali liberi e hanno proprietà anti-tumorali “, ricorda Serena Missori. “In caso di ipotiroidismo, consiglio di consumale cotte, fermentate o crude associandole a una fonte di iodio, per esempio il pesce. Al contrario, in caso di ipertiroidismo le crucifere possono aiutare a contrastare l’attività tiroidea”.
La dieta della tiroide biotipizzata
Di Serena Missori
Edizioni Lswr